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3 regole per un CV e una lettera di presentazione originale (ma non troppo)

4 ottobre 2019

Devi scrivere il CV e l’ansia ti assale: “Ok, ho capito in quali e quante sezioni si compone un CV. Ho l’elenco super completo e aggiornatissimo di titoli di studio, lavoro ed hobby. Mo’ come lo scrivo ‘sto benedetto CV?”
Ebbene sì, oltre al mero elenco delle cose fatte, qualche parola tua la devi aggiungere quando descrivi le tue mansioni o la tua personalità.

Qui l’eterno dilemma tra andare sul sicuro col rischio di risultare banali, oppure essere creativi col rischio di superare il limite e risultare volgari o immaturi.
La risposta a questa tua domanda è sempre una: mostra la tua unicità adeguandoti allo stile dell’azienda e alla posizione che vuoi ricoprire.

Primo passo: ecco la checklist necessaria
Leggi più volte l’offerta di lavoro oppure rifletti su quali competenze possono essere richieste in quell'azienda/per quella posizione
Vai sul sito e sui social dell’azienda, studia la loro storia, la mission, il tone of voice che utilizzano
Vai su LinkedIn e visita il profilo di chi ci lavora: qual è l’età media, lo stile, le qualifiche?
Anche se sei in modalità “Invia CV a molti”, se non ti impegni a personalizzare la presentazione e a far emergere la tua voce è probabile che la tua candidatura si perda tra le molte inviate.
Ne abbiamo già parlato in merito alla ricerca di LinkedIn: le aziende cercano competenze, ma valutano ancora di più carisma, passione e creatività.

Secondo passo: tre regole per risultare creativo senza strafare
Capito qual è lo stile giusto con cui proporti devi risaltare tra la folla. Che non significa stupire ad ogni costo, essere necessariamente originale e creativo.
A volte basta solo fare attenzione alla scelta delle parole, sapere cosa vuoi comunicare e farlo cercando di far emergere la tua personalità.

1- Evita le frasi cliché che non aggiungono nulla al tuo CV o lettera di presentazione
“Ottime capacità di team working e problem solving” – “Proattivo e capace di relazionarsi con gli altri” – “Ho un forte senso del dovere” sono frasi che i recruiters leggono a migliaia e non danno personalità alla tua comunicazione.
Prendi la lista di competenze che hai scritto prima e cerca di trovare un modo alternativo per esporle.

2- Sii brioso, ma con gusto, ovvero racconta una storia
È più facile abbandonarsi alla creatività se ci si sta candidando in un settore dove l’originalità è richiesta.
Questo però non ti giustifica dallo scrivere CV noiosi.
Se l’azienda ha un tono serioso trattieniti, ma mostra un po’ di personalità.
Che in questo caso si può tradurre in "Racconta una breve storia che parli di te".
Riprendi la lista di competenze che hai stilato e rendila umana, riconoscibile ed unica.
La lettera di presentazione è il luogo ideale, ma anche nel CV puoi inserire sprazzi di originalità.
Come?
Ad esempio non citando esattamente la competenza richiesta (come fanno tutti), ma lasciandola intravedere in filigrana
Hai fatto un solo stage finora? Nella lettera di presentazione sostituisci “Proattivo e capace di relazionarsi con gli altri” con “Il periodo di stage è stato il momento giusto per raccogliere l’esperienza dei colleghi più esperti e creare vivaci collaborazioni sfociate in questo progetto …”. Oppure “La possibilità di osservare con occhi nuovi il flusso di lavoro mi ha permesso di proporre delle modifiche per ottimizzare ….”.
Hai svolto molteplici lavori come customer care e il lavoro per cui ti proponi punta proprio a questo? Invece di un vago “Ho maturato doti di relazione con il cliente”, uno specifico “Una media di risoluzioni positive delle controversie del 90% ha garantito all'azienda...”: non è una frase al top della creatività, ma ti distinguerai dalla massa dei “proattivi”.

3- Non scadere nel ridicolo
Datti dei limiti. Scrivi tutto poi spegni il PC e tornaci il giorno dopo per rileggere ciò che hai scritto. Fai leggere CV e lettera di presentazione a qualcuno prima di inviarla.
Ricorda che ti stai proponendo ad un'azienda, che in te deve vedere una persona in ogni caso affidabile e professionale: quindi no a doppi sensi sessuali, commenti religiosi, battute di cattivo gusto, giochi di parole, frasi ad effetto da manifesto pubblicitario, patetismi, stile preso da "La posta del cuore" o eccessivamente sognante.
Devi solo inserire quella lista di competenze che hai già stilato in un contesto più personale, esaltando la tua capacità di comunicare al meglio chi sei.
Se il tuo settore è creativo, o l'azienda ha uno stile molto informale, puoi spingerti oltre anche con la grafica e l'impaginazione.
Se l'ambiente è più ingessato limitati a non essere banale e a dare 'calore umano' alla comunicazione.

Questo è il modo migliore per evitare di finire un giorno in un libro come “La mia azienda sta stirando le cuoia – mille curricula ridicula dell’Italia che cerca lavoro”. Se non l’hai mai letto ti consiglio di cercarlo in biblioteca (è ormai fuori catalogo) per farti due risate. Ecco le perle migliori:
“Sono un laureato in economia e commercio, vi scrivo perché voglio diventare un manager con la A maiuscola".
"Se nel mio curriculum trovate due buchi è perché ho avuto due figlie".
"C'era una volta un laureato in filosofia al primo impiego che cercava lavoro"
"La mia può sembrare un'Odissea, ma Ulisse in confronto non è nessuno, ho viaggiato per tutta la vita"
"Direttamente da DeAmicis: A otto anni prima di andare a scuola vendevo tutte le mattine un cestino di frutta. I miei clienti erano operai che con un pezzo di pane del giorno precedente ed il mio genuino prodotto potevano gustare un lauto pranzo."
"Ci sono tre facce della medaglia che mi spingono ad andar via: la prima, la distanza. La seconda: i soldi. La terza: mia moglie che lavora nel mio ufficio e già la sopporto a casa"