1
INTRODUZIONE
Il mio primo incontro con la filosofia è avvenuto attraverso l'Oriente.
Infatti, avendo frequentato, in gioventù, scuole superiori tecniche e facoltà universitaria
di impronta matematica, non avevo mai studiato la filosofia. Solo in seguito, leggendo,
fra gli altri, due testi fondamentali per la mia formazione (La via dello zen di Alan W.
Watts, e Il tao della fisica di Fritjof Capra), ho incominciato a familiarizzare con i con-
cetti filosofici orientali.
Il mio sogno sarebbe dunque stato quello di approfondire la filosofia orientale. Poi,
però,  ho constatato di non avere neppure i rudimenti di base della filosofia occidentale
e, quindi, da qui sono partito per arrivare, forse, in futuro ancora all'Oriente.
Questa breve premessa spiega la mia costante passione di comparare i due mondi
(Oriente e Occidente) e le loro idee di fondo. La scintilla per questo lavoro di tesi è ve-
nuta da un articolo scovato tempo fa nel mondo di Internet: Platone e le Upanişad, di
Paolo Scroccaro. Fu un colpo di fulmine! Decisi subito che sarebbe valsa la pena di svi-
luppare e arricchire questo scritto.
Le Upanişad prese in considerazione sono le tredici più antiche (sulle 108 canoniche e
le oltre 200 totali). Tale scelta è giustificata dal fatto che le Upanişad considerate sono
quelle antecedenti a Platone e, oltretutto, le più importanti anche da un punto di vista
storico e filosofico-religioso. Comunque, come verrà meglio chiarito nelle conclusioni
di questo lavoro, si esclude che Platone potesse conoscere direttamente o indirettamente
queste importanti scritti orientali. 
Per dare un'idea concreta di che cosa siano le Upanişad basti dire che il loro messaggio
fondamentale si può riassumere in questa frase: “La grande esperienza dell'epoca upani-
sadica è la scoperta che l'essenza irriducibile dell'uomo è identica all'essenza irriducibile
dell'universo”
1
.
Ricordiamo infine che ogni singola Upanişad espone, ravvolta in una poetica veste di
immagini, non tanto una dottrina particolare quanto la sintesi di una esperienza diretta-
mente vissuta. Anche in Platone le immagini rivestono una fondamentale importanza.
Dunque immagine e mito sono strumenti basilari per aiutarci a comprendere la vera real-
tà ultima che si cela dietro le effimere apparenze, quelle che invece, secondo il Platone
1
Angelo Brelich, Introduzione alla storia delle religioni, Edizioni dell'Ateneo, Roma 2006, pp.
200-201.
2
interpretato più tradizionalmente, non sarebbero che ombre inconsistenti prive di spes-
sore ontologico.
Le molteplici analogie evidenziate fra il pensiero vedico e quello platonico (anche se,
ovviamente, sono presenti pure parecchie dissonanze) ci portano a concludere che le
due civiltà superiori, quella indiana e quella greca, avendo avuto percorsi di sviluppo si-
milari, sono giunte, con i loro uomini più saggi, a conclusioni concettuali simili, come
sarà meglio chiarito nelle conclusioni di questa tesi.  
 
1. RIFLESSIONE METODOLOGICA
Prima di entrare direttamente in argomento, vale la pena di fare una prima necessaria ri-
flessione metodologica a proposito della comparazione filosofica tra Oriente e Occiden-
te: seguirò gli schemi enunciati da Giangiorgio Pasqualotto nel suo articolo Filosofia
greca e pensiero cinese: una comparazione filosofica, pubblicato anch'esso tramite In-
ternet il 27.12.2005
2
.  Si parte dall'osservazione che si debba parlare appunto di “com-
parazione filosofica” e non della più generica “filosofia comparata”. L’espressione “filo-
sofia comparata” può essere fatta risalire al 1923, anno in cui apparve l'opera di Masson
Oursel La philosophie comparée. Il limite di questa prospettiva è che “cade nell'illusio-
ne che vi possa essere una condizione di totale neutralità nel trattare pensieri e sistemi di
pensiero appartenenti a culture e civiltà lontane nel tempo e nello spazio come se fosse-
ro oggetti semplici o puri dati di fatto”.
Altro percorso metodologico da evitare sarebbe quello che intende dimostrare l'esisten-
za di una Verità Unica, Suprema e Perenne utilizzando le concordanze rilevabili tra le
diverse manifestazioni di pensiero: Oriente e Occidente sarebbero, secondo questo ap-
proccio, solo due tasselli dell'Unica Verità.
La terza via consiste appunto nella comparazione filosofica. Al proposito Pasqualotto
scrive nell'articolo sopraccitato: “Questo sforzo non è guidato dall'intento troppo disin-
teressato di registrare dissonanze e consonanze tra pensieri nati e vissuti in tempi e luo-
ghi fra loro lontani; né è spinto dalla volontà troppo interessata a dimostrare un'unica
Verità metafisica che starebbe all'inizio o alla fine di tali pensieri: esso è animato esclu-
sivamente dall'amore per la ricerca, il quale coglie alla base di tutti questi pensieri altret -
tante tracce lasciate da problemi decisivi e dai tentativi di dar loro risposte. Perciò la fi-
2
 Cfr. http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=1517
3
losofia comparata intesa in questa prospettiva [cioè come comparazione filosofica] mo-
stra la sua estrema fedeltà all'idea che ci ha donato Platone, quella di philo-sophia, per
la quale ciò che più conta non è sophia,  ossia il possesso della verità bensì philein ov-
vero il movimento di ricerca della verità”.  
E continua scrivendo: “È allora evidente che la comparazione filosofica capovolge l'or-
dine di ricerca proposto dalla filosofia comparata: essa infatti non parte dai pensieri pro-
dotti in Oriente e in Occidente come fossero morti dati di fatto, compiuti e definitivi,
ignorando la natura problematica che li ha fatti nascere ma li assume come segni viventi
di interrogativi antichi e tuttavia ancora aperti.”  
Importante la sottolineatura, qui fatta, a proposito della ricerca della verità, della “ten-
sione erotica” tipicamente platonica verso la verità. Adotteremo dunque la stessa pro-
spettiva di ricerca cara a Platone: non abbiamo a che fare con uno stato di fatto acquisito
(il possedere la verità), ma intendiamo percorrere un cammino, una “via” verso la veri-
tà. Anche l'Oriente vedico e post-vedico usa il concetto di “via” verso la saggezza, via
costellata da mille difficoltà: si consideri, ad esempio, il problematico cammino del
Budda verso l'Illuminazione. Questo metodo pare dunque il più adeguato a leggere i te-
sti che ci proponiamo di confrontare, in quanto adotta la loro stessa prospettiva di fon-
do.
4
2. PLATONE E LE UPANIŞAD
L’idea di questa tesi deriva appunto da un lavoro di Paolo Scroccaro
3
, pubblicato tramite
Internet e avente lo stesso titolo
4
, nel quale sono segnalate alcune convergenze tra le
opere platoniche e le Upanişad, mentre noi, in questa tesi, tratteremo altre convergenze.
Fra le analogie evidenziate dal professor Scroccaro ricordiamo: il mito degli androgini,
l’albero rovesciato con le radici in cielo, il mito del carro alato, il sole quale simbolo di
verità.
In questa tesi ci soffermeremo invece su altri temi, solo accennati ma non pienamente
sviluppati dallo Scroccaro, quali le classi sociali, la trasmigrazione delle anime, la vera
conoscenza, e, infine, l’Uno e i Molti. 
Una conferma fondamentale della possibilità del raffronto tra Platone e le Upanişad de-
riva anche dalle parole di Ananda K. Coomaraswamy: “In Oriente una filosofia identica
a quella di Platone costituisce ancora oggi una forza viva”
5
.
3. UPANIŞAD: STORIA E TERMINOLOGIA
Prima di iniziare a parlare del contenuto delle Upanişad pare doveroso un breve accen-
no alla loro storia e alla loro particolare terminologia. Esse sono commenti sacerdotali ai
Veda, i testi sacri dell’Induismo. La parola Veda indica la conoscenza intuitiva, la sa-
pienza primordiale per eccellenza (dalla radice vid, “vedere, conoscere”), il sapere rive-
lato, la sacra tradizione. I Veda sono quattro: Rg-veda, il più antico che contiene, in 10
libri, 1028 inni: i singoli inni però non risalgono a un unico autore né alla stessa epoca.
“Nel più famoso inno del Rg- Veda, la cosmogonia è presentata come una metafisica. Il
poeta si chiede come l'Essere abbia potuto originarsi dal non-Essere”
6
.  
3
Professore a riposo di Storia e Filosofia a Treviso, da molti anni è il principale animatore del-
l'Associazione Filosofica Trevigiana. Ha ottenuto il Diploma di perfezionamento in Filosofia
delle scienze presso l'Università di Padova e Certificato Internazionale in Ecologia umana rila-
sciato dalle Università di Parigi, Bruxelles e Padova. Suoi principali campi di interesse, di ricer-
ca e insegnamento sono la Metafisica e la comparazione fra Oriente e Occidente.
4
 Cfr. http://www.estovest.net/tradizione/platoupanish.html
 
5
 Ananda K. Coomaraswamy, Sapienza Orientale e Cultura Occidentale, Rusconi, Milano 1998,
p. 27.
6
 M. Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose, Sansoni, Firenze 1979, volume I, p.
247.