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La Commedia umana di Balzac



Nella seconda metà dell’Ottocento, vi è un’accentuata diversità tra la poesia e la prosa, intesa soprattutto come narrativa. La poesia era vista come un prodotto esclusivo ed elitario e la narrativa divenne un modo per diffondere in maniera più ampia le proprie idee. Quest’ultima ereditò dalla cultura romantica la grande lezione del realismo. Balzac fu il modello che gli scrittori guardarono con interesse, perché nella sua Comédie humaine c’era l’esempio di un’arte rivolta la presente, ai problemi sociali e umani. All’interno di questa tendenza, si crearono scuole e correnti diversificate. Attraverso questo genere gli scrittori presero posizione sul positivismo, sul rapporto tra arte e scienza, sulle teorie evoluzionistiche, sulla morale e su tutto ciò che poteva costituire argomento di discussione. Tra le diverse esperienze, si sviluppò il naturalismo, una poetica che rifacendosi a Flaubert, cercava di unire arte e metodo scientifico, per rappresentare la realtà. Grazie a Zola il naturalismo ebbe una connotazione ideologica e assunse il compito di denuncia dei mali che affliggevano la società. La diffusione nel nostro paese dell’estetica e della letteratura del naturalismo francese parte da Milano, soprattutto con Luigi Capuana e Giovanni Verga.

Tratto da CONTRORIFORMA E SECONDO 800 IN LETTERATURA di Gabriella Galbiati
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