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"Il fu Mattia Pascal" e "Uno, nessuno e centomila". Crisi identità e oggettività dei fatti


 I più importanti e innovativi sono Il fu Mattia Pascal, I quaderni…, Uno, nessuno e centomila.Tutti e tre scritti in prima persona, narratore auto diegetico cioè interno alla storia e che parla di sé,tutti e tre decisamente novecenteschi scardinano la finzione narrativa basata sull’ oggettività dei fatti e mettono in primo piano la problematicità dei soggetti. Del fu Mattia parleremo. I quaderni mettono sotto accusa la macchina (il protagonista è un operatore cinematografico, una mano che gira una manovella) che irrigidisce ancora di più la vita e trasforma l’ artista in cosa, macchina egli stesso. ( LA macchina c’è chi la esalta; Pirandello è critico e pessimista). Uno, nessuno e centomila è il più sperimentale dei romanzi di Pirandello anche dal punto di vista narrativo è soprattutto un monologo che si arrovella sui temi dell’ identità fittizia. Il protagonista Vitangelo Moscarda un giorno si accorge che la moglie lo vede in maniera diversa da come lo vede lui e questo innesca una crisi d’ identità in seguito alla quale il protagonista abbandona tutto, famiglia, conoscenti, lavoro, condizione sociale, si fa ricoverare in un ospizio per poveri che lui stesso aveva fondato e giunge a liberarsi di ogni identità. E’ nessuno, immerso nel flusso della vita. Va oltre Pascal che era rimasto in una condizione sospesa

Tratto da L'OPERA E IL PENSIERO DI LUIGI PIRANDELLO di Loredana Rossi
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  • Autore: Loredana Rossi

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