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Struttura di velocità delle onde S e rapporto Vp/Vs, al di sotto della catena Alpino-Appenninica, ottenute mediante la tomografia telesismica.

L'obiettivo di questa tesi è stato quello di ricostruire la struttura di velocità delle onde S e di calcolare rapporto Vp/Vs per il mantello presente al di sotto della penisola Italiana. La velocità delle onde è un parametro dei materiali che dipende da proprietà locali quali la P, la T e la composizione. Pertanto, tali informazioni sono importanti perché ci danno indicazioni sulle dinamiche che si verificano all'interno del mantello (subduzione di materiale litosferico, risalita di materiale caldo, rilascio di volatili, generazione di magma ....)

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Introduzione La tomografia telesismica si è sviluppata negli ultimi decenni con lo scopo di mappare la struttura di velocità dell‟interno della Terra; rappresenta, quindi, uno strumento essenziale per individuare materiale subdotto, anche in aree non caratterizzate da sismicità profonda, e per individuare possibili zone di risalita di materiale caldo. Fornisce, inoltre, informazioni utili per inferire lo stile convettivo del mantello, principale fautore degli elementi geologici presenti sulla superficie terrestre. L‟area Mediterranea è stata un laboratorio di geofisica molto importante che ha permesso un confronto fra modelli di velocità ricavati utilizzando tecniche tomografiche differenti. Lo studio della struttura profonda nell‟area Italiana, ottenibile mediante i residui telesismici, è iniziata solamente agli inizi degli anni 80 quando il numero delle stazioni sismiche permanenti è stato incrementato. Prima di allora, i residui telesismici di poche stazioni (meno di dieci) sono stati utilizzati in diversi studi da Herrin & Taffat (1968), Morello et al. (1968), Jeffreys & Singh et al. (1973) e Prozorov (1977). Alcuni studi più dettagliati furono effettuati da Del Pezzo et al. (1981), i quali calcolarono i residui delle onde P utilizzando 35 stazioni Italiane. Essi osservarono arrivi precoci nelle Alpi e nell'Italia Meridionale e dei ritardi lungo la catena Appenninica. Un ispessimento litosferico della catena Alpina, fino ad una profondità di 200-250 km, fu ipotizzato da Calcagnile et al. (1979) e Panza & Mueller (1979) sulla base dell'analisi della dispersione delle onde superficiali. Tuttavia, tale studio era caratterizzato da una modesta risoluzione spaziale a causa delle basse frequenze delle onde prese in esame. Per questo motivo, negli anni successivi sono proliferati gli studi riguardanti le onde di volume caratterizzate da un contenuto in frequenza più alto. Il primo articolo dedicato completamente allo studio della struttura profonda dell'Italia usando i dati telesismici fu quello di Scarpa (1982). A partire dagli anni 90 una migliore definizione della struttura profonda della regione Italiana è stata fornita dallo sviluppo e dall'applicazione delle moderne tecniche tomografiche. Immagini tomografiche, per la struttura del mantello superiore, sono state ottenute sia per l'intera regione Mediterranea, utilizzando una grande quantità di dati telesismici e regionali (e.g. Spakman et al., 1993, Piromallo & Morelli, 2003), sia per la penisola Italiana, utilizzando una minore quantità di dati telesismici più accurati (e.g. Amato 5

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Civalleri
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Geodinamica, Geofisica e Vulcanologia
  Relatore: Carlo Doglioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 161

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