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Tutela contrattuale del consumatore ed azione inibitoria

La tutela contrattuale del consumatore nei confronti delle clausole abusive, è materia che ha ricevuto un impulso normativo fondamentale in ambito comunitario, con l’emanazione della direttiva 5 aprile, 93/13/CEE.
L’art. 7 della direttiva , impegnava gli stati membri a perseguire l’obiettivo programmatico di una progressiva eliminazione delle clausole vessatorie, dai testi dei contratti standard impiegati dai professionisti nei loro rapporti contrattuali con i consumatori.
Due erano gli ordini di interessi protetti e riconosciuti meritevoli di tutela dal legislatore comunitario: l’ordine degli interessi dei consumatori, riassumibile nell’esigenza di tutelare e di compensare lo squilibrio contrattuale nei rapporti con il professionista; l’ordine degli interessi dei concorrenti professionali legato alla possibilità, per le imprese, di operare nel mercato comune, in un contesto concorrenziale tendenzialmente omogeneo. In altri termini ancor più semplici, può parlarsi di due distinte finalità di tutela: la tutela del consumatore, quale contraente debole, e la tutela della concorrenza tra le imprese operanti nell’ambito di un’area di libero scambio.
La tutela civile del consumatore, non si esaurisce tuttavia nel mero riconoscimento formale di detti interessi, poiché altrimenti questi resterebbero difesi solo in via programmatica, essendo semplicemente enunciati nella legge .
Essa si estende fino ad includere la predisposizione di strumenti giuridici che realizzino un sufficiente grado di effettività della protezione di tali interessi.
I soggetti giuridici potranno in questo modo reagire alle lesioni degli interessi di cui sono titolari, nell’esercizio esercizio del diritto generale di difesa ai medesimi riconosciuto dall’art. 24 cost

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3 1. Introduzione. La scelta del rimedio inibitorio. La tutela contrattuale del consumatore nei confronti delle clausole abusive, è materia che ha ricevuto un impulso normativo fondamentale in ambito comunitario, con l’emanazione della direttiva 5 aprile, 93/13/CEE. L’art. 7 della direttiva 1 , impegnava gli stati membri a perseguire l’obiettivo programmatico di una progressiva eliminazione delle clausole vessatorie, dai testi dei contratti standard impiegati dai professionisti nei loro rapporti contrattuali con i consumatori. Due erano gli ordini di interessi protetti e riconosciuti meritevoli di tutela dal legislatore comunitario: l’ordine degli interessi dei consumatori, riassumibile nell’esigenza di tutelare e di compensare lo squilibrio contrattuale nei rapporti con il professionista; l’ordine degli interessi dei concorrenti professionali legato alla possibilità, per le imprese, di operare nel mercato comune, in un contesto concorrenziale tendenzialmente omogeneo. In altri termini ancor più semplici, può parlarsi di due distinte finalità di tutela: la tutela del consumatore, quale contraente debole, e la tutela della concorrenza tra le imprese operanti nell’ambito di un’area di libero scambio. La tutela civile del consumatore, non si esaurisce tuttavia nel mero riconoscimento formale di detti interessi, poiché altrimenti questi resterebbero difesi solo in via programmatica, essendo semplicemente enunciati nella legge 2 . Essa si estende fino ad includere la predisposizione di strumenti giuridici che realizzino un sufficiente grado di effettività della protezione di tali interessi. I soggetti giuridici potranno in questo modo reagire alle lesioni degli interessi di cui sono titolari, nell’esercizio esercizio del diritto generale di difesa ai medesimi riconosciuto dall’art. 24 cost. In ambito comunitario, si è provveduto a individuare e a riconoscere gli interessi che meritano tutela. Ai singoli stati membri è stata demandata la scelta delle concrete modalità di attuazione della difesa prescritta dalla direttiva. Il legislatore italiano, ha così disposto, con l’art. 1469-sexies c.c., che i soggetti esponenziali degli interessi tutelati fossero legittimati a “convenire in giudizio il 1 “Gli Stati membri, nell'interesse dei consumatori e dei concorrenti professionali, provvedono a fornire mezzi adeguati ed efficaci per far cessare l'inserzione di clausole abusive nei contratti stipulati tra un professionista e dei consumatori.” 2 Sul punto, con più generale riferimento alla persona, v. Bruscuglia, Busnelli, Breccia, Giardina, Giusti, Loi, Navarretta, Paladini, Poletti, Zana, Diritto Privato – parte prima, UTET, Torino, 2003, pp. 101-116; e L. Bigliazzi Geri, U. Breccia, F. D. Busnelli, U. Natoli, Diritto civile 1, UTET, Torino, 1987 pp. 141-180.

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Meccariello
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Prof. Umberto Breccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 32

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Parole chiave

azione collettiva
azione inibitoria
buona fede
class action
clausole
condizioni generali
consumatore
consumatori
consumer
contratto
inibitoria
injunction
law
obbligazione
significativo squilibrio
tutela
utente
vessatorie

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