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Firmato il Concordato tra la Santa Sede e il Governo spagnolo

27 agosto 1953

Risolte le ultime difficoltà di natura procedurale, viene firmato, nella Sala delle Congregazioni del Palazzo Apostolico, il nuovo Concordato tra la Santa Sede e il Governo spagnolo. Il Concordato, oltre a rappresentare un intimo desiderio di mettere in pratica quel cattolicesimo che molti esponenti del regime sono fieri di professare, è una necessità politica per la Spagna franchista. Il Concordato non è infatti un'iniziativa della Chiesa ma dello Stato spagnolo, desideroso di allentare la pressione internazionale contro il regime franchista alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le divisioni sorte tra le democrazie occidentali e l'Unione Sovietica hanno agevolaroto il compito spagnolo. L'esplosione della guerra fredda, culminata nella guerra di Corea del 1950, ha fatto cambiare le posizioni delle cancellerie occidentali: la vantaggiosa posizione geopolitica della Spagna è divenuta funzionale al blocco anticomunista. Il Concordato, dunque, rappresenta il primo e decisivo passo per l'inserimento della Spagna nella comunità occidentale; dopo di esso giungeranno l'accordo con gli Stati Uniti e l'ammissione all'Onu.
D'altra parte, il rilevante passo per il riconoscimento internazionale della Spagna è stato pagato dal regime attraverso la concessione alla Chiesa di un ruolo preminente in campo educativo, nell'ambito della moralità sociale e con il diritto esclusivo di fare proseliti in quanto religione di Stato.

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