Presentazione 
 2
un’impresa è sempre alla ricerca per mantenersi competitiva; e, per finire, in 
termini di incremento della flessibilità di un’organizzazione che abbia deciso di 
adottare il Groupware. 
La tesi è volta a dimostrare l’esistenza di una relazione positiva tra utilizzo 
della tecnologia in esame e “appiattimento” della struttura organizzativa, resa 
così più adatta, perché più flessibile, a rispondere alle esigenze del mercato in 
quanto caratterizzata da un numero di livelli gerarchici estremamente ridotto, 
dalla delega delle decisioni e da un grado di apertura e partecipazione da parte dei 
lavoratori di gran lunga più marcata rispetto a quello che contraddistingue le 
imprese “piramidali” tradizionali. 
L’aspetto innovativo consiste nel considerare le varie tecnologie della 
collaborazione, per mezzo delle potenzialità testé accennate, come variabili 
strategiche in grado di portare un’organizzazione a conseguire i maggiori 
successi aziendali. Si è osservato che solitamente le applicazioni Groupware sono 
utilizzate a supporto di processi molto rigidi, ove l’interazione degli utenti con il 
sistema consiste per lo più nella produzione e spedizione di documenti elettronici 
lungo percorsi rigidamente prestabiliti, in cui l’impatto con le metodologie e i 
comportamenti lavorativi è decisamente relativo. Le aziende, quindi, sono 
orientate ad acquisire tecnologie, anche all’avanguardia, che però vengono 
destinate quasi unicamente a trasferire da supporti cartacei a database dati e 
informazioni, a supportare gli utenti nell’elaborazione di calcoli più o meno 
complessi e a razionalizzare in tal modo procedure standard come quelle di 
contabilità, paghe e stipendi. In altre parole si richiede alla tecnologia di 
razionalizzare processi esistenti, assai strutturati, e di “tradurli” in applicazioni 
software. 
La tesi è stata suddivisa in quattro capitoli, dei quali i primi due sono di 
introduzione e descrittivi, mentre i restanti sono più aperti ad implicazione 
pratiche. 
Presentazione 
 3
Con maggiore dettaglio, nel primo capitolo si sono descritte le funzionalità 
delle tecnologie in esame e, dopo aver riportato alcune delle numerose definizioni 
proposte da informatici, manager o studiosi di management, si è definito il 
Groupware come un sistema informatico che supporta l’attività di persone che 
lavorano ad un obiettivo comune, agevolando la loro cooperazione, interazione e 
coordinamento e fornendo loro modalità differenziate di comunicazione e la 
condivisione del contesto operativo costituito da informazioni e programmi. 
Si sono, inoltre, illustrate alcune categorie funzionali, che vanno 
dall’Electronic Mail e Messaging alle Collaborative Internet Based Applications, 
per dimostrare che il problema non è quello della disponibilità di prodotti 
tecnologici, ma quello di impiegarli in modo opportuno. 
Per finire si è evidenziato che, affinché il Groupware possa esplicare al 
meglio le sue potenzialità, occorre aver la capacità di saper mettere in discussione 
il modus operandi di un’azienda, che dovrà confidare nelle capacità dell’uomo 
sia come singolo che come membro di un team. 
Nel secondo capitolo si è tentato di prevedere in che modo il Groupware 
modificherà i contenuti materiali e simbolici del lavoro di gruppo, ovvero il 
rapporto tra lavoratori e organizzazione. Si è così evidenziato la rilevanza del 
team nell’azienda, con l’approfondimento dei concetti di “gruppo”, “gruppo di 
lavoro” e “lavoro di gruppo”. Chi scrive ha ritenuto inoltre opportuno distinguere 
i team in differenti categorie, a seconda della loro composizione, dimensione, 
grado di formalizzazione, durata e localizzazione, poiché il capitolo terzo mira a 
dimostrare che gruppi diversi percepiscono in modo differente l’efficacia del 
Groupware. In seguito si è descritto qual è il grado di utilizzo di quest’ultimo, 
posizionato nella fase di introduzione del suo ciclo di vita, e il tipo di gruppo 
attualmente più diffuso in azienda, che è di elevate dimensioni, prevalentemente 
concentrato nella medesima sede, permanente e che impiega applicazioni per lo 
Presentazione 
 4
più di tipo procedurale ad uso di una unità organizzativa specifica, cui è 
assegnato il presidio di una funzione aziendale. 
Nelle conclusioni si è effettuata una previsione su come si modificherà il 
modo di lavorare sia a livello “macro” che “micro”, cioè in termini di qualità di 
vita al di fuori e all’interno dell’azienda, la quale, a parere di chi scrive, tenderà a 
migliorare. 
Nel terzo capitolo si sono analizzate le caratteristiche e le relazioni tra il 
Groupware, considerato variabile indipendente, e altre variabili dipendenti, 
rappresentate dal numero di informazioni scambiate tra i membri di un team 
supportato dalle tecnologie in esame, dall’efficacia di queste ultime, intesa come 
miglioramento della performance di gruppo, dall’apprendimento collaborativo e 
dalla struttura organizzativa di un’azienda. 
In seguito, come conseguenza delle osservazioni e riflessioni sulle relazioni 
suddette, si è ipotizzato che i membri di un gruppo supportato dal Groupware 
accrescerà l’efficacia dell’apprendimento collaborativo tramite la crescita dei 
benefici e la riduzione degli svantaggi derivanti dall’elaborazione di informazioni 
all’interno di gruppi; che team diversi percepiranno in modo differente l’efficacia 
del Groupware; che vi sarà una relazione positiva tra utilizzo di quest’ultimo e 
“appiattimento” della struttura organizzativa, il quale implicherà una progressiva 
perdita di importanza dei ruoli tipicamente manageriali. Una volta formulate le 
ipotesi, per ciascuna si sono, in un primo momento individuate le variabili 
indipendenti e quelle dipendenti da indagare e da misurare, e, in un secondo 
momento, si sono proposti dei metodi finalizzati a convalidarle, col richiamo di 
alcuni esperimenti tramandatoci dalla letteratura. 
Per concludere, nel quarto capitolo si è proposto uno strumento di lavoro 
che consenta ai centri di responsabilità di avviare la realizzazione del progetto 
“Groupware”. 
Presentazione 
 5
Si è così definita una metodologia che propone schemi di analisi utili per chi 
deve valutare la fattibilità dell’adozione di tecnologia Groupware, basati su un 
processo sequenziale ed iterativo che inizia con la fase di indagine preliminare, 
volta a rilevare l’esistenza di problemi di comunicazione. Individuate e definite le 
esigenze informative, si passerà alla fase dello studio di fattibilità, il cui compito, 
specificato che scopo dell’intervento consiste nell’introduzione in azienda del 
Groupware, è quello di determinare e valutare le caratteristiche di massima di 
quest’ultimo, di formalizzare un piano temporale di realizzazione e di effettuare 
una valutazione di convenienza economica e un’analisi qualitativa del rischio. 
Qualora il piano finalizzato all’installazione del Groupware fosse considerato 
fattibile, seguirà la fase di pianificazione, rappresentata dalla delineazione dei 
piani realizzativi concernenti le applicazioni da adottare, le risorse umane, 
tecniche e finanziarie, e gli interventi organizzativi da effettuare. In caso 
contrario, si ripercorrerà il processo dall’inizio per individuare eventuali errori 
commessi nelle varie fasi. 
 
 
  
 
 
 
CAPITOLO PRIMO 
 
LE TECNOLOGIE DELLA COLLABORAZIONE 
 
 
1.1  Un’introduzione al Groupware 
 
 
Verso la fine degli Anni Ottanta, negli Stati Uniti alcuni studiosi
1
, che 
provenivano dalle più svariate discipline, che vanno dalla computer science alla 
sociologia, alla psicologia e al management, ma che condividevano il medesimo 
interesse verso le tecnologie a supporto del lavoro di gruppo, coniarono per 
queste ultime il termine generico di “Computer Supported Cooperative Work” 
(CSCW)
2
, che indica la disciplina scientifica che studia, da un lato, il modus 
operandi di chi lavora, e, dall’altro, gli effetti esercitati dalla comunicazione 
elettronica sul comportamento di gruppo. Si osserva però che purtroppo non 
sussiste una definizione univoca di CSCW; così nel tentativo di presentarne una, 
                                                           
1
 Tra questi studiosi si possono citare per la loro importanza Douglas Engelbart e Anatol Holt, padri 
fondatori della computer science. Per approfondimenti si veda l’articolo “Alle origini del groupware” di 
Dario Colombo, della Rivista “ZeroUno” n° 134, marzo 1993, pp. 22-23, ricco anche di riferimenti 
bibliografici. 
2
 Per approfondimenti si veda: “ Computer-Supported Cooperative Work and Groupware”, di Saul 
Greenberg, London: Academic Press, 1991, p.423. 
Le tecnologie della collaborazione 
 7
ci si può riferire al suo obiettivo primario, che consiste nella ricerca di come la 
tecnologia mediata da computer possa essere impiegata per migliorare la 
performance del lavoro di gruppo supportandolo nella dimensione spazio-
temporale. In altre parole, oggetto del CSCW è l’interazione sociale tra persone, 
resa possibile dall’impiego di computer, e non la tecnologia in quanto tale, perché 
da sola non è in grado di creare collaborazione. 
In seguito, per identificare la famiglia dei sistemi che si proponevano come 
mezzi idonei per il supporto del lavoro cooperativo si sono adottati altri termini, 
come, per esempio, quelli di Tecnologie della Cooperazione, in Europa, di Work 
Group Computing Systems e di Groupware, negli Stati Uniti. 
Sarà proprio quest’ultima denominazione a ricorrere in questo lavoro, sia 
perchè è quella correntemente più utilizzata, sia perché, a parere di chi scrive, è, 
anche se concisa, quella più adatta e completa. Difatti essa è a sua volta composta 
da due vocaboli, rispettivamente “Group” e “Ware”. Il primo, che significa 
“gruppo”, connota compartecipazione, disinteresse e apertura verso gli altri; 
mentre il secondo, che letteralmente si può tradurre come “oggetti”, richiama alla 
mente per l’appunto gli oggetti informatici, cioè la tecnologia, che supportano il 
lavoro svolto in team. Quest’ultimo, grazie al Groupware, può migliorarsi con la 
partecipazione dei suoi membri, situati in luoghi fisicamente diversi, alle attività 
comuni in modo tale che il gruppo abbia una produttività almeno altrettanto 
buona, se non migliore, di quella che avrebbe se tutti coloro che vi appartengono 
fossero fisicamente nello stesso luogo; ovvero permettendo ad un team i cui 
membri sono tutti fisicamente nello stesso sito di essere più produttivi di quanto 
non lo sarebbero senza l’ausilio dei sistemi informatici, con la rimozione di vari 
processi senza valore aggiunto. 
Quindi, in poche parole, per “Groupware” si intende quella categoria di 
software espressamente progettati per supportare l’attività di persone che 
Le tecnologie della collaborazione 
 8
lavorano in gruppi costituiti e definiti come tali in funzione di un processo 
produttivo o di un obiettivo che li accomuna. 
L’origine di questa tecnologia va ricercata in due fattori convergenti 
rappresentati da un lato dall’affermarsi di nuove filosofie di organizzazione 
aziendale e dall’altro dalla disponibilità di tecnologie innovative. 
Per quanto concerne il primo fattore, si osserva che nelle nuove teorie 
vengono elaborati concetti, che verranno ripresi e approfonditi nel secondo 
capitolo, come quello di azienda “piatta”, “organizzazione che apprende”, 
altrimenti definita “learning organization”, “azienda-rete” e “azienda-virtuale”. 
La prima, cioè l’azienda “piatta”
3
, è caratterizzata, da un numero di livelli 
gerarchici estremamente ridotto, dalla delega delle decisioni e da un grado di 
apertura e partecipazione da parte dei lavoratori di gran lunga più marcata 
rispetto a quello che contraddistingue le imprese “piramidali” tradizionali. 
La seconda, ossia la “learning organization”
4
, si caratterizza per il fatto di 
essere specializzata nella creazione, acquisizione e trasferimento di conoscenza e 
nel modificare il suo comportamento in base alla “new knowledge” e all’intuito 
(Garving, 1993). 
Si tratta dunque di modelli organizzativi molto più flessibili, reattivi, elastici 
e adattivi di quelli tradizionali, che ricercavano l’“one best way” per ottenere uno 
scopo prestabilito, rappresentato per lo più dall’incremento della produttività. 
L’“azienda-rete”
5
 consiste in un sistema produttivo composto da tante unità 
elementari a composizione mobile, perfettamente collegate e coordinate tra loro. 
                                                           
3
 Per approfondimenti vedasi: Filippazzi F., Occhini G., “Groupware: l’informatica per lavorare 
insieme”, prefazione di Giorgio De Michelis, Milano: F. Angeli, copyr. 1993, 269 p.:ill., 23 cm. 
4
 Per approfondimenti vedasi: Garvin D.A., “Building a Learning Organization”, Harvard Business 
Rewiew, p. 78-91, July-August, 1993 e D’Adamo M. e Gualandris F., “Progettazione e realizzazione di 
una learning organization: Un esempio dall’industria dei semiconduttori”, Economia & Management, n. 
4, p. 71-85, 1995. 
5
 Per approfondimenti vedasi: Grandi A., Marzotti G. e Zanoni A., “Verso l’organizzazione a rete: il 
ruolo dell’Infomation Technology”, Economia & Management, n. 4, p. 45-60, 1994 e Child J., 
“Tecnologie dell’informazione e reti organizzative”, Sviluppo e Organizzazione, n. 11, 1989. 
Le tecnologie della collaborazione 
 9
Mentre l’“azienda-virtuale”
6
 è un complesso insieme di nuclei di 
competenza e produzione in grado di assumere innumerevoli forme e identità in 
funzione del mercato. Si immaginano e si propongono dunque sistemi produttivi 
di tipo molecolare in cui esistono elementi primari, individui o gruppi, collegati 
tra loro da potenti infrastrutture telematiche. L’identità di un’azienda diviene così 
“virtuale”, si scartano tutti quegli ambiti di comunicazione, lenti o superflui, e di 
identificazione propri della vecchia fabbrica, come le posizioni gerarchiche. 
La compresenza fisica dei componenti il gruppo viene ridotta 
all’indispensabile: le comunicazioni verbali sono ottimizzate e razionalizzate 
attraverso un sofisticato processo di classificazione che trasforma discussioni, 
commenti, scambi di opinione e di esperienze in atti linguistici gestibili tramite 
computer. Per ottenere ciò, sono indispensabili le tecnologie informatiche. Di qui 
la necessità di avere a disposizione strumenti all’avanguardia. 
Per quanto riguarda la disponibilità di tecnologie innovative, a partire dalla 
fine degli anni Ottanta, sono stati immessi sul mercato moltissimi prodotti rivolti 
al supporto dell’attività di gruppo, primo tra tutti la posta elettronica, con finalità 
specifiche, come, per esempio quella di agenda elettronica, strumenti di 
progettazione condivisa, e così via. 
Si può proporre come metodo di classificazione
7
 dei prodotti groupware, 
quello utilizzato dall’Institute for the Future, di Menlo Park, che impiega i 
parametri di spazio-tempo (vedi Figura 1.1). 
                                                           
6
 Per approfondimenti vedasi: Tonchia A., “InterNotes e l’Azienda Virtuale: La Creazione di 
un’Infrastruttura di Comunicazione per un Nuovo Business Model”, Informatica & Unix, Gruppo 
Editoriale Jackson, 1996. http://www.12u.it/Convention96/27spec6.htm. 
7
 Per approfondimenti si vedano anche: Gantt J.D., “Experience with Groupware: Benefits and Limitation 
in a Real-world Contex”, GroupWare ‘92, p. 438; e Hsu M., Lockwood T., "Collaborative Computing”, 
BYTE, Vol. 18, n.3, March 1993, p.113-117. 
Le tecnologie della collaborazione 
 10
 
 
 
 
 
 
 
Figura 1.1 Il diamante del Groupware 
Fonte : Iftf/Reseau 
 
Come si evince dalla Figura 1.1, i prodotti che verranno illustrati in modo 
più dettagliato in un paragrafo a sé stante, possono essere classificati in base ai 
binomi: stesso tempo/stesso luogo, stesso tempo/luoghi diversi, tempi 
diversi/stesso luogo, tempi diversi/luoghi diversi. 
Nel primo caso le tecnologie sono utilizzabili nel medesimo tempo e luogo; 
si pensi ad esempio ai prodotti per il supporto ai meeting, come le lavagne 
luminose ed elettroniche, i conference system e le sale riunioni attrezzate. 
Nel secondo caso prodotti come la video conferenza (Desktop Video 
Conferencing, DVC), i sistemi di incontro elettronici (Electronic Meeting 
Systems, EMS), le sale attrezzate e i videotelefoni consentono agli utenti di 
impiegarli contemporaneamente in siti differenti. 
Il binomio tempi diversi/stesso luogo include prodotti che vanno dalla posta 
elettronica (E-Mail) agli Office Systems più complessi, cui si può ricorrere in 
modo asincrono. 
Infine, la tipologia tempi diversi/luoghi diversi comprende, oltre a tutti gli 
strumenti citati, anche i sistemi di pianificazione che gestiscono i flussi di lavoro 
(Work Management Systems, WMS), i project management, ed altri. 
Si pensi, a tal riguardo, alle reti telematiche, a quelle locali e geografiche di 
personal computer, che consentono la trasmissione di innumerevoli informazioni 
Tempi diversi 
Luoghi diversi
Stesso tempo 
Stesso luogo 
Ogni momento 
Ogni luogo 
Tempi diversi 
Stesso luogo 
Stesso tempo 
Luoghi diversi
Le tecnologie della collaborazione 
 11
in Paesi anche molto lontani; oppure ai sistemi operativi multitask, che 
consentono cioè di operare in più programmi contemporaneamente, con la 
possibilità di interscambio dinamico di dati. 
Si osserva anche che la forza lavoro distribuita ovunque, il sovraccarico di 
informazioni e il bisogno di immettere sul mercato il più celermente possibile i 
prodotti, sono solo alcuni dei motivi che giustificano la tendenza ad una richiesta 
crescente dei mezzi a supporto della collaborazione 
Inoltre la comunità di accademici, esperti di organizzazione e produttori di 
software legati alla sua nascita e al suo sviluppo, sostiene che, grazie al 
Groupware, le tecnologie informatiche giocheranno nel prossimo futuro un ruolo 
fino a poco tempo fa impensabile nel mondo della produzione di beni e servizi ed 
è anche convinta che le aziende che sapranno ridisegnare la propria 
organizzazione, sia produttiva che gerarchica, attraverso il lavoro di gruppo e il 
workgroup computing, potranno vincere nuove sfide del mercato. 
È ora giunto il momento di vedere quali sono le funzionalità della 
tecnologia in esame. 
 
Le tecnologie della collaborazione 
 12
 
1.2 Le funzionalità del Groupware 
 
Si osserva che il Groupware è in grado di supportare gli sforzi dei 
teamwork consentendo loro di collaborare anche se isolati nel tempo e nello 
spazio. Esso da un lato massimizza l’interazione umana (nella Figura 1.2 ciò è 
rappresentato dalla freccia crescente n°1), dall’altro minimizza l’interferenza di 
processi con scarso valore aggiunto (nella Figura 1.2 questo è evidenziato dalla 
freccia decrescente n°2). 
Il grafico seguente mostra sia la variabile tecnologica che quella dell’interazione 
umana. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Figura 1 2: Fonte: Microsoft Internet Explorer 
 ? 
Conoscenza del 
Management 
Applicazioni di 
collaborazione/ 
Groupware 
1996 
(inter/intranet) 
1993 
1989- 
1994 
1 
Applicazioni di 
reti 
Reti/infrastutture
2 
Le tecnologie della collaborazione 
 13
In questo capitolo dapprima si proporranno delle definizioni di 
“Groupware”, in seguito si illustreranno quali sono le sue funzionalità e, per 
concludere, si discuterà su come esso possa supportare le organizzazioni 
aziendali. In altri termini, chi scrive cercherà di fornire un’ampia base di 
informazioni circa le caratteristiche e le potenzialità delle tecnologie Groupware. 
 
1.2.1  Definizioni di Groupware 
 
“Groupware” è un termine utilizzato per indicare un insieme di strumenti e 
metodi informatici che hanno quale scopo quello di agevolare e razionalizzare le 
attività di più persone che, in quanto condividono un obiettivo comune, formano 
un gruppo. 
In un sistema groupware gli utenti sono muniti di Work Station, cioè di 
stazioni di lavoro come il personal computer, tra loro collegate in rete con cui 
sono in grado di svolgere numerose funzioni. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Figura 1.3: Il Groupware 
GROUP- 
WARE 
CONDIVISIONE BASI 
DOCUMENTARIE E 
STRUMENTI
GESTIONE  
FLUSSI 
OPERATIVI 
SUPPORTI 
COMUNICAZIONE
INTERPERSONALE 
AUSILIO ALLA 
CODECISIONE 
Le tecnologie della collaborazione 
 14
 
Infatti, come mostra la Figura 1.3, gli utenti, grazie a queste tecnologie sono 
in grado di: 
a) COMUNICARE in differenti maniere: la comunicazione può andare dallo 
scambio di messaggi scritti, con l’ausilio dell’E-mail, alla telepresenza in voce 
e video sullo schermo del computer, con l’EMS e il DVC; 
b) CONDIVIDERE testi, dati, immagini, suoni ossia basi documentarie 
multimediali; 
c) UTILIZZARE i medesimi programmi applicativi come per esempio la 
progettazione assistita da computer; 
d) PIANIFICARE i processi cui partecipano, come la gestione dei flussi di 
lavoro, la definizione e il monitoraggio degli impegni individuali; 
e) CONCORDARE decisioni nelle diverse fasi del processo, con l’utilizzo di 
strumenti che agevolino il confronto e la creazione di idee. 
Detto ciò è giunto il momento di fornire una definizione sintetica di 
Groupware. Però chi scrive ritiene che sia dapprima doveroso illustrare quelle 
proposte da informatici personalmente attivi in varie forme nel groupware, come 
per esempio Engelbart, o da manager con responsabilità sull’informatica di 
organizzazioni complesse o studiosi di management particolarmente interessati 
alle Tecnologie Informatiche, come Cortiula, Sardi, ecc. Nelle definizioni che 
seguono chi scrive ha sottolineato le componenti a suo avviso più rilevanti. 
Innanzi tutto si può intendere il Groupware come: 
“l’insieme delle architetture tecniche (sostanzialmente LAN più client-
server)..., caratterizzato da flussi di lavoro i cui contenuti applicativi vengono 
progressivamente arricchiti da entità cooperanti complementari” (Barassi, 
1992). 
Barassi enfatizza dunque sul fatto che la tecnologia di cui si tratta, è 
costituita, non da un singolo oggetto, bensì da un “insieme” di strumenti fisico-
Le tecnologie della collaborazione 
 15
tecnici, senza trascurare la componente “lavoro” e di “cooperazione”, che 
ritroveremo in altre definizioni.  
Se si pone l’attenzione sugli aspetti applicativi, si è in grado di definire 
l’oggetto in esame come : 
“un insieme di strumenti nati sotto la spinta dei cambiamenti organizzativi. 
In aziende dove l’enfasi è sui processi (piuttosto che sulle funzioni), sarà sempre 
più utile servirsi di tecnologie che facilitino le comunicazioni e la messa in 
comune delle informazioni a livello di gruppi di lavoro” (Sardi, 1992). 
Quindi Sardi evidenzia non solo, come Barassi, che si ha a che fare con 
“insiemi” di mezzi fisico-tecnici, che coinvolgono “gruppi di lavoro”, ma anche 
l’importanza del “cambiamento”, visto addirittura come causa scatenante 
l’acquisizione di tecnologie avanzate in grado di migliorare la “comunicazione” e 
lo scambio di “informazioni”, elementi indispensabili per gestire in modo 
efficace ed efficiente un’organizzazione. 
Altra definizione è quella che considera il Groupware come : 
“l’insieme di soluzioni hardware e software che, contestualmente ad 
adeguate metodologie di introduzione e di sviluppo, consentono la realizzazione 
di sistemi collaborativi, ossia di soluzioni informatiche che permettono a due o 
più soggetti di interagire per raggiungere un medesimo obiettivo. Di per sè, già 
la posta elettronica consentiva a due o più persone di interagire, sia in modo 
spontaneo sia seguendo procedure standard ben definite. La posta elettronica è 
da sempre considerata una tipica applicazione di automazione d’ufficio. 
Tuttavia, nel tempo, i più “tradizionali” sistemi di collaborazione si sono affinati 
e sofisticati nelle loro funzionalità, specializzandole per offrire soluzioni più 
adeguate per il lavoro di gruppo. Sono nati così prodotti... che, avvalendosi di un 
interessante supporto concettuale... si proponevano di avvicinare le risposte 
informatiche alla necessità del lavoro di gruppo” (Biffi, 1992).