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L'uso dell'antico nell'opera di Diego Rivera al Palazzo Nazionale di Città del Messico

Lo studio dell'''Uso dell'Antico'' in Diego Rivera ha richiesto una sia pur sommaria conoscenza del passato e della storia del Messico, paese in cui l'artista è nato ed ha operato.
Tralasciando le vicende plurimillenarie delle civiltà precolombiane, oggetto di lavori di specialisti ed appassionati, ho iniziato la mia ricerca esponendo i molteplici e, spesso, complicati avvenimenti storici dei secoli XIX e XX.
Avvenimenti importanti che attraverso rivoluzioni, guerre civili, sconvolgimenti politico-sociali hanno determinato la nascita del moderno stato messicano.
Successivamente ho illustrato la biografia di Diego Rivera ed il fenomeno del Muralismo, in generale.
Ho rivolto poi la mia attenzione alla Segreteria di Educazione Pubblica di Città del Messico ed al Palazzo di Cortès di Cuernavaca, opere riguardanti soggetti e tematiche artistico-sociali che Diego Rivera svilupperà mirabilmente in quello che può essere considerato l'esempio massimo della sua arte, il ciclo di affreschi del Palazzo nazionale di Città del Messico.
In questo antico palazzo, al centro della capitale dello stato, sede del governo e del potere federale messicano l'artista realizzò infatti il ciclo di affreschi intitolato Epopea del popolo messicano; ad intervalli, negli anni che vanno dal 1929 al 1951.
L'opera fu voluta dal potere politico per rafforzare, col supporto di un'emblematica realizzazione artistica, la riappropriazione del passato nazionale ed autoctono del paese, quello delle civiltà precolombiane, distrutto dalla violenta colonizzazione spagnola e da varie dominazioni europee.
Il lavoro di Rivera ebbe inizio sotto la presidenza di Emilio Portes Gil (1929), ma il presidente che più s'identificò nei contenuti ideologici riveriani fu il generale Lazaro Cardenas (1934-1940).
L'artista, attraverso l'opera, si propone di riscattare le nobili origini del suo popolo e di dare, perciò, un'identità storico-sociale ai singoli cittadini ed alla nazione intera.
Egli raffigura con potenti immagini, di grande spessore artistico, coloratissime, realistiche ma allo stesso tempo ricche di simbologia, la storia del Messico dall'epoca precolombiana al ventesimo secolo.
Il ciclo pittorico degli affreschi del Palazzo Nazionale ha inizio dalla scalinata, divisa dall'artista in otto parti, delle quali le più influenzate dall'iconografia antica sono La leggenda di Quetzalcoatl (a nord) e La Conquista (al centro)
La leggenda di Quetzalcoatl e La Conquista, sono state esaminate in dettaglio, perché particolarmente rispondenti al tema dell'uso dell'antico.
Nel primo affresco La leggenda di Quetzalcoatl, completamente dominato dalla tematica preispanica, Rivera ha preso come spunto iconografico per la sua rappresentazione fonti che spaziano dal Codice Borbonico a quello Fiorentino, dalla statuaria azteca, tolteca e teothiuacana ai periodi postclassico recente e tardo.
notevoli sono i richiami alle attività, alle tradizioni, agli usi e costumi dei popoli indigeni del Messico.
L'artista raffigura, in forme mirabili, le principali componenti della vita spirituale, sociale, culturale ed economica del popolo azteco-tolteco, per arrivare alle situazioni difficili che sfociano nel conflitto armato con le truppe spagnole dei conquistatori.
Prevale, in questa splendida realizzazione, il concetto di possesso legittimo della propria storia da parte di un popolo, quando ancora non esistevano espropriazioni e violenze esterne.
Il tema della conquista, ubicato nella parte bassa del trittico della scalinata, si legge da destra a sinistra e segna l'inizio della sequenza cronologica dell'intero murale.
Esso sintetizza i concetti paralleli di resistenza e ferocia e illustra le origini politiche e sociali del popolo messicano a partire dalla prima lotta contro lo straniero, arrivando agli avvenimenti del XX secolo ecc...

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INTRODUZIONE La complessità dell’arte del ’900, la pluralità di correnti e avanguardie hanno apportato trasformazioni nei canoni artistici; innovazioni potenti, “rivoluzione” quasi. Tra i tanti “nuovi”, espressioni di una società diventata più complessa e forse più confusa, il percorso dell’avanguardia messicana ha per me rappresentato l’avvicinamento a una realizzazione artistica nata invece da un unitario progetto sociale, culturale, umano. Mi ha attirato lo slancio vitale e l’ “idealismo” di un gruppo di artisti che ha realizzato il proprio percorso, ispirato da motivazioni finalizzate ad un concreto cambiamento. La bravura, l’ “idealismo”, la maestria dei cosiddetti muralisti messicani hanno rappresentato nella prima metà di questo secolo una tappa importante della produzione artistica mondiale. L’ispirazione artistica è stata inoltre strumento e ha significato un tentativo di cambiamento politico e sociale sentito e motivato da profonde idealità. La vitalità dell’arte messicana, le forme e i colori delle sue rappresentazioni mi sono parse un “momento magico” ed hanno rappresentato per me un’importante spinta ad un approccio conoscitivo che è diventato via via più profondo. L’interprete più rappresentativo del “miracoloso” momento artistico messicano mi è parso Diego Rivera, che è stato capace di tradurre tematiche complesse in immagini e linguaggio potenti.

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Informazioni tesi

  Autore: Raffaella Ferrari
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Conservazione dei Beni Culturali
  Relatore: Mario Sartor
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 458

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Parole chiave

arte messicana
diego rivera
murales
muralismo
storia dell'arte contemporanea
civilità precolombiane

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