L’amore è un’emozione cognitiva superiore. Tali emozioni sono
universali ma soggette a variabilità culturale.
Come le altre emozioni cognitive superiori, l’amore coinvolge la
corteccia cerebrale ed è associato soprattutto a regioni della neocorteccia
del neoencefalo. Ciò fa pensare che l‘amore si sia evoluto molto più tardi
delle emozioni fondamentali, circa sessanta milioni di anni fa, contro i
cinquecento milioni di anni dell’evoluzione del cervello dei vertebrati.
L’odio viene definito come una emozione duratura che esprime
avversione verso persone o cose, riallacciandosi a tendenze combattive
legate all’istinto di conservazione dell’individuo e delle specie; presenta
caratteri diametralmente opposti all’amore e potremmo anche dire che l’uno
è la condizione di esistenza dell’altro.
La paura è una emozione fondamentale, universale e innata, provata
allo stesso modo da qualsiasi essere umano, appartenente a qualsiasi cultura
o etnia. Governata dall’istinto ha come obiettivo la sopravvivenza
dell’individuo in una situazione di pericolo, presunta o reale, si scatena
quindi ogni volta che l’organismo si sente per un qualsiasi motivo
minacciato.
La ricerca si articola in cinque capitoli.
Nel primo capitolo espongo le varie tesi formulate sulla natura delle
emozioni, dagli antichi filosofi greci alle ultime teorie sviluppatesi nel
secolo scorso: la teoria culturale delle emozioni, formulata da Paul Ekman,
5
secondo la quale le emozioni sono dei comportamenti acquisiti e trasmessi
culturalmente come le lingue; l’introduzione da parte di Paul Griffith di una
nuova categoria di emozioni, le cognitive superiori; la teoria funzionale di
Herbert Simon secondo la quale le emozioni sono “processi mentali che
hanno la funzione di interrompere rapidamente un’attività come reazione a
un repentino mutamento ambientale”. Una parte del capitolo è poi dedicata
agli stati d’animo, alle situazioni emotive preesistenti in cui si inseriscono
le emozioni, all’intelligenza emotiva e all’empatia che, in modi diversi, ci
permettono una comunicazione emotiva con i nostri conspecifici.
Nel secondo capitolo analizzo il sistema nervoso e il sistema
endocrino dell’uomo, la teoria del cervello tripartito di MacLean come base
di partenza per lo studio e la comprensione dei circuiti biochimici alla base
della produzione delle emozioni. In effetti le ricerche sulle basi anatomo-
fisiologiche delle emozioni hanno realizzato notevoli progressi da quando
Paul MacLean ha scoperto che il Sistema Limbico svolge un ruolo
fondamentale nella regolazione delle emozioni.
Nel terzo capitolo definisco le emozioni da me prese in esame da un
punto di vista lessicale, filosofico e psicologico. Amore e odio vengono
spesso denominati sentimenti, quindi spiegherò cosa questi siano
distinguendoli dalle emozioni. I due termini infatti non sono sinonimi ma
indicano due diverse fasi della vita affettiva dell’uomo.
6
Nel quarto e quinto capitolo cerco di comprendere ed esplicare, nel
modo più semplice e comprensibile possibile, l’organizzazione delle
risposte emozionali nel cervello e di identificare i circuiti neuronali
specializzati nella produzione di certe emozioni, amore, odio e paura in
particolare.
Lo scopo che voglio raggiungere è dimostrare come le emozioni non
siano una realtà staccata e completamente autonoma rispetto all’uomo,
come ha ipotizzato qualche secolo fa Cartesio, ma come le emozioni siano
parte costitutiva di noi stessi e come nasciamo già programmati per provare
e “sentire” emozioni.
7
CAPITOLO 1
Cos’è un’emozione?
1.1 Emozioni
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita e si
manifestano continuamente nella nostra quotidianità ma, tuttavia, ci
troveremmo in difficoltà a rispondere alla semplice domanda: cos’è
un’emozione?
Molte sono le domande a cui si vorrebbe rispondere: ci si interroga
sulla loro natura, su cosa siano effettivamente, se siano utili o meno alla
nostra sopravvivenza, se siano controllabili o no, se siano universali o
specifiche di ogni cultura e via dicendo.
Negli anni ’60 l’antropologo americano Paul Ekman ipotizzò che le
emozioni siano dei comportamenti acquisiti e trasmessi culturalmente come
le lingue, cosicché persone di differente cultura proverebbero differenti
emozioni. Cercando prove scientifiche a sostegno della sua tesi giunse, al
contrario, a dimostrare che alcune emozioni sono universali e innate,
provate allo stesso modo da ogni essere umano appartenente a una qualsiasi
cultura o etnia; le chiamò per tale motivo “emozioni fondamentali”. Gli
studiosi sono in disaccordo su quante e quali siano le emozioni
fondamentali ma possiamo sicuramente includervi la gioia, la sofferenza, la
rabbia, la paura, la sorpresa e il disgusto.
8
«Il nostro comune retaggio emotivo, dunque, tiene insieme l’umanità
in un modo che trascende le differenze personali. In ogni luogo e in ogni
età, gli esseri umani hanno avuto in comune lo stesso repertorio emotivo
fondamentale. Culture diverse hanno elaborato questo repertorio,
accentuando diverse emozioni, attenuandone altre, e arricchendo i
sentimenti comuni di sfumature culturali».
1
Queste ultime sono le cosiddette “emozioni specifiche”, peculiari di
una certa cultura all’interno della quale, a seguito di particolari condizioni,
si sviluppano e prendono forma. Più precisamente «…invece di concepire le
emozioni fondamentali e quelle specifiche di una cultura come due
categorie completamente differenti, noi dobbiamo immaginarle come poste
ai due estremi di un unico spettro. A seconda del numero e del grado di
condizioni speciali necessarie perché una data emozione si sviluppi, essa
potrà essere collocata più vicina all’estremo fondamentale dello spettro
oppure a quello specifico di una cultura».
2
Paul Griffiths introduce nella nostra distinzione tra emozioni
fondamentali ed emozioni specifiche una terza categoria: le emozioni
cognitive superiori. Tali emozioni, come le fondamentali, sono universali,
ma sono soggette a una maggiore variabilità culturale, si sviluppano e
scompaiono più lentamente delle fondamentali. Sono: l’amore, il senso di
colpa, la vergogna, l’imbarazzo, l’orgoglio, l’invidia, la gelosia.
1
Dylan Evans, Emozioni. La scienza del sentimento, pag. 13, Roma-Bari, Editori Laterza, 2002.
2
Ibidem, pag. 24.
9
Secondo la definizione funzionale di Herbert Simon le emozioni
sono, in generale, “processi mentali che hanno la funzione di interrompere
rapidamente un’attività come reazione a un repentino mutamento
ambientale”.
3
Le emozioni, quando compaiono, provocano una serie di reazioni a
livello somatico, vegetativo e psichico.
Le risposte somatiche possono essere direttamente osservate e
consistono generalmente nell’arrossire, tremare, sudare, respirare più
velocemente. Le risposte vegetative, osservabili con particolari
apparecchiature, consistono in accelerazioni del battito cardiaco, aumento
della pressione, alterazioni nella salivazione, nella secrezione ghiandolare.
A livello psicologico, una persona molto emozionata presenta ridotte
capacità di autocontrollo, di ragionamento logico.
Le emozioni sono per i mammiferi, in particolare per l’uomo, in
questa prospettiva due volte utili: i mutamenti interni e corporei dovuti
all’emozione spingono l’organismo a scegliere o evitare un particolare
corso d’azione mentre le espressioni esteriori dell’emozione possono offrire
informazioni agli altri cosicché questi possano imparare dalle nostre
esperienze e noi dalle loro. Possiamo considerare quindi le emozioni come
guide fondamentali per noi e gli altri nello stabilire e mantenere relazioni
sociali.
3
Ibidem, pag. 164.
10
1.2 Stati d’animo
Possiamo definire gli stati d’animo come condizioni che aumentano
o diminuiscono la nostra recettività nei confronti degli stimoli emotivi,
condizioni che possono durare pochi minuti o anche parecchie ore.
Gli stati d’animo sono le situazioni preesistenti in cui si inseriscono
le emozioni; ciò significa che uno stesso stimolo che provoca una emozione
quale la paura può essere più o meno efficace a seconda dello stato d’animo
in cui si trova il soggetto che lo riceve.
1.3 Emozioni e capacità logico-cognitive
Le emozioni fondamentali, come la maggior parte delle funzioni
cognitive superiori,
4
sono stati transitori, che si scatenano velocemente e
altrettanto velocemente scompaiono. Per la restante parte del tempo siamo
in uno stato mentale neutro, abbiamo la mente lucida e siamo in grado di
pensare del tutto logicamente.
Quando però in noi si scatenano forti emozioni le cose vanno
diversamente, poiché esse sono in grado di influire sulle nostre capacità
logico-cognitive.
Le emozioni riescono a influenzare l’attenzione, definita dagli
psicologi come la nostra capacità di concentrarci su un particolare pensiero,
attività o soggetto. Quando non siamo emotivamente stimolati, la nostra
4
L’aggettivo “cognitivo” è usato in senso lato, non riguardante quindi le sole funzioni relative alla
“conoscenza” in senso stretto.
11