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L'importanza del De Diversis artibus di Teofilo - XII secolo -



In epoca medievale si trasmettono informazioni artistiche anche di origine greco – romana, specie sotto forma di anonimi ricettari che descrivevano le materie e le tecniche ammantandole di magia e mistero, come l'Eraclio, nome completo De coloribus et artibus Romanorum, o la Mappae Clavicula, di autore anonimo.

Il trattato più importante è però il De diversis artibus di Teofilo (XII secolo). Assai notevole per le notizie sulle descrizioni delle tecniche artistiche bizantine e bizantineggianti, è fu il primo ricettario (quasi) scevro da elementi iniziatici e magico-chimici, improntato a una chiara esposizione di sapore pratico, concreto ed empirico. Sin dalla sua prima diffusione venne considerato come una sorta di encicolpedia delle arti (diremmo oggi di arte e artigianato) cristiane del Medioevo. Le sezioni sulla metallotecnica dimostrano come l'autore sia forse un benedettino tedesco, tale Rugerus. È uno scritto tecnico ed essenziale che si apre sintomaticamente come una chronica medievale “dall'origine del mondo e del peccato umano” e l'autore stesso si presenta come un monaco che scrive per coloro che desiderano vincere la pigrizia con il lavoro, augurando loro come premio la celeste ricompensa. Fornisce una sintetica giustificazione dell'attività artistica al servizio della chiesa di timbro tanto tomistico quanto neoplatonico, con argomentazioni paragonabili a quelle della polemica tra Bernardo di Chiaravalle e l'abate Guglielmo di Saint – Thierry, fondandosi sugli stessi passi scritturali contestati da Bernardo. Teofilo invita a non scrivere per gloria mondana ma per il vantaggio degli altri e per la gloria di Dio.

Motivi che ritroviamo nel Trattato dell'arte  di Cennino Cennini (n. 1390), di sapore più laico perchè influenzato dalla poetica stilnovista, da cui Cennino riprende il motivo dell'animo gentile come condizione essenziale dell'attività artistica,  e dove non si fa più mistero dei segreti di bottega. Spesso interpretato dagli studiosi come momento di passaggio fra l'arte medievale e quella rinascimentale, per aver fissato per la prima volta dei principi teorici piuttosto che singole norme pratiche, il Trattato resta un minuto e dettagliato trattato tecnico attraverso il quale si intravedono i problemi e il linguaggio, figurativo e parlato, delle botteghe tardogiottesche tosco – padovane. Attivo, infatti, a Padova ma toscano e apprendista di Agnolo Gaddi, fu lui che probabilmente gli ispirò l'asserzione della necessità didattica di imitare costantemente un maestro fino ad appropriarsi della sua materia, pur riconoscendo che la più perfetta guida che possa avere un'artista è quella del ritrarre di naturale.

Tratto da STORIA E CRITICA DELL'ARTE di Gherardo Fabretti
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