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Dalla sorveglianza ai diritti digitali: i casi di Palestina e Libano

Il presente lavoro di tesi si articola in tre sezioni principali. Il primo capitolo affronta un iniziale excursus storico-filosofico e sociologico, che si snoda attraverso le origini della sorveglianza fino all'odierna dimensione digitale. Il legame che vi è tra società e metodi di sorveglianza verrà analizzato attraverso le teorie di autori quali Foucault, Deleuze, Marx, Clark, Bauman e Lyon, offrendoci indispensabili strumenti per analizzare il nostro attualissimo presente, cercando di captare i possibili sviluppi di un prossimo futuro.
La seconda sezione è rappresentata dal caso Snowden, uno dei dossier più appassionanti della cronaca giuridica e dello spionaggio politico degli ultimi anni. Nel secondo capitolo verrà esaminato l’utilizzo degli strumenti di sorveglianza e il declino dei diritti digitali ponendo particolare attenzione al caso della Palestina. Nella prima sezione del secondo capitolo ci occuperemo del quadro legislativo attraversato da molteplici giurisdizioni. Inoltre, si tratteranno le questioni relative alle infrastrutture di rete completamente sotto il dominio di Israele. Esamineremo il ruolo dei social media, in particolare Facebook, nel quadro dei diritti digitali palestinesi. L’utilizzo dei social media come arma di difesa, in un conflitto che si sposta anche sul piano digitale, azzardando il lemma “Intifada digitale”. Inoltre, si pone particolare attenzione anche a tutte le tecniche utilizzate da Israele e dalla sua cyber security per monitorare il comportamento della popolazione palestinese tramite pagine Facebook che promuovano la collaborazione tra i due popoli ma che, secondo personaggi influenti, sembrerebbero in realtà raccogliere dati e informazioni sugli utenti arabi. Analizzeremo le violazioni anche da parte dell’autorità palestinese, i governi di Hamas e Fatah. Infine, si darà spazio all’impatto delle politiche condotte dai diversi colossi digitali- Google e Airbnb- sull’identità digitale del popolo palestinese. Vedremo come Google Maps contribuisce alla frammentazione dell’identità palestinese, consentendo la navigazione verso gli insediamenti israeliani. Sul caso Airbnb, analizzeremo le posizioni della piattaforma che inizialmente ha deciso di cambiare la propria politica: ritirando l’autorizzazione ai coloni di utilizzare la propria piattaforma, salvo poi ritrattare sulla propria decisione. L’ultima parte dello studio si concentra sul Libano e sulle condizioni dei diritti di espressione, in particolar modo in seguito alla Thawra. Sebbene il Libano sia percepito come uno dei paesi più liberi del mondo arabo, negli ultimi anni, infatti, si è assistito all’applicazione di sanzioni previste dalle leggi sulla diffamazione contro giornalisti, attivisti e cittadini Un punto di rottura, in queste dinamiche di censura-oppressione, è riscontrabile nella rivoluzione (denominata #Thawra) intrapresa - in maniera uniforme da tutti i cittadini - il 17 ottobre 2019. Il sentimento popolare ha fatto sì che le agitazioni e il malcontento siano descritti sotto il lemma “rivoluzione”; in quanto, per la prima volta, la popolazione ha criticato e denunciato pubblicamente la cattiva gestione da parte del governo centrale. In questo capitolo, oltre ad analizzare le legislazioni in materia di internet, di censura e di accessibilità alle infrastrutture, esamineremo il portato sociale della Thawra e il ruolo dei media nel corso della rivoluzione.

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22 1.5 Il caso Snowden: da Prism ai cavi sottomarini di Sounder Questo dibattito ritrova v i g o r e n el l ’ er a p o s t -Snowden quando, a partire dal giugno del 2013, apre un orizzonte di consapevolezza sul controllo esteso alla società civile mondiale. Le divulgazioni di Snowden sulla sorveglianza di massa a cui si fa riferimento, avvenute nel 2013, si riferiscono alla pubblicazione di documenti attestanti i programmi della NSA capaci di intercettare il traffico telefonico e internet degli utenti a livello globale. La p r i ma r i v el az i o n e al l ’ o p i n i o n e p u b b l i c a mondiale, riguarda la divulgazione d el l ’ es i s t en z a d i Pr i s m ; un programma segreto varato nel 2007 e rinn o v at o c i n q u e an n i d o p o d a l l ’ ammi n i s t r az i o n e Ob ama . E d w ar d Sn o w d en , informatico al servizio della NSA, pubblica dei documenti secondo cui, i dati ottenuti da pratiche di sorveglianza -che poggiano anche su recupero dati da piattaforme social (Google, Yahoo, Facebook, ecc.) - vengono registrati tracciando ogni forma di comunicazione digitale, non solo relativa a governi stranieri e a potenziali gruppi di terroristi, ma anche quella di normali cittadini. Nel frattempo, arriva la risposta del presidente statunitense Obama B. [2013, giugno 7] i l q u al e d efi n i s c e i l p r o g r amma “u n n eces s ar i o c o mp r o mes s o t r a p r i v acy e s i c u r ez z a” . G l i St at i Un i t i d ’ Ame r i c a a p r o n o u n ’ i n d ag i n e s u l c as o , mentr e p o c h i g i o r n i d o p o l ’ U n i o n e E u r o p ea c h i ed e u f f i c i al mente s p i eg az i o n i r i g u ar d o al programma Prism. Con le rivelazioni di Snowden, si è immediatamente avvertita la portata internazionale del caso. Per tale ragione, le Nazioni Unite appaiono come il centro naturale di discussione e risoluzione in merito alla questione dello spionaggio cibernetico di massa. A tal p r o p o s i t o , r i s u l t a d i g r an d e r i l i ev o l a r i s o l u z i o n e d el l ’ As s embl ea G en er al e ap p r o v at a n el d i c embr e dello stesso anno. Prima di introdurre detta risoluzione, è nondimeno importante notare che già nella primavera 2013, dunque pri ma d el l ’ es o r d i o d el l e r i v el az i o n i s u l c as o , i l C o n s i g l i o s u i D i r i t t i Umani si era espresso sulla questione attraverso un rapporto speciale redatto dal Rapporteur per la promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione ed espressione, Frank la Rue. Esso già es ami n a l e i m p l i c az i o n i d el l a s o r v eg l i an z a d i St at o s u l l ’ es er c i z i o d ei d i r i t t i u man i al l a p r i v acy e s u l l a libertà di opinione ed espressione. Il testo dà una panoramica generale dei diritti sopra menzionati, analizzandone anche i meccanismi di protezione, oltre a passare in rassegna i più moderni metodi d i s o r v eg l i a n z a d i mas s a. G i à n el l ’ i n t r o d u z i o n e, al p u n t o s eco n d o , s i l eg g e: Le innovazioni tecnologiche hanno aumentato le possibilità di comunicazione e di protezione della libera espressione ed opinione, consentendo l'anonimato, il rapido scambio di informazioni e il dialogo interculturale. I cambiamenti tecnologici hanno contemporaneamente aumentato le opportunità per la sorveglianza dello Stato e gli interventi in comunicazione privata degli individui.

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Alawia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Teresa Numerico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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Parole chiave

israele
palestina
bauman
libano
panopticon
snowden
focault
diritti digitali
thawra
digital occupation : facebook, google, airbnb

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