“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
Capitolo I
Considerazioni preliminari sulla realtà
fieristica nazionale
1.1. Dalla fiera espositiva universale di Firenze alla più
moderna fiera marchio
“Le fiere sono da sempre considerabili come un evento sociale motivo di
incontro, sia culturale che commerciale, tra coloro che vi partecipano,
siano essi espositori o semplici visitatori”.
(Z.Ciuffoletti, Italiafiera, Alinari,Firenze, 2006)
La storia della penisola italiana, posta nel mezzo al mediterraneo, ricca
di grandi e piccole città come nessun altra nazione europea, si è per
larghi tratti identificata con le relazioni molteplici ed intense dei traffici e
delle transazioni economiche di tutto il XVI e XVII secolo. L’Italia ha da
sempre rappresentato un crocevia di scambi e di relazioni fra Oriente e
Occidente, fra l’Europa ed il Mediterraneo.
Fin dal Medioevo la presenza nelle città dell’Italia centro-settentrionale di
intraprendenti mercanti-banchieri (in perenne spostamento tra l’Europa e
del Mediterraneo), che vedevano nel commercio e negli scambi il fu lcro
dei loro interessi , generò un terreno favorevole per lo sviluppo delle
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“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
fiere, occasione oltretutto di valutazione e di cambio delle monete, oltre
che delle merci.
La nascita intorno alla metà del XVII secolo delle banche e borse, tolse
successivamente alle fiere una parte delle transizioni sulle cambiali e sui
debiti, ma non rallent ò lo sviluppo degli scambi che, anzi, si allargò ai
prodotti delle nuove terre scoperte dagli europei.
Le grandi fiere in effetti mantenner o una funzione e una proiezione di
tipo internazionale che si accentuò e si ri nnovò con la rivoluzione dei
mezzi di trasporto, in particolare con il debutto delle ferrovie.
Nel corso del XIX secolo, sotto l’ impulso dello sviluppo dei mezzi di
trasporto e dell’industria, oltrechè dei nuovi mezzi di comunic azione
come ad esempio, il telegrafo ed il telefono, si registrò una radicale
trasformazione del carattere delle fiere.
L’esposizioni universali della metà del XIX secolo divennero una sorta di
vero e proprio network della modernità intesa, come progresso continuo
ed inarrestabile, come movimento di uomini di idee e di merci. Le
esposizioni furono per gli stati organizzatori espressioni di creatività e di
sviluppo industriale, ma anche di affermazione di prestigio nazionale e
quindi mezzo di propaganda e dimostrazione di potere. Fu proprio per
queste esposizioni che si fecero conoscere tutte le più grandi inv enzioni
dell’ottocento.
La prima fiera italiana risale all’anno 1861 e fu organizzata a Fir enze
(Fig 1 e 2); si trattò di una grande esposizione a carattere internazionale,
cui seguirono altri eventi come Napol i nel 1871 (fiera internazionale per
la marina) e Genova (Fig 3 e 4) nel 1892 ( fiera italo – americana). Tra le
altre si ricordano degne di nota anche Torino nel 1870 e nel 1911 e
Milano nel 1881 e nel 1906.
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“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
Fig.1 Esposizione Italiana di Firenze, veduta generale del locale della mostra,1861 Fig.1 Esposizione Italiana di Firenze, veduta generale del locale della mostra,1861
(foto Alinari) (foto Alinari)
“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
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Fig.2. Esposizione Italiana di Firenze,la serra dei fiori, 1861 (foto Alinari)
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“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
Fig.3 Padiglione dell’esposizione internazionale di Genova del 1892
ig.4 Interno dei padiglioni dell’esposizione internazionale di Genova del 1892
(foto Alinari collezione)
F
( foto Alinari collezione)
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“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
Le prime esposizioni italiane (a partire da quella di F irenze), riflettevano
iracoloso
ce invece registrare i primi
ig.5. Viale del lavoro Milano con i padiglioni allestiti per l’esposizione
Internazionale,1906 (foto Alinari)
la realtà di un paese agricolo senza ancora una precis a coscienza delle
sue diverse e varie potenzialità economiche. Si può dire c he non
esistesse ancora un mercato nazionale, le fiere ebbero il grande merito
di mettere in contatto quelle elit es imprenditoriali c he quasi sempre
coincidevano con la proprietà terriera e con il ceto borghese.
La mostra del 1861 non fu solo la co nsacrazione del m
processo che aveva portato all’unità d’Italia, ma fu anche la presa d’atto
dei ritardi e della debolezza indus t riale delle diverse parti della penisola,
non ancora collegata da una rete ferroviaria.
La grande esposizione di Mila no nel 1881, fe
sintomi dello sviluppo industriale anche nei rami della meccanic a che
costituiva, allora, il s e ttore più innovativ o del panorama industriale
europeo. La successiva esposiz ione del 1906 (fig. 5,6,7) celebrò, in
effetti, l’ingresso dell’Italia fra i paesi industriali.
F
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“Grosseto eventi” : struttura e contenuti dello SDF di un parco dedicato
ig.6 Il re Vittorio
manulele III e la
ne
i
ig.7 Il castello
forzesco
le di
(foto Alinari))
F
E
Regina Elena alla
cerimonia di
inaugurazione
dell’esposizio
Internazionale d
Milano, 1906
(foto Alinari)
F
S
Esposizione
Internaziona
Milano, 1906
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L’Italia giolittiana entrò, così, nell’epoca dell’incivilimento e del progresso
anche grazie alle es posizioni. Le città che ospitavano le esposizioni
celebravano se stesse e mutavano il loro volto sorrette dalla spinta del
mercato e dello sviluppo tecnologico, delle innovazioni scientifiche e dei
trasporti.
L’arrivo della prima guerra mondiale, delle distruzioni e tragedie umane,
sociali e politiche, non riuscì tuttavia a bloccare le forze che miravano
alla ripresa delle relazioni fra i popoli ed i continenti.
Negli anni del secondo dopoguerra furono affatto di imponente ripresa
economica e di sviluppo, soprattutto per le nazioni maggiormente colpite
dal conflitto, l’Italia compresa.
In occasione del primo centenario dell’unità di Italia si tenne a Torino
(1961) la mostra delle region i che regist rò circa otto milion i di visitatori.
L’Italia celebrava i suoi cento anni di pieno miracolo economico e le fiere
rivestivano ormai il simbolo del processo di globalizz azione e
integrazione fra le diverse economie soprattutto europee.
Le stesse rimanevano sì, strumenti espositivi e punti di inc ontro fra gli
operatori economici, ma tendevano sempre più alla specializzazione per
aree e settori merceologici, assecondando una tendenza affermatasi nel
tempo (come a partire per l’Italia della fiera campionaria di Padova poi
simboleggiata dalla Fiera di Milano, 1930) (Fig.8).
E’ bene ricordare che fin dalla loro nascita le esposizioni erano state
concepite ed organizzate come grandi eventi socializzanti attraendo così
molti intellettuali, artisti, architetti, ingegneri, che a lor o volta venivano
coinvolti nella progettazione delle aree e delle strutture esposit ive. Le
non poche soluzioni architettoniche e urbanistic he adottate nelle
esposizioni sono state e sono cons iderabili di indubbio v alore e
costituiscono ancora oggi, uno stimol o alle s oluzioni urbanistiche
esemplari. Le aree espositive moderne mirano, infatti, sempre più ad
integrarsi con il complesso dei servizi urbani e delle infrastrutture.
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Fig 8. Fiera campionaria di Milano, 1930 (foto Alinari))
L’evoluzione del sist ema fieristico italiano viene così a strutturarsi
attraverso un sistema relativamente complesso e distribuito sul piano
territoriale, basato su pochi poli di notevoli dimensioni e su numerose
fiere di minore entità, che, però, insieme rappresentano il terminale
commerciale di quel quadro di distretti produttivi italiani, espressione di
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una diffusa e ormai polic entrica ec onomia basata sulle piccole e medie
industrie.
Diversamente dal passato oggi, per combattere la concorrenza degli altri
stati europei, occorre puntare di pi ù sulla qualità dei prodott i, che
peraltro risulta essere molto contenuta.
Il Made in Italy rappresenta l’espressione di una civiltà che proprio nella
bellezza degli scenari nostrani dell’arte e dei paesag gi, gioca un ruolo
attrattivo capace di esprimere un grande valore, perché inconfondibile
ed inimitabile.
I fenomeni che hanno contribuit o a cambiare il mondo delle fiere nel
corso degli ultimi 25 anni sono, inve ce, rappresentati dalle innovazioni
tecnologiche legate alla comunica zione e dalla globalizz azione delle
economie. E’ stata proprio la globalizzazione ad incentivare ed ampliare
il mercato internazionale riv italizzando le fiere, tradiz ionali luoghi d i
commercio, creando nuovi poli e mod ificando pesantemente quelli
esistenti. Le fiere sono state spinte da una crescente domanda, non
solo ad accrescere la loro dimensione, ma anche ad integrare l’offerta,
rendendo assai più sofisticata la st ruttura gestionale, ad esempio
adottando la formula delle società per azioni, aprendo la proprietà ai
capitali privati ed as sumendo i crit eri imprenditoriali di strategia e
anagement delle iniziative fieristiche.
to concentra nel Nord
el paese: Lombardia ed Emilia Romagna coprono infatti oltre il 50 %
ode della quota più cospicua di iniziative. Per quanto riguarda
m
La distribuzione regionale italiana delle fiere è mol
d
dell’offerta globale, come successiva mente evidenziato in dettaglio
grazie ad avanzati studi di settore espletati per alcune regioni.
La composizione fieristica è tuttavia diversa anche tra quelle regioni che
ospitano il maggior numero di eventi: in Lombardia, per esempio, risulta
più concentrata grazie alla fiera di Milano – la maggiore italiana – che
g
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invece la distribuzione delle fiere internazionali, per il 2005, appaiono tra
erò, stanno sempre più profondamente mutando la loro
ie, caratterizzate da un’estrema
ica e della diffusione del modello dei consumi di massa.
ndi, di collegare la funzione
bientale,
ale 1861-
006”, Alinari, 2006
le più attive, la regione Lazio, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.
Le fiere, p
fisionomia. Storicamente, la fiera si è sviluppata quale contenitore di
prodotti sostanzialmente classificabile secondo due tipologie.
Da un lato, vi sono le fiere campionar
varietà di prodotti, presentate e concepite per mostrare e promuovere
prodotti nuovi su nuovi mercati in espansione. Queste hanno
caratterizzato, l’esperienza italiana degl i anni ’50 e ’60, nella fase della
crescita econom
Dall’altro, vi sono le fiere specializzate, concepite secondo la strategia di
radicamento dei prodotti esposti e di integrazione delle novità.
Nel primo caso, ad esempio, si identificano i mercati più specifici rispetto
al settore, nel secondo caso, si integra la mostra dei prodotti esistenti,
con altri realizzabili.
Le fiere così intese rappresentano, peraltro, quel semplice con tenitore,
che gli espositori scelgono sulla bas e di tradizionali criteri economici
come la centralità rispetto ai mercati, le condizioni logistiche ed i costi.
Nella fase più recente di sv iluppo la fiera si caratterizza come un
“marchio” di riferimento, in grado di attrarre direttamente le vecchie e le
nuove iniziative espositive.
Questa trasformazione permette, qui
espositiva ad aspetti di contesto, in grado di dare agli espos itori e
visitatori il valore aggiunto di “luogo”.
Il marchio aggiunge un valore al prodotto fiera, mentre il valore del
marchio si lega strettamente alle caratteristiche del contesto am
paesaggistico, architettonico e di conseguenza turistico, del luogo ( Fig
9 fiera Carrara, Firenze e Milano)
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(1) Zeffiro Ciuffoletti in “Italiafiera dalle esposizioni Universali al mercato glob
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