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Verità come intuizione. Sellars e la negazione dei dati sensoriali


La fisica accettata oggi oscilla tra platonismo e strumentalismo. Ma entrambe prese da sole sono assolutamente inconcludenti. La scienza da una parte non può prescindere dai alcuni tratti metafisici, dall’altra non può far riferimento e fondarsi solamente su una serie di operazioni matematiche senza che esse si basino su una rete teorica e dentro di essa s muovano. Dobbiamo certamente partire dall’esperienza e fidarci almeno un po’ dei nostri sensi, unire questi a delle teorie e ottenere così dei buoni dati sperimentali che sono la base per uno sviluppo produttivo della scienza. È per questo motivo che dobbiamo anche considerare il problema della percezione. Un articolo importantissimo è stato scritto da Wilfrid Sellars, “Empirismo e filosofia della mente”. La prima parte del testo parla del mito del dato: quelli che sono i dati sensoriali (su cui si è basato l’empirismo) non esistono. Per due motivi afferma l’autore:
Io vedo il dato sensoriale e ciò che vedo è solo un immagine proiettata nel mio cervello che recepisce l’oggetto, senza però cogliere l’oggetto per quello che realmente esso è.
Inoltre il contenuto della percezione non esiste. Infatti nel momento in cui dico: “i capelli di Daniela sono castani” io ho fatto un salto enorme perché sono certo di vedere i capelli di Daniela castani, ma non sono altrettanto certo del fatto che i capelli di Daniela siano castani.

Tratto da FILOSOFIA DELLA SCIENZA di Carlo Cilia
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