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Applicazione della Life Cycle Assessment alle attività di gestione dei materiali da raccolta differenziata: il caso studio di Baronissi (SA)

Negli ultimi 20 anni, proporzionalmente all’aumentare dei consumi, si è registrato un progressivo aumento della produzione procapite di rifiuti, che ha conosciuto una lieve flessione nell’ultimo triennio, verosimilmente a causa del perdurare della crisi economica. I rifiuti rappresentano una spesa sia in termini economici che ambientali, se si considera l’iter legato alla loro gestione, la perdita di risorse non rinnovabili per farli diventare beni e gli impatti ambientali dovuti al loro trattamento. Il presente studio mira a valutare gli impatti ambientali indotti dal sistema di gestione dei materiali da raccolta differenziata del Comune di Baronissi, in provincia di Salerno, ormai da anni annoverato tra i comuni virtuosi d’Italia, attraverso l’applicazione della procedura di Life Cycle Assessment (Analisi del Ciclo di Vita), che consente di determinare gli impatti positivi e negativi sull’ambiente dovuti alle varie fasi del sistema di gestione, prendendo in esame il livello di raccolta differenziata, il posizionamento degli impianti di trattamento e lavorazione, l’organizzazione del servizio di raccolta e trasporto all’interno del comune e verso gli impianti. Le valutazioni sono state effettuate con riferimento a tre scenari differenti:
- Scenario Gestione 2000 – 2013;
- Scenario Gestione, Trasporti Interni ed Esterni 2013;
- Scenario Alternativo 2013: impianto di compostaggio a 10 km.
Per la elaborazione dei 3 scenari e la valutazione dei risultati è stato utilizzato il Software SimaPro v.8.0.2, adottando, per la quantificazione dei carichi ambientali, 3 metodi di valutazione degli impatti: IPCC 2007 GWP 100a, Ecological Footprint e Recipe 2008.
Con riferimento al primo scenario, Gestione 2000-2013, i 3 metodi di valutazione degli impatti hanno mostrato un andamento simile: dal 2000, a raccolta differenziata porta a porta ancora non avviata, al 2013, a livelli di raccolta differenziata porta a porta maggiori del 70%, si registra un continuo incremento negli impatti evitati, con un picco significativo nel 2010.

Con riferimento al secondo scenario, gestione e trasporti 2013, i 3 metodi di valutazione sono concordi nel sottolineare come siano esclusivamente le fasi legate ai trasporti a far registrare impatti positivi, mentre la fase gestionale, contribuendo maggiormente sul totale, influenza inevitabilmente il risultato finale in termini di impatti evitati. Analizzando il contributo per singola frazione merceologica, si osserva che, per tutti i metodi di valutazione degli impatti, è la frazione organica a risultare maggiormente problematica.
Per l’analisi del terzo scenario, preso in considerazione per comprendere quali potessero essere i vantaggi ambientali legati al trattamento della frazione organica in loco, i risultati delle analisi dimostrano che la prossimità di un impianto di compostaggio potrebbe consentire un risparmio in termini di impatti ambientali del 4-5% rispetto alla situazione attuale.

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Introduzione 1 Introduzione Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi ‘non sapevano’: accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata. Le provocatorie parole di Michail Sergeevič Gorbačºv richiamano ad una seria riflessione sul binomio ‘società del benessere-sviluppo sostenibile’, che suona come un ossimoro. Al benessere è associata la crescita economica, e a quest’ultima, legata indissolubilmente ed inevitabilmente, la crescita della produzione dei “rifiuti”. In un contesto nel quale la produzione è quasi sempre sovradimensionata e mal distribuita rispetto agli effettivi bisogni, abbiamo assunto l’aspetto della “generazione dei rifiuti”: negli ultimi 20 anni, proporzionalmente all’aumentare dei consumi, si è registrato un progressivo aumento della produzione procapite di rifiuti, che ha conosciuto una lieve flessione nell’ultimo triennio (Rapporto Ambiente ISPRA 2014) verosimilmente a causa del perdurare della crisi economica. I rifiuti, nella definizione normativa di “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”, rappresentano tutti quei beni “ripudiati” perchØ non piø adatti alle specifiche esigenze, e rappresentano una spesa sia in termini economici che ambientali, se si considera l’iter legato alla loro gestione, la perdita di risorse non rinnovabili per farli diventare beni e gli impatti ambientali dovuti al loro trattamento. Probabilmente la connotazione problematica è intrinseca alla definizione stessa: se si cominciasse a parlare di “materiali usati” o “esausti”, che dunque hanno esaurito la loro funzione essendo giunti alla fase ultima del loro ciclo di vita, qualsiasi trattazione in merito assumerebbe un aspetto certamente piø positivo e sostenibile: non piø un grave problema da affrontare, ma una opportunità da cogliere per migliorare sia il comparto economico che quello ambientale. ¨ questa l’ottica con la quale è stato sviluppato il presente studio, che mira a valutare gli impatti ambientali indotti dal sistema di gestione dei materiali da raccolta

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Iuliano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze Ambientali
  Relatore: Giovanni De Feo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 163

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