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Domenico Barbaja: «Il Principe degli impresari». Il periodo viennese (1821-1828)

Questo elaborato si focalizza sulla ricostruzione del periodo viennese dell’impresario milanese Domenico Barbaja. È stato analizzato dapprima l’ultimo periodo napoletano, evidenziando i motivi per cui Barbaja ha voluto aprirsi al mercato internazionale, poi è stata descritta la situazione culturale della Vienna degli anni 20, mettendo in luce le sale teatrali presenti nella città e in particolare la ricostruzione della storia gestionale del Kärntnertortheater, cui Domenico Barbaja si è dedicato in modo particolare. Dalla ricerca condotta, sono emerse le innovazioni che l’impresario ha introdotto e i successi imprenditoriali che ha ottenuto nella capitale austroungarica affinando il metodo definito rivoluzionario da Paologiovanni Maione, sperimentato a Milano e poi a Napoli. In ultimo, si è voluto portare un esempio concreto di gestione di un teatro dal punto di vista artistico e operistico. Si è scelto di analizzare il rapporto tra Barbaja e tra uno dei musicisti più celebri dell’800, Gioachino Rossini.
Da questo legame professionale si colgono vari aspetti del metodo rivoluzionario: l’abilità nel riconoscere talenti, anche senza un percorso di studi o conoscenze musicali, il nuovo modello contrattuale che includeva i proventi del gioco d’azzardo, la scelta del programma operistico a seguito di un’analisi approfondita della società e dei gusti del pubblico, l’esperienza approfondita nelle tempistiche e nella logistica di preparazione della compagnia operistica. A tutte queste caratteristiche si aggiunge, durante il periodo viennese, la creazione di una piattaforma di scambio di cantanti e di compositori tra Vienna e i teatri italiani gestiti da Barbaja.

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6 1. L’ARRIVO A VIENNA 1.1 LA CRISI NAPOLETANA Domenico Barbaja lavorò a Napoli quasi ininterrottamente dal 1809 al 1840, , in un trentennio di cambiamenti politici repentini. Basti pensare alla dominazione francese di Gioachino Murat a Napoli nel 1808, al Congresso di Vienna nel 1814, la formazione del Regno delle Due Sicilie nel 1816 e alla reinstaurazione della casata borbonica con re Ferdinando IV di Napoli, o III di Sicilia, rinominato Ferdinando I. Il malcontento generale sia siciliano sia napoletano e la mancata risposta alla richiesta di cambiamenti, generarono i moti del 1820, iniziati a Nola sotto la guida di Guglielmo Pepe. 8 Il re, comprendendo di non poter risolvere la situazione, acconsentì a una monarchia costituzionale. Come lui stesso scrive, compirà un: «doloroso sacrificio ... per così salvare dal minacciato flagello non solo la capitale ma tutto il regno. » 9 Queste novità non furono apprezzate dai governi delle grandi potenze, ad esempio dall’Austria con a capo Metternich. 10 Ferdinando I fu chiamato immediatamente dalla Santa Alleanza al Congresso di Lubiana, dove si pretese di restaurare l’assolutismo nel Regno. 11 Su organizzazione austriaca si intervenne con un’azione armata. 12 Le forze costituzionali napoletane, improvvisate e prive del consenso popolare, non opposero resistenza e si dispersero rapidamente dopo gli scontri di Rieti e 8 Per il contesto storico si faccia riferimento a Franco Della Peruta, L’ottocento. Dalla Restaurazione alla “belle époque”, Le Monnier, Città di Castello, 2017, pp. 112-113. 9 Pietro, Colletta, Storia Del Reame di Napoli, F. Pagnoni, Milano, 1930, Vol. III, pp. 139-140. 10 Per il contesto storico si faccia riferimento a Franco Della Peruta: L’ottocento. Dalla Restaurazione alla “belle époque”, Le Monnier, Città di Castello, 2017, pp. 112-113. 11 Ivi pp. 113. 12 Ivi pp. 113.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Carolina Zarrilli Affaitati
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Beni culturali
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Claudio Toscani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 70

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Parole chiave

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musica
vienna
melodramma
domenico barbaja
gioacchino rossini
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theater am karntnertor
vincenzo bellini
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