[Premessa]
2
Nell’ambito di tale progetto il presente lavoro si è proposto un duplice
obiettivo: da un lato la realizzazione di un simulatore tempo-discreto, in
linguaggio C++, per la “Cluster Formation “e “Manteinance” di una rete di
sensori veicolari, all’interno del quale sono state implementate funzioni in
linea con le specifiche degli standard di comunicazione ZigBee, e dall’altro
l’implementazione , il testing, ed il confronto di diversi algoritmi di Adaptive
Clustering compatibili con l’ambiente VWSN (Comunicazione di tipo VTI
“Vehicle To Infrastructure”).
Le simulazioni sono state effettuate su diverse tipologie di scenari e facendo
variare le variabili di progetto più significative per questo tipo di sistemi.
I grafici ottenuti per via simulativa hanno permesso la comparazione dei
diversi approcci di Clustering proposti, e suggerito le linee guida per la
progettazione di Algoritmi efficienti per tali sistemi.
[Introduzione]
3
Introduzione
La possibilità di considerare dei veicoli come nodi di una rete di sensori
rappresenta il motivo di indagine di questa dissertazione.
L’opportunità, che le reti di sensori offrirebbero, di raccolta ed aggregazione
dei dati permetterebbe di superare quei problemi infrastrutturali che, fino ad
oggi, hanno limitato lo sviluppo di sistemi comunicativi basati sul modello
VTI (Vehicle To Infrastructure) o VII (Vehicle Infrastructure Integration) (1).
Tra questi il più condizionante è stato sicuramente la considerazione di reti
che prevedessero un’architettura in cui ogni dispositivo mobile inviava il
proprio contenuto informativo (pochi byte) direttamente all’infrastruttura
esterna. Se l’obiettivo è la scalabilità della rete, questa soluzione risulta
infattibile a causa di numerose problematiche: da un lato una soluzione
infrastrutturata in cui i nodi non collaborano fra di loro ma si interfacciano
esclusivamente con l’unità centralizzata di raccolta dati, genererebbe un
traffico notevole verso quest’ultima, costringendola ad assegnare e
riassegnare le (limitate) risorse radio un numero considerevole di volte;
dall’altro il costo dell’intero sistema, a causa della maggiore complessità di
tutti i dispositivi impiegati, sarebbe estremamente elevato e non più
giustificabile.
Le reti di sensori rappresentano, in tale ambito, una valida alternativa in
quanto introducono modelli collaborativi in grado di superare le
problematiche viste sopra.
La valutazione dell’effettiva adattabilità di queste soluzioni alle
comunicazioni di tipo VTI è, tuttavia, ancora in fase di analisi.
Quello che è emerso dagli studi svolti in questa tesi è che le difficoltà da
risolvere sono ancora numerose e dipendono essenzialmente dal fatto che lo
scenario di riferimento si colloca a metà fra il mondo delle WSNs (Wireless
Sensor Networks) e quello più ampio e variegato delle MANETs (Mobile
Ad-hoc NETworks) generando una categoria specifica definibile come
VWSNs (Vehicular Wireless Sensor Networks).
In quest’ultimo tipo di reti vengono utilizzati i dispositivi classici delle reti di
sensori (smart sensor), in quanto i dati relativi alle grandezze monitorate sono
poco ingombranti e destinati esclusivamente all’infrastruttura esterna, ma
modelli collaborativi più evoluti di quelli usati nelle WSN di tipo statico in
quanto devono operare in ambienti caratterizzati da elevata mobilità (tipici
delle MANET).
[Introduzione]
4
La spinta maggiore all’implementazione di sistemi VWSN viene proprio
dalle numerosissime possibilità applicative di tale tecnologia: si potrebbe, ad
esempio, pensare di utilizzarli in uno scenario portuale od aeroportuale per
motivi di sicurezza, dotando tutti i mezzi in movimento di sistemi di
posizionamento o piccoli radar e monitorando real time la loro posizione per
mezzo di un’infrastruttura esterna. Un altro possibile contesto in cui installare
una rete di sensori veicolari è quello inerente al posizionamento dei nodi
sensori sulle macchine, gli autobus o i taxi per monitorare incroci stradali,
aree urbane o autostradali e, magari, fornire informazioni sulle condizioni del
manto stradale, sulle situazioni di congestione del traffico o sull’occorrenza
di incidenti, rendere disponibili road map di maggiore qualità od anche per
monitorare in tempo reale particolari eventi di alert rilevati sui singoli veicoli
e garantire quindi un intervento immediato.
Questo lavoro si propone quindi, come obiettivo, la creazione di una suite
simulativa in linguaggio C++ all’interno della quale possano essere
implementati, testati e confrontati i modelli collaborativi adatti all’ambiente
VWSN, e riguardanti la formazione ed il mantenimento di reti ad albero
multilivello in presenza di elevata mobilità e comunicazione VTI.
Nel primo capitolo saranno descritte le caratteristiche generali di una rete di
sensori wireless, dai dispositivi che operano all’interno di essa e le relative
modalità di collaborazione fino ai fattori che ne influenzano la progettazione.
Vengono presentate le diverse applicazioni per cui una rete di sensori può
essere realizzata e, tra i possibili protocolli di comunicazione, viene citato lo
standard ZigBee basato su IEEE802.15.4 nei suoi aspetti più importanti.
Nel secondo capitolo verrà investigato lo stato dell’arte riguardante i modelli
collaborativi utilizzati nelle MANET. Verranno analizzate, quindi, tutte le
proprietà dei protocolli per la formazione ed il mantenimento adattativo dei
cluster, proposti in letteratura per tali scenari, e ricavate le linee guida
progettuali per lo sviluppo di protocolli di “Adaptive Clustering” in ambiente
VWSN.
Il capitolo successivo descriverà l’ambiente simulativo utilizzato,
provvedendo quindi a specificare i flussi di input/output gestiti dai vari
blocchi e riportando, in maniera dettagliata, tutte le specifiche
implementative del sottosistema adibito alla formazione ed al mantenimento
dei cluster e le considerazioni tecniche alla base delle scelte effettuate.
[Introduzione]
5
Il capitolo quarto entrerà nel merito dei protocolli di Adaptive Clustering
utilizzati, descrivendone la struttura ed il comportamento e giustificandone la
compatibilità con l’ambiente VWSN. Verranno poi proposte diverse metriche
di Parent Selection e delineati i possibili sviluppi futuri per tali operazioni
decisionali.
Il capitolo finale racchiude tutti i risultati delle varie simulazioni che sono
state effettuate allo scopo di valutare le prestazioni degli algoritmi al variare
delle caratteristiche dello scenario di simulazione, dei dispositivi e degli
aspetti inerenti la mobilità dei nodi. In particolare saranno mostrate le
topologie risultanti relative alle fasi di formazione e mantenimento della rete,
e grafici specifici che evidenziano il chiaro trade-off, fra overhead (in termini
di numero di operazioni riconfigurative e quindi traffico di segnalazione) e
percentuale di sink (e conseguente qualità della rete), caratteristico di tali
sistemi. Viene effettuata, poi, la valutazione degli stessi algoritmi in scenari
con mobilità di tipo stradale. Il capitolo si concluderà con alcuni esempi di
simulazione tesi a validare il software.
Capitolo 1
Reti di Sensori
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Reti Di Sensori
1.1 Introduzione
Le reti di sensori wireless hanno iniziato ad essere sviluppate nella metà degli
anni novanta da un consorzio di università statunitensi. Nel 1999 venne
pubblicato un lavoro del prof. Kris Pister dell’Università di Berkeley (2),
California, che proponeva il progetto di una piattaforma autonoma per quanto
riguarda l’elaborazione dei dati e la comunicazione, dalle dimensioni
piccolissime ( circa ), che poteva essere usata come nodo per una rete
di sensori wireless. Gli enormi scenari che si aprivano con questa nuova
tecnologia in tutti i campi della società moderna furono notati dal DARPA
(Defense Advanced Research Projects Agency), che iniziò a finanziare il
progetto Smart Dust, avente lo scopo di ridurre le dimensioni di un nodo
wireless fino a quelle di un granello di sabbia. La spinta al progresso
tecnologico in tale ambito, generata da tanto interesse, ha poi permesso che i
nodi wireless diventassero sempre più economici consentendo la loro
penetrazione nei più disparati settori industriali.
1.2 Struttura degli “smart sensor”
L’intrinseca natura di elementi di rete ha fatto sì che tali dispositivi si
distinguessero dai semplici trasduttori di grandezze fisiche visti fino a quel
momento (sensor), in quanto capaci di integrare oltre alle capacità di misura
anche le capacità di memorizzazione, di calcolo ed ovviamente di essere
dotati di interfacce di comunicazione, e venissero conseguentemente
classificati come: smart sensor.
Conseguentemente alla nuove potenzialità di questi sensori intelligenti, al
concetto di singolo sensore che svolge da solo un dato compito, si sostituisce
quello di una moltitudine di dispositivi in grado di cooperare per il
raggiungimento di un obiettivo comune (task). La peculiarità di una rete di
sensori è proprio nelle capacità di elaborazione e collaborazione dei nodi
sensori: ogni dispositivo è, infatti, provvisto di un processore on-board che
gli consente di effettuare delle elaborazioni semplici e trasmettere solo i dati
richiesti e già processati.