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Architettura del Primo Umanesimo

Architettura del Primo Umanesimo


Ultimo tratto del Basso Medioevo, va dal 1280 al 1420.

Il primo umanesimo lo associamo a piazze e palazzi.
Perché?
Piazza = luogo di assemblea. Quando l’amministrazione pubblica deve comunicare ai cittadini rapidamentie una notizia (guerre, epidemie, ecc.) lo fa attraverso il tocco (suono) della campana che avverte della necessita di consiglio della popolazione. Essa è un luogo d’incontro, di assemblea, dove quando la città è ricca c’è una fontana. Questa non deve per forza essere agghindata, l’importante è che eroghi l’acqua. La piazza pubblica è il luogo dove si organizzano le feste del Santo protettore, della laicità, le gare equestri. È un luogo importante per la vita della comunità. Si organizza la fiera, un momento economico molto importante. Per tutti coloro che hanno un’attività commerciale è un’occasione formidabile per il lato economico (affitto, attivo di persone che devono mangiare e dormire), si possono vendere i prodotti del posto (agricoli o pastorizi).

In questo periodo nelle città più grandi si capisce quanto sia importante avere una piazza che rappresenti la città. Questo è il periodo dell’Italia dei comuni, cuore del primo umanesimo; quindi c’è un gruppo che amministra la città. Non tutti possono candidarsi ma c’è la mastra dove ci si può iscrivere in un elenco rispettando procedure e requisiti. Vi sono 2 elenchi, uno dei nobili e uno della gente comune. Possono essere eletti sia i ricchi contadini o artigiani, sia i poveri. Gli amministratori possono rappresentare una certa quantità di persone e decidere su certe iniziative. Quando c’è la democrazia c’è anche la disciplina perché la forza della disciplina è arginare gli eccessi.

Questo rapporto matura fiducia nell’uomo. L’uomo, che era schiacciato dalla società feudale, adesso inizia ad avere dignità della propria persona (è questo il primo umanesimo) e capisce di essere una pedina importante del lavoro che si sta facendo.

Quando scatta il meccanismo della dignità umana scatta il meccanismo di acquisire conoscenza.
Perché Dante scrive la Divina Commedia in volgare? È una sfida ma almeno non è un’altra lingua, i fiorentini possono capirla. È un’apertura soprattutto per Dante che scriveva sempre in latino.

Altro esempio è quello di S. Francesco. Perché la santificazione nasce da un uomo normale, figlio di un mercante, che ad un certo punto vuole cambiare vita, stabilire un contatto diretto con la natura. S. Francesco è l’uomo per eccellenza, un uomo come noi che ha sbagliato e che ora cambia vita. Giotto quando affresca il S. Francesco affresca quel Francesco, in tutti i suoi atteggiamenti, e vuole dimostrare ai fedeli che anche il tema sacra è un tema laico, può essere rappresentata la quotidianità, l’uomo, non per forza Dio o episodi eteri che non si possono raggiungere subito.

Proprio per questo ragionamento il figlio dell’ex contadino inizia a pensare diversamente.
Capendo che la produzione del grano del signore feudale non è stata venduta offre di venderla ma vuole una ricca ricompensa.
Nasce il mercante, figura di colui che di suo non ha nulla ma attraverso gli altri muove i prodotti.
Nasce la cambiale. Non è facile all’inizio avere quattrini per alcune operazioni. La cambiale aiuta a pagare dopo grazie a qualcuno che garantisce. Nascono le banche che si trovano in diversi luoghi, solitamente i più importanti, e le lettere di credito. Queste sono espresse dalla sede centrale a quella periferica dove afferma che tizio può ricevere a Messina tot denaro. Non viaggia il denaro ma la carta.

Nascono con i mercanti le flotte. Chi percorre i mari ha bisogno do contenere un carico di tutto rispetto. Il viaggiare mette in circolo conoscenza, gusti, colori, accoglie tradizioni straniere. Questo arricchisce e stimola la fantasia, apre la mente.

Il ‘300 è un secolo di straordinario interesse poiché l’uomo, protagonista, si apre a diverse sfaccettature. Una fotografia di questo momento è data dall’affresco di Lorenzetti “allegoria del buono governo e del cattivo governo in città e campagna” che si trova a Siena.
Siena ha una piazza principale laica, senza chiesa perché originariamente era legata al mondo laico. È a forma di conchiglia, con una fontana e una torre campanaria del palazzo pubblico (comune) che avvertiva il popolo della riunione. La torre si chiamava Torre Mangia nome del primo custode.

L’affresco è un capolavoro perché leggiamo com’è la vita nella città di Siena e fuori per capire la città che sta evolvendo. Nell’affresco stanno accadendo funzionamenti di vario tipo:
  • Maestro che insegna
  • Sposa che va in chiesa con donzelle che ballano
  • Gioielliere
  • Taverna con uomini che bevono
  • Salumaio
  • Venditore di ceramiche
  • Panificio
  • Operai che fanno lavori sui tetti delle case
  • Gatto in un passaggio pericoloso
  • Nidi di rondinelle e vecchietta che li guarda
  • Infiniti comignoli
C’è un flusso di gente che entra ed esce dalla città attraverso la porta urbica che serviva al controllo della merce che entrava e usciva.
Ma il flusso è di vita quotidiana:
  • Contadine che entrano con i prodotti
  • Gregge
  • Asini
  • Signore che va a caccia
La chiesa non è in primo piano ma dietro le quinte.

A destra c’è la campagna. Il territorio di Siena non ha sbocchi al mare ma era importante che ci fosse, infatti si vede un piccolo sbocco con la scritta Talamone la città che dava accesso al mare.

Nella campagna sono rappresentate tutte le stagioni, vari casali, qualche villa, mulina ad acqua (fiume), pescatore nel fiume, raccolta del grano, vari tipi di caccia.

Agricoltura e artigianato sono i 2 riferimenti dell’economia. Nell’artigianato vi sono le figure tecniche coinvolte nella costruzione di un edificio che devono conoscere un arte. Le tecniche artigianali sono tantissime. Ci sono delle norme che regolano il percorso che chi vuole accedere a un’arte deve seguire. Frequentando una bottega e facendo una prova si può aprire un’attività artigiana.

Bell’architettura le figure legate all’artigianato sono tante.
Il lavoratore del legno era una figura che aveva la possibilità di trasformare un tavolone in legno in un oggetto che sarà parte integrante del ciclo edilizio.
Prima che il legno fosse utilizzabile altri avevano tagliato l’albero, fatto spurgare, ecc. ecc.

Come l’attività artigiana del mastro d’ascia venina applicata in un edificio?
Dove veniva applicato il legno:
• Fondamenta -> si ricorre a pali di quercia a tappeto per fare una base solida. Di sopra c’erano poi altre fondazioni
Quando si costruivano le fortificazioni o castelli, erano strutture molto potenti quindi si ricorreva a pali di legno che si battevano e si rimettevano alla base.
Superata la fondazione il legno era impiegato nelle scale, negli infissi interni ed esterni, nei solai piani che erano tutti in legno fino all’800.
Criterio: costruiti i muri fino alla giusta altezza quindi il perimetro, per ogni ambiente si poteva creare il solaio appoggiando la trave in legno. Una volta appoggiate e catramate le due teste del legno, si appoggiano altri listelli in senso ortogonale per assicurare la giusta tenuta.

Scale -> in tutte erano presenti le travi di legno. In una cosa era utile il sottoscala.

Piano di copertura -> era il più esposto agli agenti atmosferici. L’inclinazione delle falde era essenziale per canalizzare l’acqua e contemporaneamente doveva contenere dei pesi (neve)

Non meraviglia che Alberti nel trattato del 1400, introduce nel proemio => quando parlo dell’architetto parlo del mastro d’ascia. Perché ancora a quel tempo la figura del mastro s’ascia era importantissima. Architetto = capo di costruzione.

La pietra, di vario tipo, dove veniva impiegata:

• Muratura -> se la muratura è nobile, per un palazzo importante, al piano terreno vi erano dei conci squadrati di pietra (ricavati da blocchi di pietra che gli scalpellini tagliavano). Ma il blocco di pietra che veniva anche usato per i cantonati cioè gli spigoli dell’edificio. Non tutte le pietre sono nobili ci sono anche schegge di pietra che si potevano usare per la muratura (calce + pietra). Muri a secco => artigiani sagomano la pietra incastrandola sapientemente.
• La pietra calcarea era soprattutto usata per la calce. Mettendola nell’altoforno la pietra, con il calore, perde l’umidità e diventa polvere. Questa è la calce viva, quando si rimette in tanta acqua la quantità che serve per la muratura si esce e si rimescola. A fine ‘800 l’unica cosa che poteva essere usata come malta era la calce. Nasce un’altra professione che è quella dei calcarari, coloro che lavorano negli altoforni.
La pietra veniva usata nella decoratio, era importantissima ed era affidata agli scultori.

Tratto da APPUNTI DI STORIA DELL'ARCHITETTURA di Debora Neri
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