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Fare networking non è una cosa sporca

14 dicembre 2020

Fare networking non è una cosa sporca Persino Confucio ce l’aveva con loro: le raccomandazioni, i favoritismi.
“L'uomo superiore coltiva la giustizia, l'uomo inferiore coltiva la speranza di ricevere dei favori.”

È strano come in un’epoca di post, stories e zero privacy, dove spargiamo commenti personali a 360° a conosciuti e sconosciuti, l’idea di fare networking per ragioni lavorative ci faccia sentire “sporchi”.
Dì la verità: anche tu ti senti profondamente a disagio a contattare qualcuno “solo” per ragioni lavorative.
Non ti preoccupare non è solo un tuo limite.
Tre ricercatrici, Tiziana Casciaro (Università di Toronto), Francesca Gino (Harvard University) e Maryam Kouchaki (Northwestern University) nel loro paper The Contaminating Effects of Building Instrumental Ties: How Networking Can Make Us Feel Dirty dimostrano, dati alla mano, che giovani e meno giovani tendono a giudicare negativamente la ricerca di contatti professionali.
Sembra che finché la relazione richiesta è amicale vada tutto bene, ma se si entra in ambito lavorativo il giudizio morale (soprattutto su se stessi), cambia drasticamente.

Come possiamo superare questa sensazione?
Secondo le ricercatrici è importante il tipo di approccio: devi considerare il conoscere nuove persone come un’opportunità di crescita e non come un favoritismo.
Oppure puoi pensare a quello che puoi offrire in termini di esperienza e idee.

Ovviamente questo non è facile, soprattutto se sei giovane, appena laureato e non ti sei ancora cimentato/a nel mondo del lavoro.
Ebbene sì, il fattore età è fondamentale: più sei giovane, meno contatti hai e il tuo network finisce per essere la tua famiglia, i conoscenti e gli amici.
E se famigliari e conoscenti possono aiutare, gli amici solitamente sono nelle tue stesse condizioni, in cerca di lavoro e senza contatti.
Ed è a questo punto che bisogna creare un piano strategico per crearsi il proprio network senza sentirsi un raccomandato.

Marissa King, professoressa di Organizational Behavior a Yale ed autrice di Social Chemistry: Decoding the Patterns of Human Connection ci dà qualche utile consiglio:

1- Renditi conto che costruirsi dei contatti è essenziale, soprattutto in periodi di crisi: si possono trovare moltissimi studi che confermano che le persone che hanno un buon network a cui rivolgersi spendono meno tempo nella ricerca di lavoro e ottengono posizioni migliori e ben remunerate.

2- Il tuo obiettivo deve essere “conoscere per crescere” visto che lo scopo non è “farti raccomandare” ed ottenere un lavoro per cui non hai le qualità.
Quando ti serve un’informazione la cerchi in Google, quando vuoi maggiori informazioni su un settore lavorativo chiedi ad un esperto.

3- Non sottovalutare mai i piccoli impieghi che puoi ottenere mentre raggiungi il lavoro dei tuoi sogni. Ogni occasione lavorativa ti permette di imparare delle skills fondamentali, come lavorare in gruppo, l’importanza dell’ascolto, la gestione dei clienti.
E inoltre ti aiuta a creare una serie di contatti fuori dalla tua cerchia di amicizie.

4- I colleghi universitari, di master o sul lavoro: risorse o rivali? Noi scegliamo la prima risposta.
Non vi è nulla di male in una sana competizione, ma ricordati che lo scopo non è rubare il lavoro a qualcun altro, ma trovarne uno adatto a te.
Quindi coltiva le amicizie, crea occasioni di scambio e di aiuto. Il gruppo funziona meglio del singolo, l’abbiamo imparato in anni di evoluzione.

5- Non hai proprio nessun contatto da cui partire? Non è vero, hai internet.
Social network e siti ti permettono di crearti una lista da cui iniziare. Non disdegnare nemmeno i gruppi sui social o i blog, dove puoi restringere il campo su persone interessate ai tuoi stessi argomenti.

6- Dimentica la frase: “Non ho nulla da offrire in una relazione professionale”.
Non hai proprio nessuna passione, nessuna competenza, nessuna voglia di imparare? Se la risposta è no, allora i casi sono due: o devi rifletterci meglio, oppure è ora di metterti in gioco.

Non è facile fare networking.
Siamo timidi, soffriamo della sindrome dell’impostore, abbiamo un background con scarsi o inesistenti contatti personali.
Compito per superare questa impasse è: ricordati almeno 1 volta al giorno che creare una rete di contatti è fondamentale.
Poi agguanta il telefono ed inizia a stilare una prima lista. Potresti sorprenderti.
E se sei a digiuno di galateo eccoti alcune dritte per non fare brutta figura: Il galateo del networking. Anche digitale