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L'architettura della Palestina nell'Età del Ferro

Lo studio dell'architettura domestica, nel levante, negli ultimi anni ha fatto progressi considerevoli soprattutto in Palestina. I primi studi risalgono al 1939, quando A. G. Barrois illustrò nel suo manuale di archeologia le piante degli edifici di Gerico, e menzionò brevemente edifici di altri siti. Le pubblicazioni successive degli scavi a Megiddo, Tell Beit Mirsim, Tell en Nasbeh, apportano una documentazione fondamentale per una sintesi sull'urbanismo e l'architettura di questo periodo.
Negli anni '50 scavi stratigrafici più precisi, particolareggiati e sempre più numerosi sul territorio dello stato di Israele, apportarono molti tipi nuovi di edifici, dando inoltre informazioni sulla cronologia e l'estensione delle varie tipologie. Importanti sono le pubblicazioni a Tell Rasile, Tell el Far'ah in Cisgiordania di Hazor in Galilea e in tutta una serie di siti nel Neguev.
Nel presente studio si è mantenuta un’estensione geografica prefissata che comprende tutta la mezzaluna fertile dal Neguev all'Eufrate comprendente tutta la Palestina, Libano, Siria centrale, costiera e del Nord fino alla piana dell'AMQ, poiché per una conoscenza approfondita della Palestina, bisogna fare una comparazione con le regioni vicine, che hanno conosciuto movimenti di popolazioni simili tra la fine del Bronzo Recente e l'inizio dell'età del ferro.
La presente tesi cerca di fare chiarezza sui primi abitanti dell'area, palestinesi o ebrei....

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~ 18 ~  Cap. 2 – Le piante.  Per analizzare e classificare le diverse forme di piante che sono state messe in opera nelle  costruzioni domestiche dell'età del ferro, lo studio degli edifici è basato sulla ricerca degli  schemi caratteristici di disposizione a unione delle case, in uno spazio raccolto, in una linea  continua costituita dalle mura esterne che condizionano anche il sistema di circolazione. Le divisioni interne degli edifici considerati, sono di due tipi: delle mura o dei pilastri. Gli  allineamenti  di  pilastri,  frequenti  nelle  case  di  quest'epoca  li  abbiamo  considerati  come  elementi divisori, come le mura, perché spesso gli intervalli tra i pilastri erano bloccati da muretti  o  altre  costruzioni  che  riducono  le  possibilità  di  passaggio,  dunque  separano  realmente gli spazi  inoltre le separazioni  interne di uno spazio possono essere ottenute in  altri modi ancora che  lasciano segni al suolo (zona selciata e intonacata o rivestita su un  terreno di terra battuta) o separazioni di cui la traccia non è stata conservata o vista dallo  scavo (tramezzo di legno, muretto di terra, tessuti etc.). Le  nostre  piante  sono  senza  dubbio  copie  intuite  della  realtà  architettonica  antica  dei  differenti tipi di piante, dall'analisi delle case di cui conosciamo non solamente le mura, ma  anche il sistema di circolazione, dunque le porte, si potrà fare una ricostruzione adeguata  con minimo rischio d'errore. Le  piante  di  cui  il  sistema  di  circolazione  non  è  stato  rilevato ma  in  cui  le  stanze  sono  disposte in maniera caratteristica ci permettono di riconoscere e classificare le case  (numerosi  sono  i  casi  dove  la  documentazione  pubblicata  non  la  si  è  potuta  utilizzare  perché non vi erano note su possibili porte e quindi sfuggivano al nostro studio numerosi  edifici con piante sensibilmente differenti dai tipi conosciuti). Le piante che si sono considerare  in questo studio si collocano in una sola grande classe

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Informazioni tesi

  Autore: Clara Calvacchi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Lingue e Civiltà Orientali
  Relatore: Paolo Matthiae
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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Parole chiave

archeologia
architettura
citta antiche
civilta orientali
costruzioni
edilizia antica
eta del ferro
palestina
storia vicino oriente

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