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LA TESI DI MORDACCI


Più adeguato e fertile sembra invece l'approccio che insiste su di una diversità stilistica e di intenzione discorsiva che guida le varie attività riconoscibili nell'area della comunicazione umana. Roberto Mordacci spiega: lo specifico filosofico sta nel prestare particolare attenzione alla ricerca delle buone argomentazioni e al vaglio delle tesi proposte sotto il profilo della coerenza;

La sua è dunque un'impostazione che indica la diversità tra forme di comunicazione come prevalentemente stilistica di complessità discorsiva all'interno però di un contesto di continuità che non diversifica rigidamente tra comunicazione filosofica e mass mediale, ricordiamo Hume “la situazione più dannosa è quella che si è realizzata 17° sec la separazione tra il mondo colto e quello conversevole”. Analoga separazione è quella che si sta verificando tra bioetica nei giornali e bioetica trattata nei libri di cultura.

Per concludere sia che ci si rivolga al pubblico colto con volumi filosofici sulla bioetica o che ci si rivolga al più ampio uditorio dell'opinione pubblica con articoli e giornali, non bisogna perdere di vista e tenere insieme i due distinti universi di riferimento cui si può richiamare all'attenzione da una parte l'esperienza di tutti e dall'altra la riflessione accurata e paziente.

Un'epoca più felice in cui la ricerca filosofica sulla bioetica e comunicazione mass mediale sulle stesse questioni collaborino nel compito di formare un'opinione pubblica che si allontano quanto più è possibile dalle barbarie in cui cadono gli esseri umani quando prevalgono i “cervelli ottusi” e i “cuori freddi”. Quest'ultima è la tesi di Lecaldano.

Tratto da BIOETICA E MASS MEDIA di Marianna Tesoriero
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