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Yelema



YELEMA significa piangere. Ye è onomatopeico per il suono del pianto. Elema significa “dire”. Yelema è un termine generico e non marcato per la configurazione sonora del lamento, si applica più comunemente in situazioni in cui uno piange per un dolore causato da un litigio, per rabbia o paura, nei casi ordinari della vita di tutti i giorni. A partire dal verbo YELEMA (PIANGERE) si articolano 5 forme di lamento:

1. Gana-Yelema: gana è l’onomatopea generica per “suono”, ganalema è il verbo comune per “produrre suono”. Gana-Yelema indica una lamentazione forte e ansimante, un falsetto discendente. Quando questa figura melodica viene elaborata su 3 o 4 altezze è identica alle note del richiamo dell’uccello muni. Il termine Gana si si riferisce all’inizio del pianto o del lamento in situazioni di intenso patimento emotivo.

2. Iligi-Yelema: iligi è la radice del verbo “trasalire\subire un trauma emotivo”.  Il termine iligi-Yelema o pianto scioccato descrive l’improvvisa transizione segnata dalle lacrime che iniziano a scendere. Il pianto scioccato implica suoni di soffocamento e affanno emessi quando lo shok si trasforma in pianto.

3. Gana-gili-Yelema: gili è l’onomatopea per il rimbombo o rombare. Gana-gili-yelema è un forte guaito simile a ganayelema solo che in questo caso il corpo del piangente è in preda a tremori e convulsioni, la voce vibra di più e la frase melodica è più urlata che piangente.

4. Gese-Yelema:
gese è la radice di gesema ovvero il verbo “intristire”, il verbo connota sia l’intonazione triste della voce sia l’evocazione della risposta emotiva. Gese-yelema è un lamento triste e molto commovente particolarmente comune quando le donne piangono per un bambino scomparso, i kaluli dicono che il suono è come quello di una colomba frugivora vale a dire quella di un bambino morto. Chi ascolta questo lamento dice di sentire la voce di un bambino morto definendolo commovente. Questo lamento viene considerato intenzionale,, come una performance controllata da parte di chi piange, di conseguenza, riceve giudizi in merito al grado di somiglianza della voce a quella di una colomba frugivora.

5. Sa-Yelema: è la forma di lamento più elaborata dal punto di vista della melodia e del testo, ed è quella che più si avvicina a “essere un uccello”. Sa-Yelema è un lamento cantato, melodico e con testo; in base al mito del bambino che diventò muni viene considerato la forma sonora originale espressiva di uno stato di lutto e abbandono per cui non ci sono parole possibili. Sa è il termine generico per cascata; in questi casi SA indica un muoversi dentro, vale a dire che c’è un dentro nella melodia esteriore, il suo testo. Il verbo Sa indica un cambiamento da puro suono a suono col testo: vi sono parole in mente che si allineano al suo esteriore. Sa-yelema è un lamento che usa la frase melodica simbolica del richiamo dell’uccello muni; a questa viene adattato un testo spontaneo e improvvisato, con il risultato di un lamento cantato, melodico, con testo.

Questa articolazione vuole differenziare il generico Yelema e le forme specifiche dotate di prefisso, mettendo alla luce la distinzione fatta dai kaluli fra pianto fisico (non marcato) e pianto espressivo (marcato). Il pianto espressivo, marcato, si articola in 5 forme: le prime 3 sono considerate forme tipiche maschili, le ultime due invece prevalentemente femminili. Gli elementi di contrasto tra i due gruppi sono: il grado di controllo della lamentazione, la presenza o no di un testo e il senso proprio dei kaluli di istintivo contro simbolico. In tale dimensione il 1° gruppo non oggetto di valutazione estetica, il secondo si. Il pianto generale maschile gane-yelema e il pianto più elaborato femminile sa-yelema, si ricollegano entrambi al mito del bambino che diventò un uccello muni; sia nel mito che nella pratica esecutiva gana-yelema rappresenta la voce d’uccello incontrollata, isterica e triste; sa-yelema la voce d’uccello controllata, riflessiva, addolorata, due estremi con cui i kaluli caricaturizzano il lamento espressivo maschile e femminile.

Tratto da SUONO E SENTIMENTO di Marianna Tesoriero
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