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La campagna di Russia di Napoleone


Il giovane zar Alessandro I aveva dimostrato nei primi anni di regno,tendenze riformatrici espresse in un rafforzamento dei poteri di controllo del Senato e nel forte impulso dato all'istruzione pubblica.A partire dal 1809 si ebbe,con la conquista della Finlandia una ripresa di politica espansionista:nel 1812 si conclusero le operazioni militari contro Turchia e Persia(con l'annessione della Bessarabia,Georgia e Azerbaigian).
L'espansionismo russo fu all'origine dei raffreddamenti di Napoleone nei confronti di Alessandro I che nel marzo 1812 decise di firmare un'alleanza con il regno svedese. Di fronte al tradimento russo,Napoleone si risolse a scendere di nuovo in campo;concentrò in primavera 700'000 uomini  e varcò il fiume Niemen alla testa delle sue truppe;i  generali russi si ritirarono con ordine senza dare battaglia,ma lasciando dietro di sè terra bruciata e portando tutti i rifornimenti possibili senza lasciarne al nemico.Questa tattica sfuggente e l'immensità dei territori lasciò Napoleone in crisi che si decise a tornare indietro.
Il 7 settembre ci fu uno scontro a Borodino vinto dai francesi anche se a costo di gravi perdite e il 14 settembre entrò a Mosca. Qui però perse molte settimane e solo il 19 ottobre ordinò la ritirata piegando verso sud,ma i russi gli tagliarono la via di fuga e lo costrinsero a ripercorrere la via dell'andata costringendolo a subire il freddo del gelido inverno russo. Fu una tragedia vera e propria:tra feriti morti e prigionieri si contarono quasi mezzo milione di vittime;l'imperatore tornato a Parigi si trovò di fronte un Europa in subbuglio.
Il 28 febbraio 1813 Federico Guglielmo III strinse alleanza con lo zar e proclamò la "guerra di liberazione",seguito anche segretamente da Metternich;nella penisola iberica gli inglesi ripresero le armi occupando l'Andalusia e le Cortes invocate a Cadice,diedero una Costituzione liberale al paese(1812).
Su iniziativa britannica,in Sicilia era stata deposta la famiglia Borbone e approvata una carta costituzionale che dichiarava il regno indipendente da quello napoletano o da altri. Napoleone però riuscì a riorganizzarsi e per la primavera del 1813 schierò un milione di uomini in campo scontrandosi a Lipsia("battaglia delle nazioni") tra il 16 e il 19 ottobre 1813.
I rinforzi richiesti dal generale non arrivanrono in tempo,essendo anche stato abbandonato dalle truppe di Sassonia e Wuttemberg(passate al nemico) e dovette ripiegare sul Reno mentre Germania,Svizzera e Olanda si sollevavano. L'offensiva di Wellington e la guerriglia avevano intanto costretto i francesi ad abbandonare i confini spagnoli dove nel dicembre Ferdinando VII aveva ripreso il trono;perfino il sovrano napoletano Murat trattò con l'Austria per conservare il regno.
Alla fine del 1813 tre eserciti alleati varcarono il Reno e un esercito inglese risalente dalla Spagna puntava dritto sui francesi,minacciati da due parti. Napoleone tentò di riscaldare lo spirito nazionale ma con scarso successo e subì una pesante sconfitta e Arcis-sur-Aube(20 marzo 1814);gli invasori entrarono a Parigi il 31 marzo al cui seguito vi erano imperatore austriaco,zar russo e re prussiano.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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