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Adolescenti e Suicidio.

Un suicidio è sempre un fallimento: della politica, della cultura, della società, dell'assistenza, e nel caso di un suicidio adolescenziale anche - ed è la cosa più dura da ammettere - dell'amicizia e degli affetti. Il suicidio diventa così una forma ancor più violenta e temibile di morte che, implodendo, atterrisce e sgomenta e davanti alla quale ogni difesa dell’uomo vacilla. Ancora più violento e disarmante è dunque il suicidio compiuto da adolescenti, considerati da tutti esseri spensierati, felici e sempre pronti a costruire e ricostruire il proprio futuro. Futuro, però, che alcuni scelgono di non avere, di non vedere e di non vivere. La domanda forse più banale e allo stesso tempo più naturale che sorge e attanaglia l’opinione comune è: perché?
 Perché alla sua età?
Domande alle quali non sempre si riesce a dare risposta e che spesso rimangono velate. Che sia esso una fuga o una macabra provocazione, il suicidio, rimane comunque un progetto unico e singolare che annulla, nel momento stesso in cui si compie, ogni altro progetto di vita.
 La trattazione affronta il tema comparando la situazione attuale italiana a quella finlandese: indagando fattori di rischio e protezione e progetti di prevenzione in corso d'atto. Si indagano i ruoli e i limiti delle agenzie e istituzioni educative specifiche e i concetti pedagogici di senso della vita, educazione alla speranza e alla vulnerabilità. Quando il giovane avrà veramente imparato a gustare le cose più belle della vita, non solo distoglierà lo sguardo da quelle vuote e banali, ma avrà anche e soprattutto imparato a vivere.

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null null null Introduzione. null Ogni volta che leggo o prendo atto di un fatto di cronaca di suicidio, provo immediatamente un senso di rammarico, delusione e incredulità. Più di tutto attribuisco alla società il fallimento. La società intera ha fallito. Ritengo che un suicidio sia sempre un fallimento: della politica, della cultura, della società, dell'assistenza, e nel caso di un suicidio adolescenziale anche - ed è la cosa più dura da ammettere - dell'amicizia e degli affetti. Il suicidio diventa così una forma ancor più violenta e temibile di morte che, implodendo, atterrisce e sgomenta e davanti alla quale ogni difesa dell’uomo vacilla. Ancora più violento e disarmante è dunque il suicidio compiuto da adolescenti, considerati da tutti esseri spensierati, felici e sempre pronti a costruire e ricostruire il proprio futuro. Futuro, però, che alcuni scelgono di non avere, di non vedere e di non vivere. La domanda forse più banale e allo stesso tempo più naturale che sorge e attanaglia l’opinione comune è: perché? Perché alla sua età? Domande alle quali non sempre si riesce a dare risposta e che spesso rimangono velate. Che sia esso una fuga o una macabra provocazione, il suicidio, rimane comunque un progetto unico e singolare che annulla, nel momento stesso in cui si compie, ogni altro progetto di vita. Quando decisi l’argomento della mia tesi e cominciai a parlarne con amici, familiari, colleghi di università, mi trovai spesso nella condizione di dover rispondere a una frequente domanda: perché proprio il suicidio? Mi domandavano il motivo della scelta di un argomento così triste e del quale peraltro si ha paura di parlare, avvolto dal tabù del silenzio e del non dire. Per parecchio tempo sono stata portata a colludere con i loro timori e le loro angosce riguardanti un evento così insondabile, ma, del resto, era proprio questo ad affascinarmi: il fatto che potesse apparire incomprensibile, enigmatico e che difficilmente potesse essere svelato. Si brancola nel buio delle congetture, delle ipotesi, senza però essere mai sicuri di trovare la risposta a ciò che è successo. Non avevo mai riflettuto abbastanza sul fenomeno del suicidio e decisi che ne avrei intrapreso uno studio approfondito capace di fornirmi nuovi strumenti conoscitivi. Misconoscevo i possibili motivi che potessero condurre l’uomo ad arrendersi di fronte alle difficoltà esistenziali; mi domandavo se il gesto suicida potesse essere

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Negroni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Consulenza pedagogica disabilità e marginalità
  Relatore: Vittore Mariani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 210

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Parole chiave

adolescenza
depressione
suicidio
vulnerabilità
resilienza
fattori di protezione
senso della vita
depressione stagionale
fattori di rischio suicidio
segnali di allarme suicidio
suicidio in italia
suicidio in finlandia
educazione alla speranza

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