Tesi di Laurea in Statistica Introduzione
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INTRODUZIONE
Era il 16 Aprile del 2003 quando, ad Atene, l'allora Presidente della Commissione
dell'Unione europea, Romano Prodi recitava:
"Oggi apriamo le braccia a questi 75 milioni di nuovi cittadini europei e diciamo loro:
Benvenuti. Questa casa è la Vostra. Ora tocca a voi amarla, viverci, sognarci, abbellirla e
ingrandirla ancora e, se un giorno sarà necessario, difendere assieme a noi i suoi valori e i
suoi principi fondatori".
Queste parole anticipavano l'ingresso nell'UE, di 10 paesi dell'Europa centro-orientale
(Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria,
Malta), che il 1° maggio 2004 ne firmarono il Trattato di adesione.
Vivere per alcuni mesi in uno di questi Paesi, così diversi dal nostro per cultura, clima e
istituzioni, è un'esperienza che non solo ti forma ma ti fa porre delle domande interessanti.
Il presente lavoro nasce infatti dalla mia esperienza di studio compiuta grazie al
programma LLP/Erasmus in Polonia nel 2005.
Otto mesi lontana dall'Italia e dalla mia Università, a contatto con stili di vita e di studio
differenti rispetto a quelli cui ero abituata fino a quel momento, hanno riacceso in me la
passione per la statistica e l'economia a tal punto da incentrare la mia tesi di laurea su
un'analisi comparativa fra le economie di questi due Paesi.
L'intento di quest'analisi è cercare di fornire, senza alcuna pretesa esaustiva, elementi
che consentano di rispondere ad una domanda che più di una volta mi sono posta durante i
mesi di permanenza in Polonia: "Da un punto di vista prettamente economico si vive meglio
in Italia o in Polonia?".
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Punto di partenza di quest'analisi sono le conoscenze acquisite nel corso degli studi
universitari sulle principali variabili macroeconomiche che caratterizzano un sistema
economico nel suo complesso, nonché sulle metodologie statistiche idonee a misurare e
comparare tali variabili nello spazio.
Quando un turista sale su un aereo che lo porterà in un nuovo paese da scoprire, la sua
mente comincia a programmare il tour da seguire nel tempo a disposizione, al fine di
visitarne i luoghi e comprenderne le tradizioni, di modo che, al suo rientro, egli sia in grado
di formulare una descrizione del paese visitato a quanti dovessero chiedergli siffatte
informazioni.
Come un turista il capitolo primo apre il presente lavoro con un tour nella storia, nella
geografia e nel tessuto economico dei due Paesi candidati ad essere designati, nelle
conclusioni della presente trattazione, come quello in grado di offrire le migliori condizioni
economiche a quanti decidessero di far parte della sua popolazione.
Dopo essere quindi giunti ad un quadro generale delle due economie che si intendono
comparare si affronta, con il capitolo secondo, il meticoloso lavoro di descrizione sia delle
metodologie contabili adottate da ciascun paese per redigere la propria contabilità, sia di
quelle statistiche in grado di permettere un'efficiente comparazione spaziale e temporale . È
in questa fase del lavoro che si delineano le variabili macroeconomiche in grado di
evidenziare i tratti caratteristici di una economia.
PIL, occupazione, disoccupazione, debito pubblico, risparmio e inflazione sono quindi le
parole chiave del nostro rebus. Partendo da una definizione della loro natura e delle
relative modalità di misurazione, nei successivi capitoli, terzo, quarto e quinto, si procede
alla misurazione dei livelli che ciascuna di queste variabili ha registrato in Italia e Polonia
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in un determinato arco temporale che normalmente si identifica negli anni compresi fra il
1997 e il 2013. L'intervallo temporale prescelto potrà poi fermarsi al 2012, come nel caso
dell'occupazione, o partire dal 2000, come avvenuto invece per l'inflazione, a seconda della
disponibilità dei relativi dati. Nella maggior parte dei casi lo start è fissato al 1997 in
quanto tale data rappresenta per la Polonia una data di svolta sia sotto il profilo politico, a
quell'anno risale l'approvazione della Costituzione su cui si fonda la Repubblica, sia sotto il
profilo economico, allo stesso anno risale la riforma del mercato. Quest'ultima, ponendo
definitivamente fine all'economia pianificata, ha aperto le porte della liberalizzazione a tutti
i settori economici permettendo alla Polonia di proporsi al resto dell'Europa come partner
economicamente credibile.
L'ITALIA E LA POLONIA, CENTRO ED EST D'EUROPA
"Ogni cosa in Polonia, ogni gesto, ogni accento, parla della passione polacca".
"Amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi,
amo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali;
amo la tua gloria e la tua bellezza".
Edmondo De Amicis, Cuore
CAPITOLO 1
L'ITALIA E LA POLONIA, CENTRO ED EST D'EUROPA
"Ogni cosa in Polonia, ogni gesto, ogni accento, parla della passione polacca".
"Amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi,
mo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali;
amo la tua gloria e la tua bellezza".
L'ITALIA E LA POLONIA, CENTRO ED EST D'EUROPA
"Ogni cosa in Polonia, ogni gesto, ogni accento, parla della passione polacca".
Giovannino Guareschi
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CAPITOLO 1
L'ITALIA E LA POLONIA, CENTRO ED EST D'EUROPA
1.1 L'ITALIA
Il nome di una cosa può dirsi la quintessenza della cosa stessa in quanto ne racchiude lo
spirito che trova materiale espressione nella cosa nominata. Lo stesso può dirsi per la parola
Italia a noi così scontata ma frutto di origini e ipotesi etimologiche divergenti.
Al tempo di Aristotele vigeva una leggenda a schema eponimo secondo cui il nome
sarebbe derivato da quello di un principe enotrio
1
: Italo. Egli regnò sul Paese con una tale
giustizia e saggezza che fu dato al suo regno il nome Italia.
Rilevante è anche quanto si legge in Festo
2
: Italia dicta quod magnos italos, hoc est boves
habeat; vituli enim ab Italis itali sunt dicti (l'Italia è detta così perché possiede grandi itali,
cioè buoi; infatti i vitelli dagli Itali son detti itali), evidente tentativo di mettere in
connessione il nome Italia, originariamente Vitalia
3
, con il latino vitulus (vitello).
1
Enotrio abitante dell'Enotria, antica denominazione greca dell'Italia meridionale; gli enotri erano una
popolazione che nel secolo V a.C. era già scomparsa, in parte grecizzata, in parte sopraffatta dalle invasioni
degli oschi (Edigeo, Enciclopedia Zanichelli, Dizionario enciclopedico di arti, scienze, tecniche, lettere,
filosofia, storia, geografia, diritto, economia, Zanichelli Editore, Bologna, 1995).
2
Sesto Pompeo Festo è stato un grammatico romano. Scrisse il De verborum significatu, un dizionario
enciclopedico in 20 libri (uno per lettera) in cui sono raccolti dati che possono riferirsi alla storia, alla società,
alla Religione Romana, alla geografia e all'aspetto di Roma o dell'Italia (Edigeo, Enciclopedia Zanichelli,
Dizionario enciclopedico di arti, scienze, tecniche, lettere, filosofia, storia, geografia, diritto, economia,
Zanichelli Editore, Bologna, 1995).
3
Col tempo poi, caduta la consonante V, rimasero le voci italus e Italia (Pepe A., Si deve alla Calabria
l'origine del nome Italia, Pellegrini, Cosenza, 1963.).
Tesi di Laurea in Statistica Capitolo 1
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Secondo Servio, commentatore di Virgilio, la parola Italia deriverebbe invece da un'antica
tradizione greca che si rifà alla parola Oinotria, parola che sarebbe in relazione col vino. Ne
deriva che l'antica parola Vitalia non poteva, secondo Servio, riferirsi a vitulus, bensì alla
vite, per cui l'Italia non sarebbe la terra del vitello, ma del vino, della vite.
Qualunque sia l'esatta origine etimologica del nome Italia, la cosa certa è che, dove oggi
è Reggio Calabria ebbe origine il nome Italia, infatti essa designava inizialmente solo la
parte posta all'estremità meridionale della Calabria, solo più tardi essa si estese pian piano a
tutta la penisola. La sanzione ufficiale del nome si ebbe con Ottaviano nel 42 a.C.
1.1.1 L'Italia nella storia
Era il 6 giugno 1946 quando il Nuovo Corriere della Sera annunciava agli italiani È nata
la Repubblica Italiana riportando i risultati del referendum istituzionale indetto il 2 giugno
1946. Tali risultati erano già stati resi noti in una conferenza stampa il 5 giugno 1946:
12.718.019 per la Repubblica; 10.709.423 per la Monarchia; vince la Repubblica con il
54,3% dei voti.
Oltre al referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica, il 2 giugno 1946, gli elettori
votarono anche per eleggere l'Assemblea Costituente che avrebbe ridisegnato l'impianto
Figura 1.1 - Il corriere della sera del 6 giugno 1946.
Fonte: Corriere_repubblica_1946.jpg