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La Costituzione (prima e dopo)


L’articolo 2 (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale"; identifica nella persona umana il valore base del sistema positivo) rovescia l’ottocentesca priorità dello Stato. Questo spostamento di equilibrio può considerarsi come il quadro valoriale e istituzionale che permetterà la nascita della comunicazione istituzionale. 

Prima della Costituzione
Al centro del nostro studio sta il rapporto tra Stato e cittadino. Esiste una continuità appurata tra governo liberale e regime fascista, sia sul piano giuridico che su quello amministrativo. 
Piano giuridico: lo stato liberale (nato nel 1860 ma con una configurazione costituzionale risalente allo Statuto Albertino del 1848) ha una caratterizzazione autoritaria, nata dalla fusione dei sistemi costituzionali francese e tedesco, che identificavano la libertà nella sfera puramente politica. Lo Stato fascista si edificò sui medesimi principi: la libertà è espressa nella legge dello Stato. Lo Stato cosiddetto liberale, già nella sua struttura interna, non permetteva sostanzialmente di stabilire una connessione tra società e sistema istituzionale. E’ in questo distacco tra istituzioni e società che la comunicazione pubblica troverà un proprio spazio storico e culturale.
Piano amministrativo: anche l’amministrazione, capillare e pervasiva, è stata ereditata dalla Francia e dalla Germania, ma senza una preparazione adeguata. La struttura e il personale interno all’amministrazione rimase invariato nel periodo fascista. Anche a ristabilire un rapporto tra amministrazione e cittadino dovrà contribuire la comunicazione pubblica (l'amministrazione da collante si è trasformata in ostacolo tra istituzioni e società)
Un elemento di discontinuità tra stato liberale e regime fascista è proprio la comunicazione: solo il fascismo aveva capito la natura creatrice, istitutrice di ogni atto comunicativo (radio, cinema, voce e retorica), e i veri referenti della com dello Stato: i cittadini e non le élites, la gente e non i partiti.

Dopo la Costituzione
La latitanza della comunicazione delle istituzioni fu percepita nello stesso momento in cui la carta costituzionale veniva redatta. All’identità costituzionale tra società civile e Stato si sostituì l’identità costruita per ideologie (partiti). Recuperare la circolazione di informazione tra società e istituzioni significherà distinguere comunicazione politica e comunicazione pubblica
Gli anni della contestazione
C’era uno scollamento tra società civile e Stato, tra paese reale e legale che si manifestò in diverse forme.
Di fronte all’esplosione di domanda da parte della società lo Stato deve riconfigurarsi. 
Ascoltare la società e le sue espressioni, renderla partecipe alla vita pubblica, è una frontiera della c di interesse generale.

Comunicazione dimezzata -> la lunga epoca della delega, quando gli apparati istituzionali rinunciavano a intervenire nei processi comunicativi.
Consolidamento di legittimazione -> una più recente stagione, che mette a frutto una cementazione normativa

Tratto da TEORIA E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA di Priscilla Cavalieri
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