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La revisione del bilancio di esercizio nelle BCC

La riforma del diritto societario del 2005 ha sancito la separazione tra il controllo contabile, spettante, nella generalità dei casi, ad un revisore o ad una società di revisione, ed il controllo sull’amministrazione, affidato al collegio sindacale.
Entrambe le funzioni, tuttavia, possono essere svolte dal collegio sindacale, limitatamente alle ipotesi delle società che non fanno ricorso al capitale di rischio e che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato, le quali effettuino una scelta statutaria in tal senso, come appunto verificatosi per molte Banche di Credito Cooperativo.
La complessità della funzione di controllo contabile ha quindi messo in evidenza la necessità di predisporre supporti metodologici e operativi funzionali a consentire lo svolgimento della stessa ai collegi sindacali delle BCC, ai quali tale funzione sia stata attribuita ai sensi dell’art. 2409-bis del codice civile.
Lo scopo del mio lavoro risponde alla volontà di descrivere un mondo in evoluzione. Le banche sono state negli ultimi anni sottoposte a cambiamenti organizzativi difficilmente preventivabili, principalmente in risposta alla constatazione che quelli che erano i rischi principali cui era sottoposta tale organismo, cioè i rischi derivanti dal mercato e dal credito, hanno progressivamente ceduto il passo, in termini di risorse ed attenzioni, a quei rischi intrinseci nella gestione bancaria, ovvero i rischi operativi e quelli di mancata conformità alle leggi.
L’analisi si incentra sulla pianificazione dell’attività di revisione contabile che consente lo sviluppo di un documento di pianificazione generale, nonché di un approccio dettagliato (ovvero, un piano di revisione), calibrando sulla specifica realtà aziendale la natura, la tempistica e la profondità delle verifiche contabili. Una corretta pianificazione delle attività di revisione contabile, infatti, può portare ad un lavoro efficace ed efficiente, consentendo la focalizzazione delle verifiche sugli ambiti più importanti, identificando le potenziali problematiche e consentendo una tempestiva esecuzione dei lavori.
Un altro fattore importante riguarda il fair value che costituisce l’elemento innovativo dei nuovi bilanci redatti in applicazione dei principi contabili internazionali. Tale criterio di valutazione riguarda le valutazioni di bilancio dell’impresa in funzionamento ed è quello che, in teoria, dovrebbe lasciare minor spazio agli apprezzamenti soggettivi.
La valutazione al fair value tende a riflettere in Bilancio il prezzo a cui lo stesso bene potrebbe essere liberamente commercializzato, valore corrente di mercato o valore economico dello scambio. Nel caso delle passività il fair value esprime il corrispettivo che consente di estinguere la stessa passività.
Le verifiche sul bilancio di esercizio si sostanziano in attività di verifica particolarmente dettagliate e complesse, in occasione delle quali sono raccolte numerose evidenze, la cui valutazione congiunta è sintetizzata nel giudizio sul bilancio.
I principali pregi dei nuovi principi di revisione, oltre al fatto di essere allineati agli standard internazionali, sono la completezza e organicità, oltre all’organizzazione editoriale modulare, che favorisce la sostituzione e l’inserimento di nuovi documenti nei vari raggruppamenti di documenti omogenei per argomento.
In questo panorama di tumultuosi cambiamenti e di estrema richiesta di trasparenza, la Commissione Paritetica per i Principi di Revisione, costituita dai Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, è da tempo impegnata, in stretta collaborazione con Consob e Assirevi, nonché, per le materie di pertinenza con la Banca D’Italia, nel lavoro di recepimento, con i necessari adattamenti alla realtà italiana, dei Principi di Revisione Internazionali.
Gli impatti dell’introduzione degli IFRS sull’impresa bancaria possono essere analizzati sotto tre diversi profili: quello strategico, con riferimento ai cambiamenti nei paradigmi manageriali, nei modelli delle scelte aziendali e nella valutazione degli equilibri gestionali; quello gestionale, soffermandosi sull’evoluzione delle metodologie di pricing, del sistema di controllo, dei modelli di reporting e delle tipologie contrattuali; quello organizzativo, con la necessità di rilevanti interventi sulle procedure informatiche e sulle risorse umane.
In via generale, ai principi contabili viene attribuito un ruolo di presunzione semplice di correttezza giuridica. Ciò significa che, dal punto di vista della diligenza e della buona fede, non potrà non essere data una valutazione positiva.
Di contro, la mancata applicazione dei principi contabili, ancorché non puntualmente richiamata dalle norme di legge, comporterà un giudizio negativo sulla diligenza del redattore del bilancio.

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1 INTRODUZIONE La riforma del diritto societario del 2005 ha sancito la separazione tra il controllo contabile, spettante, nella generalità dei casi, ad un revisore o ad una società di revisione, ed il controllo sull‟amministrazione, affidato al collegio sindacale. Entrambe le funzioni, tuttavia, possono essere svolte dal collegio sindacale, limitatamente alle ipotesi delle società che non fanno ricorso al capitale di rischio e che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato, le quali effettuino una scelta statutaria in tal senso, come appunto verificatosi per molte Banche di Credito Cooperativo. La complessità della funzione di controllo contabile ha quindi messo in evidenza la necessità di predisporre supporti metodologici e operativi funzionali a consentire lo svolgimento della stessa ai collegi sindacali delle BCC, ai quali tale funzione sia stata attribuita ai sensi dell‟art. 2409-bis del codice civile. Lo scopo del mio lavoro risponde alla volontà di descrivere un mondo in evoluzione. Le banche sono state negli ultimi anni sottoposte a cambiamenti organizzativi difficilmente preventivabili, principalmente in risposta alla constatazione che quelli che erano i rischi principali cui era sottoposta tale organismo, cioè i rischi derivanti dal mercato e dal credito, hanno progressivamente ceduto il passo, in termini di risorse ed attenzioni, a quei rischi intrinseci nella gestione bancaria, ovvero i rischi operativi e quelli di mancata conformità alle leggi. Data questa premessa, introduciamo la componente fondamentale della nostra trattazione, la revisione del bilancio di esercizio. Si parte, quindi, dall‟analisi del bilancio bancario redatto sulla base dei principi IAS, concentrando l‟attenzione sugli schemi e contenuti integrati dall‟esemplificazione dei prospetti contabili della “Cassa Rurale del Cremasco, Banca di Credito Cooperativo” di Capralba. Si inquadrano anche i profili generali dell‟attività di revisione, con particolare riferimento alla funzione della revisione interna, nonché l‟operatività delle banche. Dopodiché si affronta l‟approccio di revisione di bilancio da adottare in sede di attività di controllo contabile svolte dal collegio sindacale delle BCC. Nel secondo capitolo, si analizzano i vari punti della pianificazione dell‟attività di revisione, valutando i vari rischi di revisione, il sistema di controllo interno ed il sistema amministrativo/contabile. Concentrando l‟attenzione sulle verifiche sostanziali

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Informazioni tesi

  Autore: Alessia Olimpia Ruini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Daniele Gervasio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 92

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