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CAPITOLO 1
IL NERVO VAGO E LA TEORIA POLIVAGALE
1.1 Caratteristiche anatomo-funzionali del nervo vago
Il nervo vago, o nervo pneumo-gastrico, è il decimo nervo appartenente al gruppo dei dodici nervi
cranici che partono dal tronco encefalico. Il suo nome deriva dalla parola latina vagus che significa
letteralmente vagabondo proprio perché “vaga” per quasi tutti gli organi del corpo soprattutto quelli
digestivi come stomaco e intestino. Il vago come riporta la figura 1.1 origina dal solco laterale
posteriore del bulbo, fuoriesce dalla cavità cranica tramite il foro giugulare, forma il ganglio nodoso
e decorre verticalmente nel collo. Successivamente attraversa il torace, il diaframma e raggiunge
l’addome (Conforti et al., 2013).
Alla base del collo il vago si divide in due ramificazioni; destra e sinistra. Il nervo vago di destra si
pone tra l’arteria succlavia posteriormente e anteriormente, invece, il nervo vago di sinistra decorre
tra l’arteria carotide comune e la succlavia di sinistra (Przekop et al., 2003).
Figura 1.1 La figura rappresenta schematicamente l’anatomia del nervo vago
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Il sistema vagale include sia le fibre efferenti viscerali generali (GVE), che provengono dal nucleo
motore dorsale del vago (DMNX), sia il sistema delle fibre efferenti speciali o motorie (SVE) che
originano dal nucleo ambiguo (NA). Le fibre efferenti viscerali generali hanno il compito di
regolare la muscolatura liscia e cardiaca, invece, le fibre efferenti speciali regolano i muscoli
somatici della laringe, della faringe e dell’esofago (Conforti et al., 2013).
La discriminazione tra queste due vie motorie sta nel fatto che la regolazione dei muscoli somatici è
conscia e volontaria, mentre quella della muscolatura liscia dipende dai riflessi ed è inconscia.
Il nucleo motore dorsale del vago si trova nella zona dorso mediale del midollo allungato, mentre il
nucleo ambiguo si dispone centralmente rispetto al nucleo motore dorsale nella formazione
reticolare.
Esso determina la produzione di molti neurotrasmettitori importanti, in particolar modo
l’acetilcolina che determina il restringimento dei bronchi e il rallentamento della frequenza
cardiaca. Inoltre stimola la produzione dell’acido gastrico, l’attività della colecisti e la peristalsi
cioè i movimenti compiuti dallo stomaco e dell’intestino durante la digestione.
Il vago assume un ruolo fondamentale poiché monitora e controlla alcune funzioni, quali variabilità
della frequenza cardiaca. Quest’ultimo è un indice di funzionamento dell’interazione tra sistemi
complessi come il sistema cardiocircolatorio, il sistema nervoso e quello respiratorio. Tuttavia, la
sua attività è connessa anche con il funzionamento della corteccia frontale e l’amigdala, che sono
fondamentali per la regolazione delle emozioni (Agnoletti, 2019).
1.2 Il tono vagale e le emozioni
Le emozioni sono elementi imprescindibili delle relazioni umane, dal momento che donne e uomini
di ogni età, razza, cultura, religione, livello sociale, educazione e professione le sperimentano, le
scrutano negli altri, regolano la propria vita per evitare quelle spiacevoli e per garantirsi quelle
positive. Da sempre lo studio delle emozioni è stato definito un campo di ricerca molto caotico e
confondente (Marraffa & Viola, 2017).
Partendo dall’origine etimologica, emozione deriva dal verbo emovere, che tra i vari significati,
vuol dire “rimuovere” ma anche “sconvolgere”. Le emozioni rappresentano delle transizioni
complesse tra essere umano e ambiente; in altre parole sono fenomeni necessari per l’interazione tra
l’uomo, i suoi bisogni fondamentali e il mondo esterno. Storicamente, è stato Darwin il primo a
focalizzare l’attenzione sul ruolo fondamentale delle emozioni nei processi di adattamento
ambientale, con il saggio The Expression of the Emotions in Man and Animals che per la prima
volta propone una descrizione sistematica e una classificazione delle medesime (Bottini, 2016).
Nel recente e crescente interesse per le emozioni, i più importanti contributi circa il ruolo,
provengono proprio dalle neuroscienze cognitive che in collaborazione con altre discipline come la
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psicologia fisiologica, l’etologia, la biochimica e alcune tecniche di neuro-imaging, oggi ci svelano
gran parte dei segreti del cervello emotivo. Il tono vagale è una componente fondamentale del
sistema nervoso parasimpatico che è una delle due branche del sistema nervoso autonomo. Esso è
responsabile del controllo di molti processi fisiologici di regolazione quali; riduzione della
frequenza cardiaca, vasodilatazione/vasocostrizione dei vasi sanguini e regolazione nel distretto
cardiaco. Inoltre è impiegato nello studio della regolazione delle emozioni e in generale in numerosi
processi che alterano o sono alterati da variazioni dell’attività parasimpatica. Esso è strettamente
correlato all’indice di variabilità cardiaca, e da alcuni studi, si evidenzia che un’alta attività del
nervo vago e un alto indice cardiaco, predice un minor rischio e una migliore prognosi di problemi
cardiovascolari, polmonarie e tumorali che, condividono importanti fattori di rischio
comportamentali e dinamiche fisiologiche legate allo stress ossidativo. Diversamente, un basso tono
vagale, è associato a un minore recupero successivo a problematiche cardiovascolari endocrine e
immunitarie (Geisler, Vennewald, Kubiak, & Weber, 2010).
Darwin, spiega l’importanza potenziale dei processi del sistema nervoso parasimpatico (SNP) nella
regolazione delle emozioni nonostante le avesse definite come espressioni facciali. Egli fornì
importanti delucidazioni sul ruolo regolatorio del nervo vago sostenendo che, quando si manifesta
uno stato emotivo, il battito cardiaco varia immediatamente e le strutture del tronco encefalico
stimolano il cuore attraverso tale nervo (cognitive neuroscienze; the biology of the mind, 2010).
Alcuni studiosi hanno presentato un modello dell’espressione emotiva, in cui le emozioni positive
sono associate con l’emisfero sinistro, mentre le emozioni negative sono correlate con l’emisfero
destro. Tuttavia le emozioni positive come la compassione, sono state trovate associate a una
migliore attivazione del nervo vago e sembrano predire bene la bassa produzione di citochine pro-
infiammatorie; indice di una migliore situazione immunitaria e quindi di una buona salute generale.
Invece le emozioni negative, danneggiano il nostro sistema non permettendo un’ottima regolazione
delle medesime (Steller et al., 2015).
1.3 La Teoria Polivagale
Un contributo importante per le emozioni è stato dato dalla Teoria Polivagale di Porgers (1994) che
ha assegnato loro un posto di rilievo. Partendo dalla struttura classica, che vedeva il sistema nervoso
come un’alternanza tra due sistemi principali tra loro in competizione, quali il simpatico e il
parasimpatico, la Teoria Polivagale amplia e chiarisce meglio i meccanismi neurofisiologici sui
quali si basano i nostri comportamenti. Inoltre, offre una nuova prospettiva per capire la
psicofisiologia delle risposte agli eventi traumatici. Porges descrive il funzionamento del sistema
nervoso autonomo non in termini di antagonismo tra il sistema simpatico e parasimpatico bensì in
termini di gerarchia di risposta. La Teoria Polivagale considera che la chiave del nostro
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comportamento sociale e difensivo è da rintracciare nel funzionamento del vago costituito da due
vie, il tratto ventro-vagale e il tratto dorso-vagale. Nondimeno, collega la multiforme azione di
questo nervo al concetto di percezione, ridefinita da lui “neurocezione”. Quest’ultima, indica il
processo neurale che permette la valutazione dei rischi ambientali e la capacità dell’individuo di
scandagliare continuamente l’ambiente per valutare la presenza di minacce o pericoli (Turano,
2019). Porges descrive tre stadi nello sviluppo del sistema nervoso autonomo che corrispondo a tre
diverse risposte difensive quali; immobilizzazione/collasso, mobilizzazione/attacco e fuga e
coinvolgimento sociale (Porges, 2017).
Ciascuna delle tre strategie, è supportata da un circuito neurale distinto; il circuito ventro-vagale,
sistema nervoso simpatico e il circuito dorso-vagale. Porges, per spiegare i diversi tipi di risposta
dei circuiti, suggerisce di usare l’immagine del semaforo, come riportato nella figura 1.2, dove a
ogni colore corrisponde un diverso assetto di attivazione neurofisiologica e un comportamento
finale differente.
Figura 1.2 Nella figura è rappresentato un semaforo. Secondo Porges, il circuito ventro-vagale corrisponde al verde del
semaforo, il sistema nervoso simpatico corrisponde al giallo, mentre il circuito dorso-vagale corrisponde al rosso.
RISPOSTA VERDE (circuito ventro-vagale): quando si attiva questo circuito lo stimolo è
interpretato come non pericoloso o moderatamente attivante. Quando ci troviamo
saldamente ancorati al nostro tratto ventro-vagale, ci sentiamo sicuri, calmi, sociali, il
respiro diventa più lento e profondo e avviene la cosiddetta modulazione dei muscoli
Circuito
dorso-vagale
Sistema
nervoso
simpatico
Circuito
ventro-vagale