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Definizione di Clinica

Le idee e la visione interpretativa o ermeneutica della realtà, quali aspetti o spettri formulati dalla mente, possiedono le nostre dimensioni psichiche, ponendo condizioni alle facoltà cognitive, emotive ed affettive della nostra psiche, all’ideatività e alla cognizione o anche solo a parti di esse.
Alcuni fenomeni psichici risultano legati al funzionamento emotivo e alla relazionalità e viceversa. Infatti l’educatore, l’insegnante, l’analista, operano con “materiale umano”, dal momento che rientrano in categorie professionali esposte a gravi rischi contro il benessere psicologico e la salute mentale.
Il connubio tra pedagogia e clinica psicologica trova difficoltà di ibridazione ed interscambio a causa di resistenze latenti dettate da pregiudiziali e scarsa volontà di incontro tra settori professionali apparentemente agli antipodi, ma ugualmente gravitanti attorno al "materiale umano" di cui diventano strumento per educare, per guarire, per condurre e per salvare...
Il fare clinica e apportare concetti psicologici nell’ambito dell’educazione e della scuola comporta disagio e implicazioni verbali ambigue ricollegate al linguaggio psicanalitico, in quanto il trapassare i luoghi della clinica analitica appare giustificato solo alla presenza di sintomatologie altamente patologiche, invalidanti e soprattutto inerenti il pluriverso dell’adultità. In ambito scolastico la clinica psicanalitica avverte un’impercettibile esigenza di legittimazione, nel sospettoso desiderio di chiedere il permesso alla procedura psicologica con le multiformi tipologie di disabili o inabili all’apprendimento. La pratica psicanalitica non considera positivamente chi esporta tecniche e pratiche psicologiche e cliniche in altri settori professionali di interazione umana ad alto impatto relazionale soprattutto in contesti pedagogico-educativi. Così anche la pedagogia teme fortemente le invasioni psicologiche e le intrusioni mascherate di assoggettazioni professionali e culturali. Il timore di inefficaci ibridazioni concettuali, di commistioni procedurali inadeguate ed imprecisi sincretismi teorici ed operativi, è effettivo, giudicando dalla cospicua produzione letteraria inerente l’impraticabile confronto tra pedagogia, educazione e clinica psicanalitica.
In ambito scolastico si teme l’argomento “clinica” per supposizioni conclamate, pregiudiziali latenti, sotterranee paure. Un’idea di fondo consiste in questa ipotesi che se un’adeguata vigilanza e pratica di controllo esterna non risulta sufficiente a condurre il comportamento dell’allievo, eventualmente l’analisi delle dimensioni interiori potrebbero dare un contributo a trasformare l’allievo come lo si vorrebbe, per convenienza.

di Laura Tussi