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Gli investimenti dei Sovereign Wealth Funds: prospettive per Unione Europea e Stati Uniti

Il presente lavoro analizza il fenomeno dei Sovereign Wealth Funds, ed in particolare del ruolo che essi hanno rivestito nella scena economica internazionale negli ultimi mesi. Il loro accresciuto ruolo nei mercati finanziari internazionali ha suscitato una serie di preoccupazioni, ed un vivo dibattito presso i rappresentanti dei Paesi industrializzati circa le misure da intraprendere per limitare eventuali effetti negativi di questa categoria di investitori. Il lavoro si conclude illustrando i punti di accordo raggiunti, riguardanti in particolare l’idea di coinvolgere gli stessi SWFs in un sistema di collaborazione multilaterale, che aiuti a migliorare la trasparenza e la comprensione del loro “modus operandi”. La mancanza di trasparenza e disclosure di informazioni è infatti, tuttora, l’elemento principale alla base delle perplessità legate ai SWFs.
L’espressione Sovereign Wealth Funds è stata coniata nel 2005. Essa indica tuttavia un fenomeno non nuovo, che risale almeno al 1953. Sebbene non esista una definizione universalmente condivisa del termine Sovereign Wealth Funds, con esso si indicano comunemente dei fondi di investimento di stato, composti da assets denominati in valuta estera e gestiti separatamente rispetto alle riserve ufficiali o al budget fiscale.
In base ai due diversi processi di formazione si distinguono le due diverse categorie di SWFs, generalmente definite “commodities SWFs” e “non commodities SWFs”.
Al di là dell’espansione dei SWFs, l’elemento che ha catalizzato l’attenzione di governi ed istituzioni è stato l’accresciuto ruolo che i SWFs hanno acquisito nei mercati finanziari globali.
Gli investimenti dei SWFs si sono infatti evoluti verso strategie sempre più “aggressive”, spostandosi significativamente verso categorie di attività con un profilo rischio-rendimento molto alto, tipicamente capitale azionario di grandi imprese occidentali. Questo trend di investimenti è letteralmente esploso sui mercati finanziari globali tra l’estate e l’autunno del 2007, periodo in cui i SWFs hanno investito ingenti somme nelle più importanti banche americane (e non) coinvolte nella crisi dei mutui subprime: Citigroup, Merrill Lynch, Morgan Stanley, solo per citare alcuni nomi.
Alle precedenti considerazioni, sulla crescita e gli investimenti dei SWFs, si lega la mancanza di trasparenza e informazioni che caratterizza queste istituzioni. Al di là di poche eccezioni, tra cui si possono annoverare i fondi di Norvegia, Canada, Australia, Singapore, Corea ed in parte Kuwait, i SWFs non operano pubblica disclosure su nessuno dei temi ritenuti “rilevanti” nel sistema globale: ammontare degli assets in gestione, strategie e obiettivi che guidano gli investimenti, regole di governance e distribuzione delle responsabilità.
Gli sviluppi illustrati hanno ovviamente suscitato forti preoccupazioni sul piano internazionale, tra rappresentanti di governi, istituzioni internazionali ed accademici. Le iniziative, sia al livello nazionale che internazionale, scaturite da queste preoccupazioni, sono state molteplici.
Negli ultimi anni, il trend evolutivo degli investimenti diretti esteri, caratterizzato da una crescente importanza degli investitori di stato dei Paesi emergenti e da un forte interesse per settori “strategici”, aveva già suscitato una serie di risposte di policy volte a rafforzare i meccanismi di tutela della sicurezza nazionale, negli Stati Uniti ed in Francia in modo particolare.
L’esplosione dei SWFs ha posto una nuova enfasi su questo tipo di problematiche, generando una serie di proposte di regolamentazione molto diverse, anche tra gli stessi stati europei.
In generale, Stati Uniti e Commissione Europea concordano sull’idea di coinvolgere i SWFs ed i loro rappresentanti in un sistema di collaborazione multilaterale, cercando un accordo su codici di condotta volontari. In questo contesto, un ruolo fondamentale sarà ovviamente quello delle istituzioni economiche internazionali, FMI e OCSE in modo particolare.

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6 Introduzione Il presente lavoro analizza il fenomeno dei Sovereign Wealth Funds, ed in particolare del ruolo che essi hanno rivestito nella scena economica internazionale negli ultimi mesi. Il loro accresciuto ruolo nei mercati finanziari internazionali ha suscitato una serie di preoccupazioni, ed un vivo dibattito presso i rappresentanti dei Paesi industrializzati circa le misure da intraprendere per limitare eventuali effetti negativi di questa categoria di investitori. Il lavoro si concluderà illustrando i punti di accordo raggiunti, riguardanti in particolare l’idea di coinvolgere gli stessi SWFs in un sistema di collaborazione multilaterale, che aiuti a migliorare la trasparenza e la comprensione del loro “modus operandi”. La mancanza di trasparenza e disclosure di informazioni è infatti, tuttora, l’elemento principale alla base delle perplessità legate ai SWFs. Cosa sono i Sovereign Wealth Funds? L’espressione Sovereign Wealth Funds è stata coniata nel 2005. Essa indica tuttavia un fenomeno non nuovo, che risale almeno al 1953. Sebbene non esista una definizione universalmente condivisa del termine Sovereign Wealth Funds, con esso si indicano comunemente dei fondi di investimento di stato, composti da assets denominati in valuta estera e gestiti separatamente rispetto alle riserve ufficiali o al budget fiscale. Le caratteristiche distintive dei SWFs consistono pertanto nella appartenenza al settore pubblico e nella denominazione in valuta estera degli assets che li compongono. Si distinguono due diversi tipi di processi per cui delle risorse denominate in valuta estera finiscono nei bilanci del settore pubblico; un processo è basato sulle esportazioni di commodities, che incrementano, attraverso royalties e tassazioni, le entrate fiscali dei governi. Il secondo meccanismo è basato invece su surplus di partite correnti generici, combinati a interventi sui tassi di cambio, attraverso i quali le banche centrali accumulano ingenti quantitativi di riserve ufficiali. In base a questi due diversi processi di formazione si distinguono anche le due diverse categorie di SWFs, generalmente definite “commodities SWFs” e “non commodities SWFs”. In entrambi i casi, i SWFs vengono istituiti separando gli assets in eccesso, siano surplus fiscali o

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Nalli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Gloria Bartoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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