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Start up, imprenditoria giovanile, ricerca ma anche città più vivibili. Ecco come i laureati italiani avrebbero speso i soldi dei rimborsi elettorali

Sondaggio

29 aprile 2012

Start up, imprenditoria giovanile, ricerca ma anche città più vivibili. Ecco come i laureati italiani avrebbero speso i soldi dei rimborsi elettorali 2,3 miliardi di euro. È questa la cifra stratosferica erogata ai partiti in 18 anni, dal 1994 ad oggi, sotto forma di rimborsi elettorali, strumento di arricchimento illecito dei partiti che ha abilmente preso il posto dei finanziamenti pubblici, aboliti con referendum nel 1993.

Questo dato, oltre a confermare un palese scavalcamento della volontà popolare, nasconde pure il bottino che i gruppi parlamentari si sono intascati indebitamente, e cioè 1.700 milioni di euro, ovvero la differenza tra i 2,3 miliardi di euro già incassati e i 580 milioni di euro di spese elettorali effettivamente documentate.

Qualche dettaglio? Oltre 120 milioni sono andati alla Lega, circa 195 milioni al Pd e oltre 187 milioni al precedente Ulivo. Di Pietro e i suoi (solo dal 2001) hanno incassato 53 milioni e rotti mentre l'area Udc si è messa in tasca oltre 121 milioni. A Berlusconi & co., vi starete chiedendo, sono toccati 230 milioni e passa.

Ma cosa avremmo potuto fare con tutti questi soldi? Rimettere in sesto l'economia del nostro Paese, o almeno lanciare idee innovative e utili per stare meglio, tutti. Noi di Tesionline l'abbiamo chiesto ai laureati italiani attraverso un sondaggio. Il nostro sito è stato letteralmente preso d'assalto, complice, evidentemente, la questione che sta cara a tutti noi, e nondimeno ai più giovani, sfiduciati e arrabbiati nei confronti di una classe politica meneggiona e indegna, oggi più che mai.

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