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Lo sviluppo psicomotorio attraverso l'acquaticità neonatale

Questo elaborato si è focalizzato, dunque, sulla ricerca di evidenze scientifiche che dimostrino l'influenza positiva che potrebbe derivare da un esercizio acquatico in età neonatale sullo sviluppo delle capacità psicomotorie del bambino.
Tuttavia, è da evidenziare, inoltre, che le ricerche in merito sono relativamente limitate; pertanto, risulterebbe presuntuoso delineare una certa efficacia del metodo acquatico sullo sviluppo psicomotorio del bimbo.
Che l'elemento acqua, come ampiamente descritto nei capitoli precedenti, influenzi l'intera esistenza della vita è oramai assodato: nasciamo fatti d'acqua nell'acqua . Inoltre, la primitiva confidenza manifestata dal neonato nei confronti del suddetto elemento, ci fa comprendere le reali potenzialità che questo ha nel facilitare ed incrementare lo sviluppo psicomotorio.
Precursore del metodo acquatico fu il dott. Igor Tcharkovsky, al quale si deve l'intuizione del parto in acqua. Secondo il suo approccio, il neonato, nascendo, rimane a contatto con l'elemento liquido, lo stesso che ha accompagnato la sua fase di vita prenatale. Il bambino poi verrà "allenato" fin dai primi mesi a nuotare e a immergersi in apnea: attività per le quali è istintivamente portato. In questo modo, secondo Tcharkovsky, aumentano le difese organiche dell'individuo, diminuiscono i problemi respiratori, migliora l'equilibrio e la conoscenza del proprio corpo.
Collaboratore dell'accademico delle scienze di Mosca, negli anni 80, fu proprio il dott. Boris Ginzburg ideatore del "progetto acquananda" (1993): una metodica basata sull'idromotricità nei bambini e per la gravidanza.
Studi come quello condotto dai ricercatori H. Sigmundsson e B. Hopkins, avente lo scopo di evidenziare e scoprire i benefici di un'attività motoria acquatica nei primi mesi di vita sul successivo sviluppo delle capacità motorie, seppur in maniera vaga e non incentrata sull'esaminare specifici approcci metodologici da intraprendere, rendono evidenti le possibilità che l'ambiente acquatico ha da offrirci.

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4 CAPITOLO 1 – L’EVOLUZIONE PSICOMOTORIA DALLA NASCITA AI TRE ANNI 1.1 INTRODUZIONE ALLA PSICOCINETICA - PSICOMOTRICITÀ Per psicomotricità si intende qualsiasi azione motoria, atteggiamento o modello di comportamento che sia sotto l’influenza di processi mentali. 1 È una disciplina nata in Francia da Bernard Aucouturier e André Lapierre, psicomotricisti fondatori della PPA - Pratica Psicomotoria Aucouturier. Tale metodo educativo ha come principale obiettivo l’armonico sviluppo della personalità del bambino, raggiungibile tramite il riconoscimento dell’esperienza corporea come elemento fondamentale dello sviluppo della persona e come espressione della vita emozionale e dell’evoluzione dei processi cognitivi. L’ Educazione psicomotoria ha, dunque, come obiettivo una formazione base indispensabile ad ogni bambino, sia esso normodotato o disabile. Ha, perciò, lo scopo di assicurare lo sviluppo funzionale tenendo conto delle possibilità del fanciullo e di favorire lo sviluppo relazionale attraverso scambi con l’ambiente che lo circonda; Nasce sotto l’appellativo di rieducazione psicomotoria, legata, dunque, inizialmente a condizioni patologiche. Turbe e sindromi dette psicomotorie venivano trattate con una terapia psicomotoria che interveniva sugli squilibri motori manifestati dai soggetti debilitati. Fu proprio Duprè, tra il 1909 e il 1913, a descrivere sotto l’appellativo debilitazione motoria uno stato di squilibrio motorio, evidenziando così la goffaggine e la maldestrezza dei soggetti a cui si riferisce: sindrome di Dupré, nota anche come debilità motoria o di Dupré, è infatti uno stato di ritardo mentale. È caratterizzata da sincinesie in età in cui non dovrebbero più manifestarsi e da goffaggine nei movimenti intenzionali che sfociano in uno stato di paratonia, ovvero nell'impossibilità di realizzare volontariamente il movimento muscolare. Essendo le funzioni motorie interconnesse a quelle mentali, ci si rese subito conto che le turbe psicomotorie erano, nella maggior parte dei casi, riferibili a deficit intellettivi; e, viceversa, in tutti i casi di deficit intellettivi, si riscontrano turbe motorie. Dalle ricerche per l’individuazione, 1 Aucouturier, B. & Lapierre, A., 1975, La symbolique du mouvement. Psychomotricité et éducation, Paris.

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Flotta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: scienze motorie sportive e della salute
  Relatore: Simone  Clementi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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Parole chiave

scienze motorie
piaget
nuoto
neonatale
acquaticità
0-3 anni
sviluppo psicomotorio
acquaticità neonatale
acquananda
acqua

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