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Sommario 
 
Il mercato europeo del gas naturale sta vivendo, oggi, profondi mutamenti così come sta accadendo 
nel più ampio contesto globale:  in uno scenario di costante sviluppo dei consumi – cresciuti nel 
periodo 1995-2011 con un tasso medio annuo del 2,7% e previsti in espansione dell’1,7% medio 
annuo nell’orizzonte 2012-2035 – una serie di fattori contribuiscono a ridefinire in modo sostanziale 
gli equilibri geopolitici globali, attuali e prospettici. Si stanno affacciando sulla scena nuovi Paesi 
produttori, in particolare in Medio Oriente, nell’area del Caspio e nel Sud-Est Asiatico, mentre dal lato 
della domanda si afferma con sempre maggior forza il ruolo di traino delle economie emergenti 
sudamericane, della Cina e dell’India. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti, fino a pochi anni fa 
importatori netti, grazie alla produzione di ingenti quantità di gas non convenzionale hanno raggiunto 
una sostanziale autosufficienza e si candidano a diventare un potenziale Paese esportatore. 
L’Europa, per contro vede i propri consumi ridimensionati come effetto della crisi economica e allo 
stesso tempo sta sostenendo un‘incessante declino delle riserve sul proprio territorio con un 
conseguente aumento delle importazioni dai paesi extra-europei. Queste tendenze determinano 
nuovi assetti nelle diverse regioni, con un impatto significativo sugli equilibri di domanda e offerta a 
livello globale e sui meccanismi di formazione del prezzo.  
 
Alla luce di ciò, il seguente lavoro si pone come obiettivo principale quello di indagare quale sia, ad 
oggi, il grado di integrazione del mercato europeo. La tematica dell’integrazione è stata valutata 
secondo tre direttrici trasversali e collegate tra loro: dapprima, l’analisi ha posto l’attenzione sugli 
aspetti più visibili e tangibili dell’integrazione del mercato, ovvero quello riguardante lo sviluppo della 
rete fisica di trasporto nel mercato upstream, elemento base per la lettura delle dinamiche odierne 
della fornitura di gas europea.  In secondo luogo, si è cercato di quantificare il grado di sviluppo degli 
hub del gas, sorti un po’ in tutta Europa a partire dalla seconda metà degli anni novanta e nel primo 
decennio degli anni 2000, ma che hanno sperimentato per molto tempo una bassa liquidità e un 
basso grado di maturità, rendendo così difficilmente raggiungibile, nel breve e medio periodo, 
l’obiettivo di creazione di un mercato unico del gas naturale come auspicato dalla Commissione 
Europea proprio sul finire degli anni novanta. Infatti, solo nel periodo successivo al 2008 alcuni hub 
hanno guadagnato momentum, scardinando, almeno in parte, i principi del paradigma tradizionale 
legato ai contratti Take or Pay di lungo periodo. Il terzo tassello fondamentale della ricerca  è 
costituito dall’analisi della correlazione di prezzo agli hub del gas, fattore che è stato analizzato 
dapprima attraverso lo studio della letteratura esistente e successivamente attraverso un’analisi 
quantitativa volta a confermare quanto dettato da tale letteratura. 
 
Più precisamente, questo lavoro è strutturato in due sezioni principali: 
 
La prima sezione pone particolare attenzione alla tematica dell’integrazione fisica del mercato 
Europeo. Tale tematica è stata sviluppata partendo, a monte, dall’analisi delle dinamiche di domanda 
e offerta a livello globale, dove si è palesata una caratterizzazione su base regionale: il mercato del 
gas infatti, presenta ancora oggi delle barriere regionali allo sviluppo e non possiede ancora i 
connotati di una global commodity, come è successo invece per il petrolio (materia prima a cui il gas
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è strettamente correlato). Si è dimostrata infatti l’esistenza di tre principali poli di consumo: Stati 
Uniti, Europa e Asia-Pacifico, ciascuno con dinamiche proprie, anche se strettamente correlate tra 
loro, specialmente attraverso la maggiore interazione che è stata possibile raggiungere grazie allo 
sviluppo del mercato del GNL, il quale ha reso possibile ed economicamente vantaggioso il trasporto 
a lunga distanza. L’analisi dei flussi di domanda e offerta è proseguita nel più piccolo contesto 
europeo, cuore della ricerca, e come nel contesto globale, si è palesata una distinzione in quattro 
principali regioni gas. Alla luce di ciò, dopo aver preso in considerazione i vincoli esistenti sia dal lato 
dell’offerta che da quello della domanda, si è concentrata l’attenzione sull’attuale sviluppo della rete 
fisica di trasporto, elemento essenziale affinché sia possibile quantificare in che modo le regioni gas 
europee sono interconnesse tra loro da un punto di vista fisico. Successivamente, si è voluto indicare 
quali saranno i piani di sviluppo della rete auspicati a livello europeo, attraverso appositi piani di 
sviluppo regionali, i quali dovrebbero contribuire in maniera consistente al progetto di integrazione, 
anzi, né costituiscono un tassello fondamentale. 
 
La seconda sezione del lavoro, è suddivisa a sua volta in due parti principali,  che hanno l’obiettivo di 
dispiegare la trattazione dei due argomenti complementari e fondamentali per lo studio 
dell’integrazione del mercato europeo. 
La prima parte, con particolare riguardo alle modalità di approvvigionamento, si è concentrata 
sull’analisi del tema della transizione dal paradigma di mercato tradizionale, caratterizzato dalla 
stipula di contratti bilaterali Take or Pay di lungo periodo, alla c.d. “hub-indexation” e alla “gas-to-gas 
competition”.  A fronte di un palese aumento del livello dei volumi e dei contratti scambiabili agli hub 
del gas nel corso degli ultimi cinque anni, si è voluto offrire una panoramica che rappresentasse in 
maniera chiara ed esaustiva il funzionamento degli hub del gas europei distinguendoli per categoria 
ed evidenziando le tipologie contrattuali che attualmente è possibile scambiare in alternativa ai 
tradizionali contratti Take or Pay di lungo periodo.  Una volta chiarite le modalità di funzionamento, si 
è entrati nel cuore della trattazione, andando ad esprime le principali misure attraverso cui è 
possibile valutare il grado di liquidità degli hub e di conseguenza la loro maturità, anch’essi fattori 
necessari affinché sia possibile raggiungere un maggior coordinamento del mercato a livello 
europeo. L’ultima sezione, strettamente legata al tema dello sviluppo degli hub del gas, ha avuto 
come obiettivo lo studio dell’interazione e correlazione di prezzo di questi ultimi. Anche in questo 
caso infatti, gli ultimi 5 anni hanno dimostrato una crescente interazione, anche laddove (come ad 
esempio nel caso italiano ed austriaco) questo andamento era meno marcato o addirittura assente. 
In tale prospettiva, si è voluto procedere presentando dapprima, le tendenze che sono emerse dallo 
studio della letteratura sul tema, e successivamente si è voluto predisporre un’analisi empirica che 
andasse a confermare, o al contrario confutare quanto esposto dalla letteratura e cercando altresì di 
quantificare i valori di tale processo di correlazione.
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Capitolo 1 
Le dinamiche europee di domanda e offerta di gas 
naturale nel contesto del mercato globale
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1.1. Introduzione 
Alla luce di quello che è l’obiettivo principale di questo lavoro, cioè indagare il grado di sviluppo 
dell’integrazione del mercato europeo del gas naturale, questo capitolo intende porre l’attenzione 
sulle dinamiche di domanda e offerta all’interno delle varie regioni dell’Unione Europea, valutandone, 
ai fini ultimi del lavoro, il grado di omogeneità oppure all’estremo contrario, il rispettivo grado di 
disaggregazione ed eterogeneità. Nel fare ciò, i paragrafi successivi dovrebbero proseguire con 
l’inquadramento di queste variabili nel più ampio spettro del mercato globale di riferimento, 
descrivendone le peculiarità e come queste possano a loro volta influire, in un processo retroattivo, 
sulle stesse dinamiche europee. A tal riguardo ritengo opportuno soffermarmi sin da subito su due 
importanti aspetti che hanno modificato e continueranno a modificare il contesto del mercato del gas 
naturale: mi riferisco rispettivamente allo sviluppo commerciale del GNL sui mercati internazionali ed 
europei e alla rivoluzione dello shale gas, che ha sicuramente stravolto la posizione statunitense 
degli ultimi anni, ma le cui ricadute sul territorio europeo sono ancora incerte e da codificare sotto 
diversi punti di vista, sia economici e strutturali sia regolatori.  In chiusura del capitolo vorrei 
focalizzare l’attenzione sui trend di sviluppo dei prossimi anni (con un’attenzione particolare allo 
sviluppo delle infrastrutture fisiche del gas in territorio europeo) fino all’orizzonte temporale 2020 e 
osservare quali siano i più importanti cambiamenti che potranno avvenire rispetto a quella che è la 
situazione attuale  e le ricadute che questi cambiamenti avranno sul processo di armonizzazione dei 
singoli mercati nazionali. Il tema della dotazione infrastrutturale risulta infatti essere un ottimo punto 
di partenza per lo studio dell’integrazione del mercato europeo. L’esistenza di una rete di trasporto 
(ad alta pressione) che consenta il libero scambio della commodity senza che si presentino situazioni 
di congestione fisica (i c.d. bottleneck) è uno dei prerequisiti essenziali che permettono di definire un 
mercato come maturo ed integrato. Anticipo in questa sede che i fattori di sviluppo e integrazione 
complementari al tema infrastrutturale saranno  ampiamente discussi nella seconda parte di questo 
lavoro, dove sarà esaminato il grado di sviluppo degli hub europei del gas e dove sarà quantificato il 
livello di convergenza di prezzo tra i vari mercati europei. 
 
1.2  “Regionalizzazione globale” o “globalizzazione regionale”? 
Nonostante gli sviluppi che si sono succeduti nel corso degli ultimi dieci anni, il mercato del gas 
naturale non è ancora pienamente globalizzato a differenza di quanto invece è avvenuto per il 
petrolio che è divenuto un mercato globale assimilabile a qualunque altra commodity
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. A livello 
mondiale, due terzi del gas prodotto viene consumato nello stesso paese di produzione, mentre oltre 
il 50%  delle esportazioni  proviene da soli cinque paesi, una percentuale che sale al 62% nel caso 
del solo GNL (IEA, 2010). Queste cifre indicano un grado di concentrazione significativamente 
maggiore rispetto al mercato del  greggio.  
                                                           
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Per commodity si intende una merce con caratteristiche omogenee, cioè senza differenze qualitative 
importanti, che può essere quindi scambiata facilmente anche se proviene da diverse origini.
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Attualmente, ci sono tre grandi aree o per meglio dire, mercati regionali del gas naturale: Nord 
America, Europa e Asia-Pacifico, con caratteristiche strutturali ben distinte e una interazione molto 
limitata, anche se le dinamiche in atto nel corso degli ultimi anni stanno notevolmente cambiando lo 
scenario di riferimento. Mentre gli Stati Uniti sono sostanzialmente una regione autosufficiente, 
Europa orientale e Asia dipendono in larga misura dalle importazioni via gasdotto o GNL.  
Figura 1.1 Aree di mercato del gas naturale
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                                                                                                                       Fonte: elaborazione AF Mercados EMI Europe                                                                
Come abbiamo modo di osservare dalla figura (aree rosse) e come detto sopra, la maggior parte dei 
flussi di domanda di gas a livello mondiale è concentrata principalmente in tre macro aree: Nord 
America, Europa ed estremo oriente (con Cina, Giappone e India in prima linea); mentre allo stesso 
modo, i principali produttori (aree verdi) si dislocano in modo disomogeneo tra Eurasia, Medio 
Oriente e Nord Africa, Norvegia  e Australia. Volendo descrivere più in dettaglio le modalità e le rotte 
di approvvigionamento dei principali paesi consumatori si nota che: 
 L’Europa, che importa circa il 70% del gas da fonti esterne all’Unione e che vedrà crescere 
questa quota fino a circa l’80% nel corso dei prossimi dieci anni, ha accesso alle forniture di gas 
sia via gasdotto che via GNL. L’approvvigionamento via gasdotto è la modalità principale. La 
gran parte delle forniture extra europee arriva dalla Russia e dall’Africa settentrionale mentre sul 
suolo europeo i principali paesi esportatori sono i Paesi Bassi e la Norvegia. Il Regno Unito, che 
ha sfruttato per oltre mezzo secolo i suoi giacimenti per l’esportazione, ora fatica a soddisfare la 
propria domanda interna. Importanti rifornimenti via nave nei territori dell’Unione arrivano invece 
dal Qatar, dall’Egitto e dalla Nigeria. 
                                                           
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 REF-E e AF Mercados EMI Europe, 2013, “L’evoluzione delle dinamiche concorrenziali nel mercato europeo 
del gas a seguito del processo di liberalizzazione del settore”.