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La menzogna tattica dei primati non umani


Byrne & Whiten, due primatologi scozzesi, hanno introdotto il concetto di intelligenza machiavellica per i primati non umani (gorilla e scimpanzè). Secondo questi studiosi infatti il possesso di competenze cognitive (intelligenza) dipende molto dalla complessità dell’ambiente sociale, per gestire il quale occorre far uso di strategie di manipolazione e inganno dei consimili per ottenerne vantaggio personale.
Essi hanno osservato condotte menzognere nei primati non umani (soprattutto scimpanzè) definendo tali comportamenti menzogna tattica. In particolare l’ingannatore compie un’azione standard in modo che gli altri del gruppo interpretino in modo erroneo il suo significato, a proprio vantaggio. Ci sono 3 categorie di menzogna tattica :
a) OCCULTAMENTO ATTIVO -> l’esempio tipico è quello di un animale che nasconde il cibo per impedire all’animale dominante di impossessarsene; un altro esempio ricorrente è quello della femmina che impegnata durante il grooming (operazione di spulciature che richiede molta intimità) con un maschio subalterno, si nasconde dietro un masso controllando lo sguardo del dominante.
b) CONDOTTA FUORVIANTE -> per esempio in un conflitto uno scimpanzè arrabbiato con un altro, ha disteso il braccio in segno di rappacificazione, e quando l’altro si è avvicinato, lo ha attaccato ripetutamente.
c) CONTROINVESTIMENTO -> è il caso in cui i primati non umani reagiscono all’inganno con altre forme di inganno. Esempio classico: abbiamo due scimpanzè Belle e Rock. Belle era l’unica a conoscere dov’era nascosto il cibo, ma non appena individuava il nascondiglio era preceduta da Rock che le sottraeva il cibo. Così nelle volte successive reagì a questo inganno allontanandosi dai nascondigli e mettendosi seduta e aspettando. Rock si avvicinava e cercava il cibo nei paraggi. Non appena Rock fissava lo sguardo da un’altra parte, Belle si alzava per avvicinarsi al nascondiglio e mangiare.
Il vero problema della menzogna riguarda l’interpretazione delle capacità mentali che si è disposti ad attribuire ai primati non umani. Infatti ci sono studiosi che, a differenza di quelli citati, fanno fatica ad attribuire abilità cognitive come intenzioni, desideri e credenze ai primati non umani.
La posizione attuale prevalente sostiene che i primati non umani siano capaci di ragionare sui comportamenti degli altri, ma non sui loro stati mentali.
Tuttavia, i primati non umani sono in grado di manipolare e ingannare intenzionalmente i propri consimili per conseguire un vantaggio personale.

Tratto da MENTIRE di Anna Bosetti
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