8
dall’entusiasmo e dall’interesse del professore, mio relatore, sono 
partita per Anversa con delle stimolanti aspettative. 
Già i primi contatti col mio coordinatore nell’università 
straniera, prof. Eddy Van de Voorde, docente di Economia 
portuale, e i sopralluoghi in alcune delle aree portuali, mi hanno 
posto di fronte una realtà davvero interessante. 
Le ricerche si sono svolte principalmente nelle diverse 
biblioteche universitarie (UFSIA e RUCA soprattutto), e presso i 
principali organi economici, quali la Camera di Commercio, 
l’Autorità per lo sviluppo regionale, e l’Autorità portuale. 
A tale proposito, vorrei evidenziare l’interesse e l’aiuto 
particolarmente mostratomi ogni qual volta mi recavo presso una 
delle suddette autorità. Vorrei, in particolar modo, sottolineare la 
disponibilità dell’Autorità per lo sviluppo regionale, che ha 
continuato ad inviarmi tutti gli aggiornamenti e le pubblicazioni 
successive al mio ritorno in Italia. 
L’obiettivo propostomi in questo lavoro è quello 
dell’analisi del territorio d’Anversa, iniziando dapprima ad 
esaminare la sua storia e, quindi, come quest’ultima è stata 
influenzata dalla localizzazione della città sulla parte meridionale 
del delta dei fiumi Schelda, Reno e Mosa.  
 9
Si evidenzierà come il percorso storico della città è stato 
dettato dagli aspetti positivi della sua posizione centrale in 
Europa, ma anche da quelli negativi della sua prossimità 
all’Olanda e ai suoi porti.  
Già agli inizi del Medioevo, la città si trasformò in un 
prestigioso centro commerciale dove un’enorme quantità e 
varietà di beni erano comprati e venduti. La fama del porto di 
Anversa giunse all’apice durante l’età dell’oro – nel sedicesimo 
secolo – quando divenne una sorta di deposito del mondo 
occidentale. Da allora ingenti volumi di cereali, caffè, tè, 
zucchero, frutta, tabacco, spezie sono trattati ad Anversa. 
Una parte importante della tesi sarà dedicata al distretto 
d’Anversa, alla sua suddivisione in municipalità, e, soprattutto, al 
complesso delle comunicazioni (strade ed autostrade, ferrovie, 
corsi d’acqua interni, aeroporti, oleodotti), “colonna portante” 
dell’intero sistema economico d’Anversa. 
Un’altra parte fondamentale è occupata dall’economia 
della città. 
L’attività economica della città genera il 20% del prodotto 
interno lordo del Belgio ed il 33% delle esportazioni nazionali. 
Quale porta d’accesso per l’Europa, Anversa è considerata il 
 10
partner numero uno per il continente Americano nonché per 
l’Estremo Oriente. 
L’economia di Anversa è basata su tre attività principali. 
La prima è rappresentata dall’industria. Società di fama 
internazionale come Agfa-Gevaert, Alcatel-Bell, Atlas Copco, 
BASF, Bayer, Degussa, Esso, Fina, Monsanto, Opel, Solvay e 
molte altre ancora, hanno investito miliardi nella produzione di 
impianti in questa città o nei suoi dintorni. Quattordici delle 
maggiori società chimiche nel mondo sono collocate ad Anversa; 
ciò rende la città un centro chimico secondo solo a Houston, 
Texas. 
La seconda fondamentale attività economica è il 
commercio dei diamanti. Anversa è il principale centro 
commerciale dei diamanti nel mondo. L’ottantacinque percento 
della produzione mondiale dei diamanti grezzi viene tagliata ad 
Anversa. Ed è qui che più della metà del consumo mondiale di 
diamanti grezzi e industriali così come di brillanti viene 
commercializzata, realizzando un giro d’affari di più di 500 
miliardi di franchi belgi (all’incirca 25 mila miliardi di lire). 
Nella città sono attive quattro borse del diamante, tre banche del 
diamante e quasi 400 stabilimenti di lavorazione; migliaia di 
 11
operai altamente esperti si adoperano per mantenere 
internazionale la qualità dell’etichetta “tagliato ad Anversa”. Ciò 
rende il settore dei diamanti uno dei più importanti ambasciatori 
all’estero nonché un fondamentale asse portante dell’economia 
della nazione: esso rappresenta il 7% delle esportazioni del 
Belgio. 
Il terzo elemento portante dell’economia d’Anversa, cui la 
città deve il suo prestigio economico, è costituito dal porto, 
attorno al quale ruotano tutte le attività industriali e commerciali.  
Il porto si estende per venti chilometri lungo le due rive del 
fiume Schelda (Schelde) ed è situato a novanta chilometri dal 
Mare del Nord. Ricerche effettuate dall’Ausschuss für 
Wirtschaftsforschung di Bremen e dal Dutch Centraal Planbureau 
hanno mostrato che il porto di Anversa è il più centrale in 
Europa. A tale conclusione è giunto, più recentemente, uno 
studio congiunto dell’Antwerp Port Federation e dello Study 
Centre for the Expansion of Antwerp, esaminando venti porti 
Europei.
1
 Ogni anno all’incirca 16.000 navi di più di 100 
differenti nazionalità giungono al porto e nel 1998 il traffico di 
                                                           
1
 Sul punto vedi: Benelux trio gambles the growth, in Fairplay International Shipping 
Weekly, 18
th
 June 1998, p. 25. 
 
 12
beni ha raggiunto i 120 milioni di tonnellate. Il successo di tale 
attività economica è in parte dovuto all’ambiente naturale e alla 
posizione geografica, ma anche a vantaggi acquisiti quali l’alta 
produttività, la forte predisposizione verso l’innovazione 
tecnologica, un sistema doganale flessibile, un’ampia capacità 
d’immagazzinaggio, ed un favorevole clima commerciale. 
Tutto questo significa che Anversa rappresenta la “centrale 
economica” della Fiandra e del Belgio. 
Ma è anche alle infrastrutture, ai servizi urbani, e alla 
qualità delle vita che Anversa deve, in ultimo, il suo successo, 
impressionando urbanisti di tutto il mondo. Anversa è, infatti, 
una delle poche città che ha saputo mantenere la sua splendida 
tradizione artistica nell’architettura, senza, però, sacrificare il 
progresso commerciale ed industriale. L’alto tasso di produttività 
può essere certamente attribuito alla stimolante atmosfera che si 
respira, in modo particolare, nelle strade del centro della città. 
 Considerando tutti questi elementi, queste caratteristiche 
della città d’Anversa, si prenderanno in esame, infine, le sfide 
degli anni futuri e le nuove tendenze delle attività portuali in 
generale, ed i piani di sviluppo del porto d’Anversa, in 
particolare. Si verificherà, quindi, se Anversa possiede i 
 13
presupposti per tenere il passo con i cambiamenti attuali che 
involvono i porti, e per mantenere o, perfino, migliorare la sua 
posizione odierna di secondo porto europeo. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 14
CAPITOLO 1: Le Origini e la Storia 
 
 
 
1.1 Il fiume Schelda  
Il passato e il presente di Anversa sono stati notevolmente 
influenzati, se non determinati, dal fiume Schelda (in fiammingo 
Schelde). Il porto della città dove, oggi, più di 100 milioni di 
tonnellate di beni sono caricati, scaricati, immagazzinati e 
spediti, deve la sua fortuna alla prossimità alla foce di uno dei 
maggiori fiumi dell’Europa occidentale. 
La Schelda con i suoi numerosi canali che la collegano 
verso sud-est alla Mosa e verso nord al Reno ha dettato la storia 
di Anversa. Quando il fiume è stato aperto al traffico, la città è 
fiorita. Le sue più grandi sfide sono sempre state connesse, e la 
sua capacità di ripresa messa alla prova, da questo fiume. 
La Schelda ha rappresentato nel corso degli anni e 
continua tutt’oggi ad essere considerata l’arteria principale di 
Anversa. 
 
 
 15
1.2 La Leggenda 
Secondo un’antica leggenda il nome della città, Anversa 
(Antwerpen), deriva da un eroe, il centurione Romano Brabo che 
amputò la mano – in fiammingo mano è “ant” ed amputare è 
“werpen” – del gigante Druon e la gettò nel fiume Schelda. 
Prima della vittoria di Brabo, secondo la leggenda, il gigante 
aveva estorto crudeli tributi ai traghettatori che attraversavano il 
fiume, tagliando le mani di coloro i quali non erano in grado di 
pagarli. Il gigante aveva, così, sofferto la stessa sorte.  
Tale leggenda è stata poi avvalorata dalla scoperta nel 
sedicesimo secolo di enormi ossa che portarono Albrecht Durer, 
fra gli altri, ad ipotizzare che si trattasse delle ossa del gigante 
stesso. 
Quest’affascinante storia continua tuttora a vivere nei bar e 
cafès di Anversa ed è stata immortalata da Jef Lambeaux (1852-
1908) con una fontana di stile gotico posta nella piazza centrale 
della città (Grote Markt) che riproduce proprio il gesto dell’eroe 
di lanciare nel fiume la mano del crudele gigante. 
Accanto alla suddetta leggenda è opportuno porre in 
evidenza l’analisi filologica del nome della città, secondo cui 
 16
“Anversa” deriva da “porto sulla riva di un fiume” (in fiammingo 
aan de werven). 
 
1.3 Dagli Albori fino al Periodo Borgognone 
Da qualunque etimologia il nome Anversa possa trarre 
origine, scavi archeologici effettuati negli anni 1974-1977
1
 hanno 
rinvenuto resti d’insediamenti sull’ansa del fiume risalenti al 
periodo Gallo-Romano
2
. 
Le prime notizie storiche risalgono, però, al settimo secolo 
quando Anversa, che era allora un piccolo borgo sorto intorno ad 
una fortificazione (Steen), venne convertita al cristianesimo. 
A cominciare dall’ottavo secolo la città, già attivo centro di 
scambi, iniziò a svilupparsi. Nel secolo nono venne distrutta dai 
normanni e conobbe un primo periodo di declino. Alla fine del 
decimo secolo Anversa divenne una provincia di frontiera 
d’importanza strategica per il Sacro Romano Impero. Il confine 
era rappresentato dal fiume Schelda e sull’altro lato era posta la 
contea delle Fiandre. 
                                                           
1
 Sul punto vedi: Asaert, De Vos, Suykens, Thijis e Veraghtert, Antwerp, a port for all the 
seasons, 1996, p. 17. 
2
 Secondo o terzo secolo. 
 
 17
La città, venuta a far parte del Ducato di Brabante, 
continuò ad espandersi urbanisticamente in cerchi concentrici 
con mura successive, ancora oggi visibili nello schema delle 
strade. I duchi di Brabante favorirono lo sviluppo di Anversa 
attraverso molti privilegi, sia politici sia commerciali. 
Risparmiata dalla disastrosa violenza dilagata nei territori 
vicini, Anversa ha potuto concentrarsi maggiormente sul suo 
futuro commerciale assicurato dalla favorevole posizione 
geografica. 
L’attenzione posta sulle attività commerciali e la 
determinazione nello sfruttare il vantaggio geografico, quale 
perno tra i fiumi Reno e Schelda, per fare ogni cosa fosse in suo 
potere per migliorare la sua abilità commerciale non è mai venuta 
meno col trascorrere degli anni. 
Le costruzioni rudimentali iniziali del porto cominciarono 
ad estendersi; il commercio non era più basato esclusivamente 
sul sale e pesce ma comprendeva vino, lana ed altri tessuti, beni 
di lusso
3
.  
                                                           
3
 Quali gioielli, diamanti, pellicce, velluto, arazzi, maiolica, medaglioni, clavicembali, 
strumenti di precisione. 
 
 18
Il primo boom economico si verificò nella prima metà del 
quattordicesimo secolo quando Anversa divenne il più 
importante centro commerciale e finanziario dell’Europa 
occidentale; la sua reputazione era basata principalmente sul 
porto marittimo e sul commercio della lana, proveniente 
soprattutto dall’Inghilterra. 
Nel 1356 la città fu annessa alla Contea delle Fiandre e 
perse molti privilegi, in parte a favore della città di Bruges
4
. 
Cinquant’anni più tardi il corso degli eventi ruotò nuovamente a 
favore di Anversa. 
La città divenne una fonte ideale di competenze 
commerciali e finanziarie per i re inglesi. Nel 1435 un mercante 
andaluso esaltava Anversa come il luogo dove “possono essere 
viste le più belle cose al mondo e gli uomini più ricchi”. Con 
l’ampliarsi dei mercati le possibilità artistiche e commerciali 
crescevano notevolmente. 
Dal 1430 il Ducato di Brabante, di cui Anversa era parte, 
fu assorbito dall’Olanda Borgognona. La corte Borgognona 
ricercava il massimo livello della sofisticazione culturale ed 
                                                           
4
 Bruges (Belgio) è situata a 80 km circa a nord-ovest di Anversa e, tra il tredicesimo e il 
quindicesimo secolo, è stata uno dei più ricchi centri commerciali e finanziari d’Europa. 
 19
Anversa divenne un modello per il resto dell’Europa e per 
l’Inghilterra in particolare. 
Numerose compagnie commerciali, e tra queste la lega 
anseatica, scelsero Anversa come loro sede. La città iniziò così a 
popolarsi di mercanti forestieri, anche italiani, che trattavano 
prodotti d’ogni genere. 
 
1.4 Il sedicesimo secolo: “l’età dell’oro” 
Nel sedicesimo secolo Anversa fu un centro di commercio 
internazionale senza rivali, divenne una metropoli di fama 
mondiale: una specie di Manhattan del sedicesimo secolo. La 
Schelda fu aperta alla navigazione. E tutta l’abilità, l’inventiva, la 
creatività e l’energia che era stata contenuta nella città negli anni 
precedenti, poteva finalmente manifestarsi. Il risultato fu un 
incomparabile sviluppo d’arte (umanistica) e commercio, l’uno 
che influenzava l’altro.  
Lo storico fiorentino Ludovico Guicciardini (1523-1589) 
descrisse tale ineguagliabile centro commerciale e culturale come 
“la città più incantevole del mondo”. 
 20
Lo spagnolo Ivan Calvate de Estrella disse di Anversa nel 
1549 “la ricca e popolosa città di Anversa può giustamente essere 
chiamata la metropoli mondiale”. 
Nel porto della città arrivava un numero di imbarcazioni 
pari a quattro volte quello che giungeva a Londra e dodici volte 
quello di Siviglia. Anversa era diventata il mercato principale per 
la spezie orientali, per il rame e l’argento tedesco, per i tessuti 
inglesi, per la seta, il vino e numerosi altri prodotti francesi, 
nonché il principale porto del nord dell’Europa per le galee 
italiane provenienti da Genova e Venezia. 
Nel corso di questo secolo ingenti risorse furono impiegate 
per la ricostruzione e il rinnovo della città vecchia, e per lo 
sviluppo della periferia. L’amministrazione della città realizzò il 
primo edificio del Rinascimento nel nord Europa, il municipio, 
costruito tra il 1561 e il 1565. La città era pronta ad accogliere un 
numero sempre crescente di abitanti, rappresentati sempre di più 
da mercanti, artisti, operai specializzati, ed un’ampia forza lavoro 
attratta dalla sua ricchezza. Nel 1560 la popolazione di Anversa 
raggiunse i 200.000 abitanti
5
, quadruplicandosi nel corso di due 
secoli. 
                                                           
5
 Sul punto vedi web page (3): “Population and Commerce”.  
 21
La prosperità della città in tale periodo era dovuta a 
differenti ragioni, fra cui il naturale farsi più profondo 
dell’entrata occidentale della Schelda e la decadenza d’importanti 
centri commerciali quali Bruges e Venezia, conseguente alle 
scoperte di Cristoforo Colombo e Vasco da Lama. Con l’apertura 
alla navigabilità del fiume, i beni non giungevano più ad Anversa 
attraverso l’Adriatico e quindi Venezia, ma direttamente dal mare 
favorendo l’arrivo di merce dal Nuovo Mondo, l’America. 
Una tale ricchezza non sarebbe stata senz’altro possibile 
senza solidi capitali finanziari
6
, istituzioni e abilità nel 
manipolarli. La città fiamminga svolse un ruolo cruciale nello 
sviluppo di tecniche essenziali per complesse transazioni 
finanziarie. L’utilizzo di banconote, le operazioni di girata, le 
moderne procedure di sconto si svilupparono proprio ad Anversa. 
E fu qui che nacque nel 1531 la prima Borsa valori moderna, il 
cui funzionamento fu successivamente riprodotto da Thomas 
Gresham per la Borsa reale inglese. 
Tali sviluppi erano supportati dagli organi amministrativi e 
dal consiglio della città. Anversa ha seguito sempre la politica 
                                                           
6
 I ricchi Fugger, famosa famiglia tedesca di banchieri, avevano una casa ad Anversa da 
dove davano in prestito ingenti somme a re e città.