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Rites of Passage di William Golding: un'analisi tematico-strutturale

Golding, ovvero: la visione imperfetta

Dall'intera opera di Golding considerata nel suo complesso emerge con chiarezza il profondo interesse che questo autore nutre nei confronti della visione, sia essa la visione spirituale di Jocelin o di Matty, o, più prosaicamente, la visione di sè e del mondo che personaggi come Pincher Martin o Edmund Talbot possiedono ed incarnano.
Eppure, quella che nei suoi romanzi di volta in volta ci viene presentata è sempre e comunque una visione parziale, distorta, ingannevole, in cui l'inganno è ora voluto e ricercato dal personaggio in questione, ora da questi rimosso e segregato nel più profondo del suo inconscio; può addirittura costituire, come nel caso di Pincher Martin, l'unica grande illusione che consente di sopportare una verità altrimenti inaccettabile perché troppo dura, spaventosamente terrificante, semplicemente annientante.
Quella che Golding ci fornisce attraverso i suoi personaggi è sempre, in sostanza, una visione imperfetta, che necessita, per essere completata e quindi compresa appieno (quando ciò è possibile), di una sorta di aggiustamento, di una messa a fuoco, di un ripensamento, insomma, da parte del lettore.
Tutti i libri andrebbero riletti almeno una seconda volta, ma questa è un'esigenza che si avverte con maggior forza nel caso di un libro di Golding. Attraverso la sua scrittura egli suscita nel lettore il desiderio di non limitarsi ad una singola lettura del testo, e gli affida pertanto il compito di compierne una rilettura, una lettura diversa, riveduta e corretta, da condursi con occhi nuovi, forse inizialmente confusi e frastornati, ma, via via, sempre più consapevoli.
Sembra quasi che Golding non ami svolgere tutto il lavoro da solo e per questo si rivolga al lettore, coinvolgendolo nella ricostruzione della storia che sta raccontando, o meglio, dandogliene l'impressione, dal momento che i suoi romanzi sono costruiti a maglie fittissime, che poco spazio lasciano ad un intervento esterno. Ma, in ogni caso, il lettore non è certo passivo. Al contrario: è come se il lettore fosse chiamato a vestire i panni di un detective per mettersi alla ricerca di una soluzione che non è facile ottenere, una soluzione che più crede di essere sul punto di raggiungere, più sembra sfuggirgli. Egli deve seguire attivamente e con la massima attenzione lo svolgersi dell'azione se vuole ricostruire, collegando tra loro i vari indizi sparsi qua e là a bella posta, una visione che, se non è mai univoca nè definitiva, è sicuramente diversa da quella iniziale, perché si basa su una maggiore completezza del quadro d'insieme e sulla conseguente possibilità, per il lettore stesso, di comprendere con maggiore chiarezza quanto è realmente accaduto, grazie ad un laborioso processo di chiarificazione e di approfondimento che, oltre ai personaggi, coinvolge per primo proprio lui, il lettore. Questi è dunque chiamato ad esercitare tutta la sua attenzione ed intuizione, a non lasciarsi sfuggire indizi preziosi dall'apparenza volutamente banale ed insignificante, a rielaborare le opinioni che si era formato inizialmente in una prima fase di lettura, arricchendole alla luce delle nuove informazioni via via raccolte in fase di rilettura, o è chiamato, addirittura, a ribaltare completamente tali opinioni; ma, in ogni caso, è invitato a non dare nulla per scontato.
In altre parole, i romanzi di Golding difficilmente costituiscono la lettura ideale per gli eterni sicuri di sè e delle proprie intoccabili convinzioni, per coloro che in nessun caso sono disposti a mettere in discussione se stessi e la propria visione del mondo. Del resto, emblematico, in tal senso, è lo stesso percorso formativo e personale di Golding, quel suo dividersi per tutta la vita tra due interessi apparentemente così diversi ed inconciliabili come l'amore per la letteratura e l'attrazione verso la scienza e quel suo sforzarsi assiduamente allo scopo di conciliarli in qualche modo, di trovare un ponte, un collegamento - salvo dover ammettere, come fa nel suo romanzo Free Fall attraverso il protagonista ed io narrante Sammy Mountjoy, che tale ponte non esiste, ma senza per questo abbandonarne mai la ricerca, senza darsi mai per vinto.
Attraverso le sue opere letterarie Golding è riuscito ad esplorare e a fare esplorare ai suoi lettori mondi immaginari ma nello stesso tempo realissimi perché plausibili, credibili e vividamente rappresentati; la scienza, dal canto suo, lo ha sempre attratto irresistibilmente perché sembrava in grado di garantirgli la sicurezza psicologica che solo risposte certe, eterne ed immutabili, quali questa disciplina sembra in grado di fornire, possono trasmettere.
Il giovane Golding ha dovuto prendere una difficile decisione: ha dovuto scegliere se soddisfare le aspettative paterne e privilegiare dunque lo studio delle discipline scientifiche oppure seguire ed assecondare le proprie naturali inclinazioni letterarie.

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CAPITOLO 1 Riti di passaggio Dall'intera opera di Golding considerata nel suo complesso emerge con chiarezza il profondo interesse che questo autore nutre nei confronti della visione, sia essa la visione spirituale di Jocelin 1 o di Matty, 2 o, più prosaicamente, la visione di se e del mondo che personaggi come Pincher Martin 3 o Edmund Talbot 4 possiedono ed incarnano. Eppure, quella che nei suoi romanzi di volta in volta ci viene presentata è sempre e comunque una visione parziale, distorta, ingannevole, in cui l'inganno è ora voluto e ricercato dal personaggio in questione, ora da questi rimosso e segregato nel più profondo del suo inconscio; può addirittura costituire, come nel caso di Pincher Martin, l'unica grande illusione che consente di sopportare una verità altrimenti inaccettabile perche troppo dura, spaventosamente terrificante, semplicemente annientante. 1 William Golding, The Spire, London. Faber & Faber, 1964. Il decano Jocelin ne è il protagonista. 2 William Golding, Darkness Visible, London. Faber & Faber, 1979. Matty ne è il protagonista. 3 William Golding, Pincher Martin, London. Faber & Faber, 1956. Christopher Martin Hadley, soprannominato Pincher Martin. è il protagonista del romanzo omonimo. 4 William Golding, Rites of Passage, London, Faber & Faber, 1980. Edmund Talbot è il protagonista di questo romanzo e degli altri due che compongono la cosiddetta 'sea-trilogy': Close Quarters, London. Faber & Faber, 1987 e Fire Down Below, London. Faber & Faber, 1989.

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Informazioni tesi

  Autore: Rosita Barbara Gioia
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Lia Guerra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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Parole chiave

letteratura inglese
rites of passage
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