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Tutto quello che sta sotto le competenze professionali

L’oggetto di questa tesi riguarda la possibilità di aumentare la professionalità dei lavoratori e ottenere dei benefici in termini di efficacia ed efficienza. L’elaborato non riguarda in modo generico il mondo del lavoro ma si dedica ad uno specifico settore. L’ambiente di lavoro da me considerato è quello della formazione professionale, in particolare degli operatori che si occupano dell’istruzione e formazione professionale. Il testo è rappresentato da una serie di capitoli autoconclusivi. Ciascuno di essi, nelle mie intenzioni, però dovrebbe restituire la visione di un disegno più grande. La prima parte rappresenta l’introduzione alla ricerca etnografica ed in particolare alla ricerca etnografica nei contesti scolastici. Insieme a questa vengono riportate le caratteristiche delle risorse umane ed illustrate quanto queste potenzialmente possano incidere sul rendimento di un’azienda.
Delineato l’argomento, la seconda parte dell’elaborato è dedicata a descrivere il contesto. In questa seconda parte, è presente l’esposizione di alcune recenti ricerche sull’andamento dell’istruzione in Italia e sulla dispersione. Vengono inoltre forniti alcuni dati relativi ad inserimenti e conclusione dei percorsi dei ragazzi iscritti all’Enfap nell’anno scolastico 2012/13. A questi dati quantitativi collego un capitolo dedicato alla percezione dell’uomo comune sull’ambiente educativo difficile, attraverso un’analisi della filmografia dedicata. Il discorso si focalizza in seguito sull’ente vero e proprio con una parte dedicata ai riferimenti normativi e alla descrizione della struttura. Per capire quello che è l’ambiente nel quale si svolge l’attività, tale descrizione riguarda gli spazi, i tempi, l’utenza e i soggetti terzi su cui si riflettono le azioni svolte all’interno dell’ente. Ognuno di questi aspetti racchiude in sé una valenza simbolica molto marcata per l’operatore che è in grado di coglierla. I ritardi o le assenza sono uno strumento comunicativo molto importante, attraverso il quale possono essere fornite informazioni relative a disagi più o meno profondi. Tutta questa parte insieme ad alcune esercitazioni in cui sono stati coinvolti alcuni operatori, deve essere tenuta in grande considerazione per capire l’ambiente di lavoro, visto che questi aspetti ne costituiscono la struttura.
I precedenti capitoli sono funzionali alla comprensione di quanto riportato, a livello di esperienze dirette e resoconti degli operatori. Questo è quanto si trova negli ultimi due capitoli, dove in buona parte la voce narrante è quella di operatori ed utenti che dell’ente costituiscono l’anima. I resoconti non riguardano l’attività dell’ente in toto ma si focalizzano su determinati aspetti, quelli relativi alle abilità professionali necessarie ad assicurare efficacia ed efficienza. Avendo avuto la possibilità di ascoltare entrambe le parti coinvolte nell’attività credo che quello che emerge alla fine sia un quadro sufficientemente obiettivo esprimere qualche valutazione.
In particolare, collegandomi anche al giudizio di un ispettore regionale, che ha un vissuto di esperienze anche in altri enti e si è espresso in maniera positiva nei confronti dell’Enfap, sono giunto a fare alcune riflessioni.
Considerando quattro componenti della professionalità, come suggerito da Ziglio nella sua epistemologia della professionalità. Il Know-how: la conoscenza tecnica della propria professione, i registri comunicativi: la capacità di adeguarsi al contesto (persone ambiente), la coerenza del ruolo: il sapere essere oltre il saper fare, la personalità: ricordarsi che ogni carattere ha un suo impatto sulle persone che ci stanno di fronte. Concludo dicendo che: i contesti educativi difficili necessitano, per poter ottenere risultati positivi di avere a disposizione professionisti che siano preparati su tutti questi aspetti e non solo sul primo, know-how. Gli aspetti critici che emergono sono che la scuola pubblica non è assolutamente preparata per studenti difficili e preparante nei confronti dei suoi operatori, non solo, non presenta neanche tutte le figure necessarie perché si possano limitare gli aspetti negativi. Una figura come il tutor presente negli enti di formazione professionale e assente nella scuola pubblica e questa viene vista spesso come determinante nella sua posizione di mediazione tra studenti e docenti. L’altro aspetto critico è dato dal fatto che anche in un ente dove molti aspetti funzionano bene, questo è però conseguenza di una combinazione piuttosto casuale di fattori, come la contemporanea presenza di operatori molto motivati e non da una regolamentazione che preveda la formazione e l’aggiornamento costante su criticità e modalità operative. Le sfide e le prospettive possono essere orientate in questo senso, con l’inserimento di figure intermedie nella scuola pubblica e la progettazione di percorsi di formazione e aggiornamento ad hoc dove queste sono già presenti in modo che gli esempi positivi siano facilmente replicabili.

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7 Introduzione L’idea di questo elaborato mi è sembrata fin dall’inizio molto simile alla costruzione di puzzle. Per quanto mi sembrasse una forma indefinita nei primi giorni in cui ho iniziato a scriverne, ho osservato come lentamente prendesse forma in seguito all’aggiunta di un pezzo dopo l’altro. Le parti prima distanti e apparentemente lontane sia fisicamente che concettualmente si sono progressivamente avvicinate grazie ai collegamenti che le hanno rese parte di un disegno d’insieme. Ritengo importante all’interno di un testo che cerca di mettere in evidenza la rilevanza della persona in un contesto, lavorativo/formativo, evitare di dare per scontato un aspetto importante come quello relativo alla persona che il testo lo scrive. Prima di potermi occupare del resto, credo sia doveroso dare ai lettori alcune informazioni relative al punto di partenza in cui mi trovo. La realtà che andrò a descrivere nei prossimi capitoli, non è un punto zero prima del quale non esisteva nulla. A tale proposito mi torna in mente un esperimento di ricerca a cui ho partecipato nel mese di settembre 2013. L’esperimento consisteva nel guardare il nostro alter ego virtuale compiere un percorso sullo schermo di un computer ed in seguito, con il supporto del mouse e della tastiera, bisognava far ripetere al nostro avatar lo stesso identico percorso. La difficoltà consisteva nel fatto che la mappa del luogo veniva visualizzata da prospettive diverse da quella originale. Realizzai discreti punteggi in tutte le prove ad eccezione della prima. Questo mi dissero in fase di restituzione. Per me fu abbastanza semplice spiegare come mai quelle prove presentavano risultati così diversi. In maniera piuttosto ingenua non avevo prestato attenzione ad un aspetto molto importante. Oltre alla prospettiva cambiava anche il punto di partenza e di questo mi sono reso conto solo dalla seconda prova. Ora provate a pensare di non considerare in un ambiente di lavoro il punto di partenza. Basti pensare la differenza che si può rilevare fra un ambiente appena avviato e che si sta espandendo confrontato con un ambiente in lavorativo in piena recessione. Lo stesso tipo di intervento di osservazione sarebbe profondamente diverso, a meno che non fossimo tanto ingenui da voler fingere che questo aspetto possa essere tenuto al di fuori delle nostre considerazioni. In quest’ottica voglio premettere il percorso che mi ha portato qui affinché sia più facile capire le sfumature di quello che andrò a scrivere.

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Casadei
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione permanente e della formazione continua
  Relatore: Corrado Ziglio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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