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Leggere le classifiche dei master attraverso la metodologia

15 aprile 2010

Le classifiche, o ranking, delle migliori scuole o master stilate da prestigiosi quotidiani e riviste di economia, si sa, sono preziosi strumenti nell'orientare la scelta al momento di iscriversi a un corso post laurea. Per evitare però di perdersi nell'alto numero di statistiche che coinvolgono il mondo accademico, quello che conta è saper leggere le classifiche attraverso la metodologia utilizzata per compilarle.

E sono proprio i criteri che, da una parte, ci dicono quanto è affidabile e trasparente una ricerca e, dall'altra, spiegano le differenze, a volte rilevanti, tra una classifica e l'altra. Per questo, abbiamo scelto per voi alcuni tra i ranking più noti a livello internazionale, riportandovi per ognuno quali sono i criteri con i quali sono stati compilati.

Partiamo dalle classifiche delle scuole.

Una delle più note è senz'altro ilWorld University Rankings del Times Higher Education, rivista londinese specializzata nel mondo accademico, è attivo invece dal 2004. Da quella data fino all'anno scorso la classifica era condotta attraverso i dati raccolti dall'agenzia QS. Dal 2010 il prestigioso periodico ha stretto una collaborazione con l'agenzia Thomson Reuters e ha preso l'attuale nome di Times Higher Education World University Rankings.
L'agenzia è nota come uno dei più grandi database di citazioni scientifiche e spiega la volontà della rivista inglese di fornire ranking (sia a livello generale, sia continentale sia per materia di studio) rivisitando la propria metodologia su una base di maggiore trasparenza e concentrata soprattutto sui criteri della ricerca. La scelta dei parametri per la classifica 2010 non è ancora terminata ed è in fase di dibattito (al quale possono partecipare anche i lettori): l'uscita prossima, infatti, è prevista per l'autunno di questo anno.

Si ha poi, proprio, il QS World University Ranking, stilato dall'agenzia londinese QS, che si basa su un'indagine attraverso interviste online con il corpo accademico delle università mondiali. Questo criterio, che vale per il 40% del totale, è affiancato poi da altri fattori, come: lo student faculty ratio (un indicatore usato in molte statistiche che valuta la grandezza delle classi nella scuola oggetto di indagine: in altre parole, un basso tasso indica piccole classi e, dunque, un miglior livello di insegnamento), la ricerca comparata agli investimenti effettuati in tale settore e le interviste agli impiegati della scuola.
L'insieme di questi indicatori fornisce le basi sulle quali la QS indica le migliori scuole mondiali: un insieme che valuta principalmente il parere degli studenti e degli accademici, la qualità dell'insegnamento e della ricerca.

Un'altra classifica delle scuole nota a livello internazionale è l'Academic Ranking of World Universities, compilata dalla Shanghai Jiao Tong University. L'ARWU viene compilata dal 2003 annualmente e punta principalmente i propri criteri sulle performance accademiche (qualità dell'insegnamento) e sulla ricerca. Oltre al ranking generale, ci sono una serie di classifiche che valutano le scuole per settore di studio e facoltà
I diversi ranking, comunque, si basano su criteri comuni, ossia comparando 1200 università mondiali in una formula che tiene conto del numero di alunni che in quella scuola ha vinto un premio nobel, del numero di docenti che hanno conseguito un premio nobel, della ricerca e del numero di articoli pubblicati nelle riviste britanniche Nature e Science, degli indicatori SSCI (Social Sciences Citation Index) e SCI (Science Citation Index) che valutano la quantità di ricerche prodotte dalla scuola e citate nelle riviste di settore.

Se si è, invece, interessati a scegliere un MBA, allora vale la pena concentrarsi su altri tipi di classifiche che valutano sia la qualità delle business school a livello mondiale, sia la qualità degli MBA offerti.

Il Financial Times offre diverse classifiche in proposito, in particolare il Global MBA Ranking (la X edizione è uscita nel mese di gennaio), che valuta i migliori MBA in versione full time, l'EMBA Ranking, che giudica gli MBA in versione executive, l'Online MBA Ranking (l'edizione 2010 è appena stata pubblicata) e il Master in Management Ranking.
Tutte le classifiche sono stilate su interviste condotte con gli studenti e le scuole stesse e valutano master (156 nella prima classifica) accreditati da enti internazionali quali AACSB, Esquis o Amba. La metodologia si basa su una formula che prende in considerazione 20 parametri, in tre macroaree: lo sviluppo di carriera e il potere d'acquisto della retribuzione dei diplomati; la multiculturalità della scuola e del programma; la qualità della ricerca. Il 55% della valutazione dipende dai dati forniti dagli ex studenti a tre anni dal diploma, il resto dai parametri delle scuole.

Anche l'Economist ha una propria classifica sugli MBA full time. Condotta su 135 business school del mondo, l'indagine avviene in due fasi che coinvolgono sia studenti che scuola stessa. La metodologia si concentra su quattro categorie: l'apertura di nuove opportunità professionali a fine corso; l'esperienza formativa durante i tre anni; l'aumento di salario e lo sviluppo di network con altre realtà accademiche.

L'Economist, come il FT, produce anche altre classifiche sugli MBA in formula part time, executive e quelli offerti in distance learning. La cosa più interessante, però, sono alcuni aspetti di contorno ai ranking offerti: ossia note descrittive delle scuole che introducono ulteriori elementi di valutazione. Una di queste sono i punti di forza e i punti di debolezza di ogni business school, i primi dichiarati dall'istituto stesso, i secondi tratti dalle interviste agli alunni effettuate dalla rivista.
Altro elemento, sono le citazioni estrapolate dalle risposte degli studenti secondo la loro rappresentatività rispetto ai risultati emersi dalla classifica.

La metodologia, dunque, non si discosta di molto da quella del FT, sebbene per l'Economist a contare di più siano elementi quali il placement (il tasso che valuta l'occupazione degli studenti al termine degli studi effettuati), piuttosto che l'aumento di salario, e l'internazionalizzazione, piuttosto che la ricerca.

Ci sono poi diverse classifiche stilate a livello regionale, come ad esempio negli States o in Inghilterra, da quotidiani prestigiosi o da enti di ricerca. Solitamente la metodologia è sempre esplicitata. Noi vi consigliamo di farci attenzione: un insieme di numeri non significano niente se non si sa come leggerli!