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Comportamento delle acque aggressive nei confronti delle tubazioni in cemento-amianto

Lo scopo di questo lavoro è stato quello di verificare il legame tra il contenuto di fibre d'amianto nelle acque potabili e le tubazioni in cemento-amianto. Per determinare ciò si sono determinate le seguenti problematiche:
1) Verificare se il contributo di fibre di origine naturale nel computo totale fosse paragonabile oppure no, a quello dovuto al rilascio di fibre da parte delle tubazioni in cemento-amianto.
2) Si sono quindi studiati i meccanismi che provocano un maggiore rilascio di fibre, gli equilibri tra l'acqua e il cemento, le caratteristiche che rendono un acqua aggressiva o incrostante.
3) Si sono analizzati gli studi italiani eseguiti come controllo per tale tipo di contaminazione e si sono confrontati con quelli americani.
4) In fine si sono riassunti i metodi e le precauzioni usate per limitare il rilascio di fibre dalle tubazioni in cemento-amianto ancora in uso. Si sono discusse inoltre, le possibili ragioni della mancata correlazione tra corrodibilità delle tubazioni (con conseguente cessione di fibre) e l'aggressività delle acque trasportate.

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Fu in Italia che per la prima volta ha avuto inizio nel 1870, lo sfruttamento di una miniera di amianto, anche se la nostra produzione non fù mai elevata; Fu in Italia che per la prima volta ha avuto inizio nel 1870, lo sfruttamento di una miniera di amianto, anche se la nostra produzione non fù mai elevata; Premesso che i dati sulla situazione italiana sono scarsi, quelli esistenti si riferiscono a studi locali eseguiti per analizzare contaminazioni presunte o tali da fibre d’amianto nelle acque potabili (ad esempio il caso del Comune di Pergola nella provincia di Pesaro e Urbino; a Casale Monferrato dove c’era una grossa ditta produttrice di materiale in Eternit; in Val Malenco, in Val d’Aosta e a Balangero Valli di Lanze, per la presenza di giacimenti di minerali amiantiferi; lo studio fatto nel 1989 dalla Regione Veneto e nel 1996 dalla Regione Toscana, etc). Alcuni casi di contaminazioni delle acque potabili da fibre d’amianto verificatesi in USA e in Canada negli anni 70/80 e gli studi che ne seguirono, resi pubblici provocarono molto scalpore nella popolazione italiana, anche perchè l’unità di misura usata per la concentrazione delle fibre d’amianto (il MFL), generò inizialmente e soprattutto nella popolazione comune una certa ‘impressione’ in chi si accingeva a bere un sorso d’acqua. Se a ciò si aggiunge che in Italia vi sono 125 mila km di tubazioni in cemento- amianto, risulta comprensibile l’interesse che questa problematica ha provocato negli ultimi vent’anni. A riguardo si ricorda che la quantità di materiali contenenti amianto presenti in Italia è ancora molto cospicua e si prevede che la punta di produzione di rifiuti di amianto sia ancora lontana dall’essere raggiunta. Si osservi a questo proposito la tabella 2.1, dalla quale emerge che alla fine del 1999 la quantità di rifiuti contenenti amianto era di 22 milioni di tonnellate.

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Magoni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Politecnico di Milano
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio
  Relatore: Paolo Berbenni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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Parole chiave

alcalinità
anfiboli
asbesto
asbestosi
carbonato
eternit
mesotelioma
tubazioni
acqua potabile
cemento-amianto
fibrocemento

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