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Mussolini presenta il suo governo alla Camera
Benito Mussolini, incaricato da Vittorio Emanuele III di formare il nuovo governo, si presenta alla Camera dei deputati per chiedere la fiducia. La ottiene con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti. L'esecutivo guidato da Mussolini è costituito solo in parte da esponenti del Partito Nazionale Fascista, visto che è nato anche grazie al consenso di popolari, liberali, demoliberali, nazionalisti e demosociali, per cui ci sono importanti esponenti di queste forze politiche che assumono responsabilità di governo, tra cui Cavazzoni e Tangorra in rappresentanza dell'ala destra del partito cattolico, rispettivamente al Lavoro e al Tesoro, il giolittiano Teofilo Rossi al ministero per l'Industria e il liberale Gentile all'Istruzione. Al ministero delle Finanze c'è De Stefani, e sarà quest'ultimo ad incidere più di ogni altro sull'orientamento generale della politica economica dei governi a guida Mussolini nella prima metà degli anni venti, orientamento che è senz'altro di carattere liberista.
Nel discorso di presentazione alla Camera del suo ministero, Mussolini fa un'affermazione che, alla luce dei successivi atti posti in essere dal suo governo, si rivelerà niente più che una bolla di sapone. Egli infatti afferma: "Le libertà statutarie non saranno vulnerate. La legge sarà fatta rispettare a qualunque costo".
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