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Intese verticali e Franchising una comparazione degli ordinamenti italiano e canadese

Il presente lavoro si pone l'obiettivo di operare una comparazione, tra il diritto italiano e canadese, sul tema degli accordi verticali. Nel trattare questo argomento, particolare attenzione è stata riservata alle peculiarità della disciplina di dette restrizioni nell’ambito dei rapporti negoziali di franchising.
Il lavoro si articola su tre capitoli. L'organicità della tesi è garantita attraverso una puntuale analisi dei singoli ordinamenti, operata nei primi due capitoli. Il primo capitolo, specificamente, si concentra sul profilo europeo. Viene analizzato in maniera dettagliata il Regolamento UE n. 330/2010, cuore della disciplina delle restrizioni verticali in Europa. Nella seconda parte del primo capitolo viene analizzata la fattispecie dell'abuso di dipendenza economica, art. 9 della Legge 192/1998 sulla subfornitura, della quale, dopo aver chiarito i dubbi applicativi, si sostiene il rilevante significato concorrenziale.
Il secondo capitolo contiene un'accurata e circostanziata analisi del sistema canadese delle restrizioni verticali. Viene sottolineato, in una prima parte, il background giuridico della normativa antitrust in questo paese e, successivamente, si analizzano in maniera puntuale tutte le sezioni, dalla s. 75 alla s. 79 del Competition Act, riferite al tema delle restrizioni verticali in Canada.
Nel terzo capitolo, si devia dal profilo di indagine giuridica relativa alle restrizioni, per addentrarsi nella vera e propria comparazione dei profili di rilievo. Il tema delle restrizioni viene sviscerato partendo da una analisi del profilo economico.
Successivamente l'analisi si focalizza sulla comparazione dei profili più significativi, evidenziando le criticità ed osservando le soluzioni, di volta in volta, approntate da ciascun ordinamento.
Lo studio viene condotto con un'attenzione particolare a quella che è la ratio sottesa alle norme antitrust che regolano le restrizioni verticali, sempre riservando un'attenzione particolare alla fattispecie giuridica di franchising. Il lavoro, viene effettuato attraverso la minuziosa analisi della legislazione e dei casi rilevanti in tema di restrizioni verticali e franchising, sia nella giurisprudenza italiana e continentale sia in quella canadese.

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Pag. 1 INTRODUZIONE Il presente lavoro è stato realizzato anche grazie a un soggiorno di studio presso la città di Toronto (Canada), nel corso del quale ho avuto la possibilità di analizzare il tema delle restrizioni verticali, svolgendo un’analisi comparata tra l’ordinamento canadese e quello italiano. Nel trattare questo argomento, particolare attenzione è stata riservata alle peculiarità della disciplina di dette restrizioni nell’ambito dei rapporti negoziali di franchising. Nello scenario internazionale, la prima legge a tutela della concorrenza, a differenza di quanto comunemente ritenuto, non è lo Sherman Act 1 statunitense, bensì il Competition Act canadese, emanato nel 1889 col nome "An Act to provide for the general regulation of trade and commerce in respect of conspiracies, trade practices and mergers affecting competition" . La prima legge italiana a tutela della concorrenza, invece, risale al 1990. Questa semplice osservazione può riassumere il ritardo e la lunga sottovalutazione delle tematiche legate alla concorrenza nel nostro paese. Nel contesto del diritto della concorrenza europeo, dopo una più che trentennale applicazione dei principi affermati dal regolamento 17/1962 2 , abbiamo assistito, grazie al Reg. n. 1/2003 3 , ad un processo di c.d. modernizzazione del diritto della concorrenza. Indiscutibilmente, questo processo, ha visto il suo inizio nell’emanazione del regolamento di esenzione sulle restrizioni o intese verticali: il Reg. n. 2790/1999 4 . Quest'ultimo atto è stato oggi sostituito dal Reg. n. 330/2010 5 , il quale riprende e rappresenta l'evoluzione ultima della materia delle restrizioni verticali in Europa. Anche la legislazione canadese è stata interessata, negli ultimi anni, da una profonda revisione della legislazione riservata alle intese verticali 6 , che ha impresso una forte spinta “liberista” sulla disciplina, delle restrizioni verticali, di questo Paese 7 . Questi sviluppi normativi hanno innovato profondamente il quadro delle intese verticali. È facile comprendere, dunque, che gli spunti di riflessione, in una ottica comparativa, non mancano. 1 Sherman Act, 2 Luglio 1890, ch. 647, 26 Stat. 209, 15 U.S.C. §§ 1–7. 2 Il primo regolamento che governò l'applicazione di quelli che oggi sono gli articoli 101 e 102 del TFUE, Regolamento (CEE) n. 17: primo regolamento d'applicazione degli articoli 85 e 86 del trattato, GU 13, 21.2.1962. 3 Regolamento (CE) n. 1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre 2002, concernente l'applicazione delle regole di concorrenza di cui agli articoli 81 e 82 del trattato, Gazzetta ufficiale n. L 001 del 04/01/2003. 4 Regolamento (CE) n. 2790/1999 della Commissione, del 22 dicembre 1999, relativo all'applicazione dell'articolo 81, paragrafo 3, del trattato CE a categorie di accordi verticali e pratiche concordate. 5 Regolamento (UE) n. 330/2010 della Commissione del 20 aprile 2010 relativo all’applicazione dell’articolo 101, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea a categorie di accordi verticali e pratiche concordate. 6 Si tratta della grande riforma del diritto antitrust del 2009 la Budget Implementation Act o (Bill C-10), che è stata definita come una delle più importanti degli ultimi 20 anni. 7 Questa influenza è venuta, in particolare, dalla scuola di pensiero nota come scuola di Chicago.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Bonsaver
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Enrico Ginevra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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