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Un Master aiuta a trovare lavoro? ISTUD l'ha chiesto ai suoi laureati

Sondaggio

4 aprile 2012

Un Master aiuta a trovare lavoro? ISTUD l'ha chiesto ai suoi laureati I dati dell’Istat appena diffusi parlano chiaro. Un giovane su tre in Italia è senza lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile a febbraio è del 31,9%. In rialzo dello 0,9 % rispetto al gennaio 2012 e di 4,1 punti su base annua. Nel 2011 si sono persi 80 mila posti di lavoro solamente nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni. E sono circa 2 milioni i giovani NEET - not in education, employment or training - pari al 21% della popolazione tra i 15 e i 29 anni. D’altra parte, la Cgia di Mestre ha calcolato recentemente come, sempre nel 2011, 45 mila posti di lavoro messi a disposizione per la popolazione degli under 29 non siano stati assegnati per mancanza di candidature idonee.

Come si inseriscono quindi la formazione post laurea e l’offerta Master in Italia in questo quadro articolato, dove da un lato si impone una pesante crisi occupazionale soprattutto giovanile e dall’altro ad emergere è la carenza strutturale di profili qualificati per il nostro tessuto economico? Un Master può aiutare un giovane italiano a trovare lavoro?

La Fondazione ISTUD, la più antica business school privata italiana con sede a Stresa, sul Lago Maggiore, fondata nel 1970 per iniziativa di Assolombarda e di un gruppo di grandi aziende italiane e multinazionali (fra cui Pirelli, Olivetti, IBM, SMI), lo ha chiesto direttamente ai suoi ex studenti dei Master in Risorse Umane, Marketing Management e del programma per laureati in materie scientifiche Scienziati in azienda – ora manager nelle diverse funzioni in imprese nazionali e multinazionali di medie e grandi dimensioni - attraverso un sondaggio on line a cui hanno risposto in 214.

A tre anni dal conseguimento del diploma, il 97% di loro ha un’occupazione, e il 78% è assunto a tempo indeterminato. Il 10% ha invece un contratto a tempo determinato. Il Master, quindi, anche facendo un confronto con le statistiche generali, sembrerebbe aiutare a trovare lavoro e a costruire un percorso di carriera chiaro in un mercato altamente competitivo e sempre più professionale e frammentato. In termini di retribuzione, sempre a 3 anni dal conseguimento del titolo, il 39% guadagna in media tra i 1500 e i 2000 euro netti al mese, il 23% tra i 2000 e 3000 euro netti, il 9% oltre i 3.000 euro netti mensili.

Interessante anche il dato sulla soddisfazione rispetto al proprio lavoro. L’81% degli interpellati è infatti contento della propria occupazione. Questo è un elemento significativo anche perché presente in maniera omogenea tra chi ha terminato il Master entro gli ultimi 3 anni e che quindi ha una tipologia contrattuale più orientata su forme flessibili come contratti a progetto e tirocini di inserimento, e una conseguente retribuzione più bassa.

La flessibilità – verrebbe da dire – è quindi ormai una condizione accettata dai giovani della Generazione Y transitati da ISTUD, insieme alla disponibilità al cambiamento e al mettersi in gioco. Un rispondente su cinque dichiara di avere lavorato per più di 3 aziende dal conseguimento del diploma, il 23% per almeno 3 aziende e il 33% per 2 diverse organizzazioni. Il numero di cambi aziendali peraltro cresce al crescere della seniority e dell’esperienza lavorativa, a conferma della spendibilità del proprio profilo curriculum dopo il percorso formativo.

“L’indagine conferma come un Master qualificato possa essere una reale porta di ingresso per il mondo del lavoro per i giovani”, afferma Marella Caramazza, Direttore generale della Fondazione ISTUD. “Da anni, anche attraverso l’Osservatorio ISTUD Giovani e Lavoro, monitoriamo i reali bisogni di professionalità del mondo delle imprese e progettiamo i nostri programmi post laurea sulla base delle esigenze delle aziende, tenendo conto anche dei cambiamenti della società. Il tutto per formare i manager che faranno crescere le nostre imprese in modo deciso e moderno, attenti al ritorno economico ma anche alla qualità dell’organizzazione e alla difesa dei valori fondamentali della correttezza, della lealtà, della trasparenza e della sostenibilità di lungo periodo”, aggiunge Marella Caramazza.

“E nell’ottica dello studio e valorizzazione del rapporto tra giovani e lavoro, un ulteriore progetto che ci ha visto impegnati in queste settimane, è stata la messa on line del sito www.giovaniallavoro.it. Spazio dove abbiamo raccolto tutte le esperienze di ricerca degli ultimi anni sul fronte dei giovani e che invito tutti gli interessati a consultare direttamente”, conclude il Direttore di ISTUD.