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Integrazione degli stranieri nella Provincia di Grosseto: conoscenza delle norme e condivisione dei principi attraverso un'indagine campionaria sulle opinioni degli immigrati

La decisione di redigere una tesi sul tema dell’immigrazione è stata determinata dalla notevole rilevanza sociale di questo fenomeno. Le migrazioni, ben lontane dall’essere un fenomeno nuovo, costituiscono un argomento all’ordine del giorno: la questione dell’immigrazione è infatti al centro dell’attenzione dei partiti politici, dei mezzi di comunicazione di massa e dell’opinione pubblica. Alcune forze politiche lanciano un grido d’allarme, mettendo in guardia sulla contaminazione della propria cultura e sul rischio della perdita della propria identità nazionale. Le migrazioni, però, sono sempre esistite nella storia dell’uomo (anche se coinvolgevano un numero minore di individui), così come anche le contaminazioni culturali: le migrazioni fecero sì che gli ominidi uscissero dalla Rift Valley e si diffondessero in tutto il mondo. I barbari e i germani hanno contribuito al meticciamento dell’impero romano tra il I e il V sec d. C., ed è proprio da questo popolo meticciato che è nata l’Europa dei nostri avi .
Sono venuta a conoscenza della possibilità di analizzare i dati relativi ad un questionario di un’indagine realizzata sulle opinioni degli immigrati residenti nella provincia di Grosseto, in quanto era stata compiuta solo una breve analisi. La ricerca in questione è stata promossa dalla Provincia di Grosseto, dall’Assessorato alle Politiche Integrate e dal Tavolo Immigrazione del Forum del III Settore ed è avvenuta tramite la somministrazione di un questionario elaborato dalla Simurg Ricerche, con l’intento di contribuire alla definizione della nuova legge regionale “per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini non comunitari nella regione Toscana”. Ho ritenuto interessanti sia gli intenti della proposta di legge sia quelli della ricerca. La possibilità di cogliere i benefici socio – economici creati dall’immigrazione, infatti, è fortemente influenzata dalla capacità della società che accoglie gli immigrati di assicurare la loro piena integrazione, non solo sul mercato del lavoro ma anche nella società in generale. L’inserimento in una comunità di gruppi che sono portatori di altre culture crea una sorta di squilibrio che può dar vita, con il passare del tempo, al processo d’integrazione o a quello di marginalizzazione. Per questo, il questionario in questione è molto interessante, poiché interroga i migranti su una serie di temi fondamentali per realizzare l’integrazione sociale nella comunità ospitante, indagando l’esistenza di elementi comuni che vadano oltre le diversità della pluralità dei modelli culturali ed individuando i bisogni e le necessità dei migranti.

L’obiettivo di questo lavoro è quello di contribuire alla formazione di un quadro di riferimento che aiuti ad individuare politiche adeguate, volte a favorire la convivenza civile e l’integrazione attraverso la conoscenza delle opinioni degli immigrati. Occorre, infatti, una maggiore conoscenza e una maggiore consapevolezza su questo fenomeno di cui tutti parlano ma su cui circolano molte “voci” poco veritiere e portatici di pregiudizi.

Abbiamo scelto di iniziare l’analisi tracciando un quadro generale di riferimento in materia di immigrazione, passando poi ad analizzare le caratteristiche del contesto italiano, soffermandoci su quello toscano ed in particolare su quello grossetano, per avere maggiori elementi per comprendere il fenomeno dell’immigrazione nell’area in cui il questionario è stato somministrato e per poter analizzare al meglio i dati, inserendoli nel contesto di riferimento. Abbiamo ritenuto opportuno, inoltre, fornire un breve quadro normativo sul tema, analizzando le diverse leggi sull’immigrazione che si sono succedute nel tempo, ed effettuare una breve analisi della proposta di legge della Regione Toscana, oggetto del questionario (cap. 1). Sono stati poi presentati, nel capitolo 2, l’indagine, i sui obiettivi e il questionario.
L’analisi dei dati si articola in quattro parti: la prima si basa sull’analisi dei dati socio – anagrafici dei membri del campione (cap. 3), la seconda tratta delle prime due sezioni del questionario, la conoscenza della proposta di legge e dell’Ente promotore e la condivisione di alcuni principi fondamentali (cap. 4); la terza, della vicinanza o meno degli Enti e delle associazioni alle esigenze degli immigrati e, dell’importanza che questi attribuiscono alla partecipazione alla società italiana (cap. 5); la quarta, infine, si occupa della diffusione delle discriminazioni tra i membri del campione e, delle opinioni su argomenti quali: casa, scuola, salute, lavoro e dei problemi, dei bisogni e delle proposte degli immigrati (cap. 6).

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1 Introduzione La decisione di redigere una tesi sul tema dell’immigrazione è stata determinata dalla notevole rilevanza sociale di questo fenomeno. Le migrazioni, ben lontane dall’essere un fenomeno nuovo, costituiscono un argomento all’ordine del giorno: la questione dell’immigrazione è infatti al centro dell’attenzione dei partiti politici, dei mezzi di comunicazione di massa e dell’opinione pubblica. Alcune forze politiche lanciano un grido d’allarme, mettendo in guardia sulla contaminazione della propria cultura e sul rischio della perdita della propria identità nazionale. Le migrazioni, però, sono sempre esistite nella storia dell’uomo (anche se coinvolgevano un numero minore di individui), così come anche le contaminazioni culturali: le migrazioni fecero sì che gli ominidi uscissero dalla Rift Valley e si diffondessero in tutto il mondo. I barbari e i germani hanno contribuito al meticciamento dell’impero romano tra il I e il V sec d. C., ed è proprio da questo popolo meticciato che è nata l’Europa dei nostri avi 1 . Da un sondaggio della Commissione Europea realizzato nel 2000, l’opinione pubblica italiana è risultata la meno assimilazionista. Pochi sono gli italiani, rispetto agli altri popoli europei, che vedono nell’immigrazione un pericolo per la propria cultura o una causa della disoccupazione o un fattore che determina un aumento delle spese del welfare, anche se è facile per gli italiani associare gli immigrati alle attività criminose 2 . L’Italia, infatti, è stata sempre caratterizzata da notevoli diversità culturali dovute alla diffusione di molteplici stilli di vita, di subculture e di dialetti e questo, forse, influenza il suo modo di vivere l’immigrazione. Sono venuta a conoscenza della possibilità di analizzare i dati relativi ad un questionario di un’indagine realizzata sulle opinioni degli immigrati residenti nella provincia di Grosseto, in quanto era stata compiuta solo una breve analisi. La ricerca in questione è stata promossa dalla Provincia di Grosseto, dall’Assessorato alle Politiche Integrate e dal Tavolo Immigrazione del Forum del III Settore ed è avvenuta tramite la somministrazione di un questionario elaborato dalla Simurg Ricerche, con l’intento di contribuire alla definizione della nuova legge regionale “per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini non comunitari nella regione Toscana”. Ho ritenuto interessanti sia gli intenti della proposta di legge sia 1 Un altro esempio può essere costituito dal popolo etrusco frutto di una commistione tra elementi indigeni ed esteri.  2 A. Colombo, G. Sciortino, Gli immigrati in Italia, Il Mulino, Bologna, 2004.  

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Informazioni tesi

  Autore: Ilaria Bisori
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Sociologia
  Relatore: Silvia  Venturi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 168

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