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Il gioco per entrare in rapporto: l'immagine-specchio


Un altro modo di giocare per entrare in rapporto e creare intensità è quello di costruire un’immagine specchio della situazione contestuale del momento, soprattutto in circostanze di particolare rigidità. In questi casi è il terapeuta stesso che si usa come “oggetto”.    
Quando la famiglia viene in terapia, i suoi componenti sono come gli attori di una commedia, che hanno stabilito linee di condotta e un singolo tema…La terapia dovrebbe dar loro la possibilità di diventare gli attori della commedia e accedere cosi al loro potenziale di realizzazione. Il gioco è un mezzo per allargare la loro realtà.        
Se riusciamo a spostarci da un modello di terapia ripartiva e a trasformarlo in un’occasione di crescita personale e di gruppo, allora il tempo terapeutico deve entrare nel tempo evolutivo di quel gruppo e non viceversa; ovvero la terapia potrà introdurre e lasciare nei clienti interrogativi importanti.    
La scelta  dell’oggetto metaforico è quindi un atto inventivo del terapeuta, con cui egli introduce un nuovo “codice” che definisce e interpreta quanto sta accadendo; in base a questo codice inizieranno a essere ridefiniti i rapporti tra i diversi membri della famiglia e tra questi e il terapeuta.    
L’oggetto diventa uno strumento utile per entrare in rapporto e creare una situazione di crisi nel gruppo familiare e rappresenta un modo assai efficace per decentralizzarsi: non è più lui il punto di riferimento, il terzo di nuovi triangoli tensivi: lo diventa quell’elemento materiali che funge da vero e proprio coterapeuta.    
Ha sempre colpito la somiglianza tra l’oggetto metaforico e gli oggetti  che vengono usati dagli sciamani nei loro riti di guarigione quando “estraggono” dal paziente la malattia, visualizzandola cosi in un’immagine concreta. Nell’oggetto metaforico si evidenzia la coesistenza di più livelli comunicativi: la prevalenza delle informazioni sul piano visivo e tattile fa si che si accentui il contrasto tra il significato letterale e materiale e quello simbolico del mezzo usato, creando confusione nel destinatario del messaggio che non sa più con esattezza a quale dei due livelli si debba riferire. Il successo di tale operazione sembra legato all’intensità di significato che può essere fornita all’oggetto metaforico. Tale intensità è favorita dalla ritualizzazione di certe azioni del terapeuta e dalla cornice bi-associativa di cui l’oggetto rappresenta la sintesi finale.

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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