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Le pubblicazioni scientifiche


Sono dotate di un sistema di “controllo di qualità” (e originalità), ossia ogni articolo è sottoposto allo scrutinio di altri ricercatori, c.d. referees. Vi sono riviste prestigiose, quindi ambite dai ricercatori (per riconoscimento al proprio status scientifico, prospettive di carriera e potere che si esercita nell’ambito della comunità scientifica), come Nature o Science. Esistono basi dati su tali riviste scientifiche, contenenti statistiche sulle pubblicazioni in esse contenute (numero di pubblicazioni, Paese di appartenenza degli autori); sono basi dati che penalizzano gli autori dei Paesi di lingua non anglosassone, e sovra rappresentano biologia e medicina, ma sono utili e impiegate dagli analisti di tutto il mondo per studiare l’output delle ricerca.
Si nota un divario tra pubblicazioni europee e statunitensi, aumentato tra il 1995 e il 2001 (europee da 36 a 37%, statunitensi da 34 a 31%). L’Italia si trova al settimo posto nel mondo. Le economie in crescita nel periodo 1995-1999 mostrano incrementi a tassi molto alti (Corea 16.2%, Cina 13.7%, Taiwan 5.5%, Spagna 4.4%). In netto calo gli Usa.
Indice della produttività scientifica: rapporto tra numero di pubblicazioni e totale dei ricercatori. Studiando l’indice si notano valori simili per i diversi Paesi (2.0 per l’Olanda, 1.7 per il Regno Unito, 1.5 per l’Italia, 0.9 per gli Usa).
L’Italia esce dunque a testa alta dal confronto, evidenziando come il problema sia non la qualità della R&S (che richiede comunque miglioramenti), ma il suo insufficiente dimensionamento. Il maggior numero di pubblicazioni nel periodo 1996-1999 è stato prodotto dal Cnr (18.800), l’Università di Milano (17.000), l’Università di Roma “La Sapienza” (13.400). I campi scientifici che trattiamo maggiormente sono l’ingegneria geologica, l’aerospaziale, la strumentazione, l’elettrotecnica, la farmacologia, l’astronomia e l’astrofisica, la matematica, fisica, medicina clinica; siamo invece deboli nelle scienze della vita, biologiche e biomediche, scienze della salute, alimentazione, agricoltura, ambiente, chimica, statistica. Collaboriamo prevalentemente con colleghi americani, francesi, inglesi, tedeschi e svizzeri.

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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