2
Da qualche tempo le emissioni di diossine e composti simili, stimate in relazione alle 
varie tipologie di processi produttivi (incenerimento rifiuti, impianti per la produzione di 
energia, sintesi industriali), sono considerate come un problema per l’ambiente: tra esse 
la 2,3,7,8 TCDD, è classificata dallo I.A.R.C.
 7
 come una sostanza cancerogena per 
l’uomo.  
L’inventario Europeo delle emissioni
8
 stima il contributo degli impianti di cremazione 
pari allo 0.2% delle emissioni totali di diossine e furani. 
 
SCOPO 
 
Questo lavoro, nello specifico della Provincia di Venezia, prende in considerazione la 
pratica della cremazione dal punto di vista ambientale, con lo scopo di descrivere e 
valutare le emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti e in particolare di alcuni 
composti organici persistenti (POP’s).  
Vengono altresì esposti e confrontati i livelli emissivi di diossina stimati con quanto 
riportato a livello Europeo, illustrate le tecniche di campionamento e di analisi impiegate 
e descritte le tecnologie attualmente in uso per la depurazione dei fumi.  
Ulteriore intento è quello di fornire informazioni e misure utili al popolamento del 
catasto, ovvero dell’inventario delle fonti di emissioni di inquinanti in atmosfera 
(INEMAR)
9
. 
Per lo sviluppo del presente lavoro si sono utilizzati, sia dati sperimentali ottenuti da 
misurazioni eseguite nel corso del 2003, del 2007 e del 2008, in due dei tre impianti 
presenti nella Provincia di Venezia, sia dati forniti dai gestori degli impianti 
all’Amministrazione Provinciale, in ottemperanza a quanto previsto dalle prescrizioni 
Autorizzative. 
Altri dati e informazioni utili ad un confronto con i livelli emissivi misurati, sono stati 
ricavati da una ricerca sul web. 
 
                                                 
7
 International Agency for Research on Cancer, 
8
 Osparcom-Helcom-Unece 11 Emission Inventory  
9
 INEMAR (INventario EMissioni ARia), è un database progettato per realizzare l'inventario delle 
emissioni in atmosfera, ovvero stimare le emissioni a livello comunale dei diversi inquinanti, per ogni 
attività della classificazione Corinair e tipo di combustibile 
 3
INTRODUZIONE 
 
Cos’è la cremazione?
10
 Dal punto di vista tecnico scientifico, è un processo irreversibile 
mediante il quale un corpo, con l’intenso calore e l’evaporazione, viene ridotto in 
cenere; un modo veloce di fare quello che compie la natura in molti anni.  
La cremazione è quindi un’accelerazione controllata del naturale processo di 
decomposizione delle spoglie mortali che dura diversi anni. Prima che il corpo sia 
“Polvere” si passa attraverso il processo di putrefazione che in egual modo riguarda una 
dissoluzione ed eventuale dispersione di sostanze tossiche.  
Il processo di combustione avviene in appositi impianti chiamati crematori posti 
all’interno dell’area cimiteriale. Al termine del processo rimangono circa 1500/2000 
grammi di cenere biancastra.  
 
L’evoluzione culturale della società, la multi etnicità presente sul nostro territorio, la 
fase di relativa gratuità per il cittadino, il progressivo aumento degli impianti presenti sul 
territorio nazionale, la carenza di posti nei cimiteri e la posizione di sostanziale 
accettazione da parte della Chiesa Cattolica, sono i principali elementi che hanno portato 
negli ultimi anni a un incremento della pratica della cremazione nel nostro Paese.  
Lo spazio nei cimiteri delle grandi città scarseggia enormemente. I costi per gli 
ampliamenti sono elevati, cresce la preoccupazione per l’aspetto igienico sanitario, le 
famiglie hanno il desiderio di non lasciare agli eredi incombenze sgradevoli e trovano 
più pratico ed economico ricorrere alla cremazione. Quest’ultima ovvierebbe al 
sovraffollamento dei cimiteri, dato che grazie ad essa si ridurrebbero notevolmente gli 
spazi cimiteriali. Le urne che raccolgono i resti del defunto cremato, possono essere 
tumulate in loculi cimiteriali detti colombari
11
; generando un ingombro, comunque, 
inferiore rispetto a quello di una bara. 
                                                 
10
 Il verbo cremo, -as indica solamente il fenomeno della combustione ed è collegato a cremium, che si 
riferisce al legno secco. Con il verbo uro (bruciare) si può indicare l’evento naturale della combustione 
anche per indicare gli effetti del gelo che brucia le piante o disagi provocati da pestilenze o devastazione 
causate dalle guerre. ardeo è un altro termine che sottolinea il divampare del fuoco, anche se conosce altri 
usi metaforici. Dei tre il verbo cremo è il più usato in ambito sacrale.
 
 
11
 Il Colombario (dal latino columbarium) Costruzione funeraria consistente in blocco murario in cui è 
ricavata una serie di celle e vani (chiamati anche loculi, tumuli o forni) di adeguate dimensioni per la 
collocazione di un solo feretro, una o più urne cinerarie, una o più cassette di resti ossei (ai sensi del 
paragrafo 13.1 della circolare Ministero della Sanità 24/93), in base alla capienza fisica (art. 93 comma 1 
del D.P.R. 285/90) ed al diritto di esservi sepolto. Le dimensioni dei colombari per urne cinerarie sono 
 4
“Essere sepolti due metri sotto terra è diventato un lusso. Più probabile è trovarsi 
infilati in una specie di cassetto di marmo, tra altre migliaia di cassetti di marmo, in un 
cimitero condominio”
12
. 
Sempre più spesso le amministrazioni comunali vedono di buon occhio il ricorso alla 
cremazione. Ogni comune prevede, nell'ambito della pianificazione urbanistica e 
territoriale, aree cimiteriali in grado di rispondere alle necessità di sepoltura nell'arco dei 
venti anni successivi, all'adozione di strumenti urbanistici con finalità atte a favorire il 
ricorso alle forme di sepoltura di minor impatto sull'ambiente. 
In Italia, rispetto ai sistemi di sepoltura tradizionale, la pratica della cremazione rimane 
ancora di secondaria preferenza con percentuali attorno al 10,3 % nel 2007, contro una 
media Europea del 39 %. 
Uno dei limiti alla diffusione degli impianti di cremazione è dovuto alla mancanza di 
chiarezza in materia di autorizzazioni ambientali di nuove installazioni oltre alla 
mancanza d'incentivi alla loro costruzione. Nel passato hanno avuto importanza anche 
motivazioni ideologiche. 
La cremazione, tuttavia, non è un’alternativa pratica ed economica al funerale 
tradizionale.  Per poter cremare un corpo di fatti sono necessarie tutte le pratiche previste 
per qualsiasi funerale ed è obbligatorio il cofano funebre (che deve essere cremato 
insieme al corpo). Nella lingua inglese "casket" è la cassa in generale, "coffin", invece è 
il cofano spallato. 
Nel complesso la cremazione, quindi, può essere considerata un’alternativa alla 
sepoltura tradizionale (inumazione
13
 o tumulazione
14
) e il suo scopo è quello di 
accelerare il processo di consumazione del corpo. 
La pratica della cremazione utilizza un processo tecnologico che, se si vuole prescindere 
dalle considerazioni legate all’etica della vita umana, deve essere valutato anche dal 
punto di vista del suo impatto ambientale. Nella progettazione si devono vagliare tutte le 
fonti di rischio sia per gli operatori che per l’ambiente. 
                                                                                                                                                
definite dai locali regolamenti di polizia mortuaria. Altri studiosi con il termine “colombario” intendono 
direttamente la nicchia dove tumulare feretri, cassette ossario, urne cinerarie e “feretrini” per resti mortali. 
12
 Massimo Cacciari riferendosi al cimitero di Roma – seminario “Le aspettative della società attuale nei 
confronti del cimitero e della sua gestione” 18/11/2008 
13
 L’inumazione consiste nella deposizione del feretro in una fossa, scavata nel terreno, in un campo 
situato all’interno del cimitero, denominato campo di inumazione. 
14
 La tumulazione consiste nella sepoltura di salme, resti mortali e ceneri in posti sepolcrali costruiti con 
opere murarie (loculi, cripte, cappelle e ossari). 
 5
Diventa, quindi, importante la caratterizzazione delle emissioni in atmosfera come 
rischio derivante dal processo stesso.  
Nonostante gli ostacoli religiosi, legislativi e burocratici, la cremazione ha avuto e sta 
avendo uno sviluppo sempre più ampio nel nostro Paese anche a seguito della  
possibilità, introdotta dalla circolare del Ministero della Sanità n°10 del 31/07/98, di 
poter avviare alla cremazione i resti mortali rinvenuti in seguito al turno di rotazione 
contemplato dal vigente Regolamento Nazionale e dai Regolamenti locali. 
In Parlamento sono state presentate proposte di legge
15
  tendenti a promuovere il rispetto 
della volontà del defunto di riconoscere il diritto, previa la necessaria regolamentazione, 
di disporre la dispersione delle proprie ceneri in natura; l’affermazione del principio di 
pari dignità tra le diverse pratiche funerarie; il riconoscimento delle Società di 
Cremazione (SO.CREM) e del loro ruolo storico e dei diritti dei conviventi, superando 
anacronistiche discriminazioni. La stessa proposta di legge, però, tende a dilazionare 
ulteriormente i termini entro i quali sono definite le norme tecniche per la realizzazione 
dei crematori, come previsto dalla legge 130/01. 
 
                                                 
15
 Camera dei Deputati n° 1268 – testo approvato dalla XII Commissione Affari Sociali 14.02.07 
CINERARIO  al  Cimitero di Venezia 
 6
STORIA E SIGNIFICATO 
 
Da tempi antichissimi la pratica della cremazione rappresenta un rito per molte 
popolazioni in tutto il mondo, dall'America precolombiana, all'Asia e India, dove ancora 
oggi rappresenta la celebrazione predominante per salutare i propri cari, alle popolazioni 
celtiche, (i vichinghi si facevano cremare sulle proprie imbarcazioni), fino alle civiltà 
mediterranee concependo il fuoco come elemento di purificazione e illuminazione del 
passaggio del defunto all'altro mondo.  
Per i Greci e i Romani si trattava di un culto riservato ai più nobili e illustri, poiché lo 
sfarzo derivante dai roghi era riservato a pochi. Anch’essi concepivano la cremazione 
come atto di purificazione e liberazione dello spirito. I romani crearono i columbarium, 
dove sono state rinvenute urne cinerarie dell'epoca. Nella Roma antica e nell’Italia in 
genere, cremazione e inumazione coesistevano con prevalenza ora dell’una ora 
dell’altra, essendo queste pratiche condizionate dalle religioni, dalla cultura e 
dall’influenza di altre civiltà. Il popolo era inumato per economia, mentre la cremazione 
era propria delle famiglie nobili. La cremazione avveniva in luoghi fuori città detti 
ustrina.
16
 La più povera consisteva nello scavare una buca, riempirla di legna, deporvi il 
cadavere, bruciarlo e coprire i resti di terra. Nella forma più diffusa la salma era 
collocata, secondo il grado di nobiltà, o su una semplice castata oppure su cumuli di 
legna a forma di altare
17
. Talvolta il defunto era avvolto in un lenzuolo di amianto
18
 
perché le sue ceneri non si confondessero con quelle del legno.  
Per mascherare l’odore sgradevole, sul cadavere e sulla legna veniva sparsa una grande 
quantità di essenze profumate. L’accostamento di questa consuetudine in epoca romana 
con i rituali a tutt’oggi in uso in India e in particolar modo nella città santa di Benares è 
d’obbligo. 
Era una pratica adatta per bruciare i cadaveri durante le epidemie, per non lasciare i 
caduti sui campi di battaglia, ed evitare che animali o nemici facessero scempio dei 
                                                 
16
 Ustrina …. erano i roghi sui quali erano arsi i membri della famiglia regnante, oppure i luoghi dove era 
praticata la cremazione si trovano spesso i resti del rogo (ustrina) con cui il cadavere è stato combusto. 
17
 Vitae dei cesari (Milano,Rizzoli,1982.) la cremazione di Cesare 44 A.C. “..fu eretto il rogo in 
Campidoglio vicino alla tomba di Giulia, fu costruita una edicola aurea, ispirata alle forme del tempio di 
Venere, e in esso fu collocato un cataletto d’avorio ricoperto di porpora con esposta a trofeo la veste che 
Cesare portava al momento dell’assassinio. 
18
 Rino Gaetano (29/10/1950  - 2/06/1981), Berta Filava 1976. “e filava la lana..la lana e l'amianto del 
vestito del santo, che andava sul rogo,e mentre bruciava, urlava e piangeva e la gente diceva …an vedi 
che santo ..vestito d'amianto”. 
 7
cadaveri, ma dava anche la possibilità di riportare in patria i resti dei soldati caduti nelle 
campagne militari lontane…….omissis 
 
COSA SONO LE SO.CREM. 
 
Le società per la cremazione sono le eredi di un movimento nato nella seconda metà 
dell’ottocento, le cui motivazioni sono ricercabili nel rispetto della persona umana, 
nell’igienismo e nell’ecologia.  
Le società per la cremazione in Italia sono oltre quaranta. Si tratta di associazioni di 
volontariato senza scopo di lucro che promuovono la cremazione come scelta di civiltà e 
progresso. Operano nel rispetto della dignità dell’uomo e del dolore dei parenti e 
garantiscono l’osservanza della volontà degli iscritti di essere cremati, unitamente al 
rispetto delle loro disposizioni in merito alla destinazione delle ceneri. La scelta di essere 
cremati deve essere fatta in vita per iscritto attraverso un testamento notarile o una 
volontà olografa. La scelta può avvenire anche con la comunicazione della volontà al 
coniuge o ai figli, che però dovranno certificarla al momento della morte all'Ufficiale di 
Stato Civile. Oppure, molto più semplicemente attraverso l'iscrizione a un'associazione 
cremazionistica (SO.CREM.) che, al momento della morte del Socio, attesterà la volontà 
espressa in vita. La legge n° 130 del 30 marzo 2001, riconoscendo all'associazionismo 
cremazionista un rilevante ruolo, afferma che l'appartenenza a un'associazione 
cremazionistica riconosciuta e che abbia “tra i propri fini statutari quello della 
cremazione dei cadaveri dei propri associati” costituisce prova della volontà del defunto 
di essere cremato. Per essere associati a una SO.CREM. si versa una quota annuale oppure 
una quota vitalizia al momento dell’iscrizione.  
Le SO.CREM. sono riunite nella Federazione Italiana per la Cremazione, ha la forma 
giuridica di Associazione di Promozione Sociale e funzione di rappresentanza e tutela. 
…….omissis 
 
DATI ANALITICI 
 
Nelle tabelle seguenti sono riportati i risultati analitici delle misure per la ricerca di 
microinquinanti organici effettuate a camino. 
I dati sono riferiti alle 3 frazioni riunite (polveri, condensabili e incondensabili). 
 8
I dati descritti nelle tabelle, sono riportati per singolo impianto, con una prima parte di 
riassunto delle concentrazioni e dei flussi di massa e una seconda parte con il dettaglio 
delle analisi di laboratorio.  
Le concentrazioni degli inquinanti determinati sono espresse in nanogrammi/Nm
3
 e 
riferite al gas secco con un tenore dell’11% di Ossigeno, i flussi di massa, ossia le 
quantità orarie emessse, sono espressi in microgrammi
19
/ora.
  
Successivamente, sono riportate le analisi eseguite su due campioni solidi polverulenti 
derivanti dal sistema di depurazione fumi, prelevati e analizzati nel 2003 e nel 2008 su 
due dei tre impianti oggetto del presente lavoro….omissis 
 
QUANTITÀ EMESSE 
 
INPUT - Quanta Diossina viene emessa dal Corpo Umano  
 
Utilizzando i dati riportati in una recente pubblicazione
20
, si può valutare l’ordine di 
grandezza della quantità di diossine e furani introdotta nel crematorio con la salma. 
Questi inquinanti liposolubili, vengono generalmente assunti per oltre il 90% attraverso 
l’alimentazione e si accumulano nei grassi del corpo umano…omissis. 
 
OUTPUT – quantità emesse 
 
Le diossine possono, inoltre, formarsi all’interno del forno per trasformazione di 
eventuali precursori presenti già nel corpo o nei materiali che vengono combusti 
assieme. Per precursori s’intendono, ad esempio, composti aromatici clorurati (fenoli 
clorurati, difenileteri alogenati) che possono produrre policlorodibenzodiossine e 
policlorodibenzofurani con reazioni basiche a temperatura intorno ai 150°C, durante la 
fase di raffreddamento dei fumi di combustione.  
Durante questa fase può avvenire la reazione “de novo” sintesi
21
 a valle del forno, a 
partire da composti organici non combusti (aromatici, cicloparaffine), per loro 
                                                 
19
 1 µg  = 10
-6
 g 
20
  Serum Level of PCDD/F and Dioxin Like PCB in relation to different exposures in Italian adult man. 
Raccanelli S 
(1)
  Frangipane G
(2).
 et Libralato S
(3)
. (1)I.N.C.A.  (2) UNI.VE-Cà Foscari  (3)Ist. Nazionale 
OGS TS  - DIOXIN2007: 27th International Symposium on. Halogenated Persistent Organic Pollutants. 
Tokyo, Japan 3 – 7 September 2007  
 9
alogenazione in presenza di Acido Cloridrico o di cloruri. Questa reazione viene 
catalizzata dalla presenza di metalli, come il rame, per temperature superiori a 250°C e 
con un massima resa fra 300°C e 400°C.  
Dall’analisi storica dei dati a disposizione per le emissioni di macroinquinanti, quali 
polveri, acido cloridrico etc., negli impianti di cremazione presenti nella provincia di 
Venezia, non si evidenziano valori superiori ai limiti autorizzativi imposti, il che 
dimostra l’efficienza dei sistemi di abbattimento attualmente installati per questa 
famiglia di inquinanti.  
Per i microinquinanti organici, la situazione, viceversa, è alquanto variabile.  
In questo elaborato le concentrazioni di diossine e furani stimate sono espresse in 
Tossicità Equivalente (I-TEQ International Toxicity Equivalent), riferite alle condizioni 
Standard (273,15 °K e 101,3 KPa) e all’ 11% di Ossigeno….omissis 
 
L’IMPRONTA delle DIOSSINE: E’ POSSIBILE RISALIRE ALLA GENESI? 
 
Le reazioni che portano alla formazione di PCDD/F (210 congeneri) possono favorire la 
formazione di alcuni congeneri rispetto ad altri; a causa di particolari condizioni in cui 
tali composti si originano. La distribuzione e l'abbondanza relativa dei congeneri che 
compongono le famiglie dei PCDD e PCDF sono caratteristiche dello specifico processo 
da cui hanno avuto origine.  
A titolo di esempio le impronte relative ai generici processi di combustione, come la 
combustione del legno e delle altre biomasse e agli scarichi civili mostrano normalmente 
una predominanza di octaclorodibenzodiossina (OCDD) con presenza di furani leggeri 
(TCDF, PCDF), mentre le impronte legate ai processi chimici del cloro mostrano una 
predominanza di octaclorofurano (OCDF) con forte presenza di eptaclorofurano 
(HpCDF).  
Lo studio delle impronte della diossina nell’ambiente può consentire di risalire alle fonti 
della contaminazione; infatti, certe distribuzioni sono così peculiari e caratteristiche da 
rappresentare una vera e propria “ impronta digitale” della contaminazione….omissis 
 
 
                                                                                                                                                
21
 Ryu J.Y., K.C. Choi, J.A. Mulholland (2006) Polychlorinated dibenzo-p-dioxin (PCDD) and 
dibenzofuran (PCDF) isomer patterns from municipal waste combustion: Formation mechanism 
fingerprints. Chemosphere, 65: 1526-1536. 
 10
METODI di CAMPIONAMENTO e ANALISI 
 
In considerazione della natura discontinua e a “batch” del processo di cremazione 
l’analisi completa delle emissioni deve essere condotta durante lo svolgimento della 
combustione. Sarebbe auspicabile iniziare il campionamento dell’emissione in atmosfera 
nel momento in cui il feretro è introdotto nella camera di combustione e terminarlo 
prima della fase di raccolta delle ceneri, in modo da evitare che la turbolenza causata 
dall’apertura del portello di raccolta ceneri possa influenzare il risultato analitico, ma 
praticamente ciò non è spesso praticabile. Quindi, praticamente si è cercato di 
monitorare l’emissione di almeno 3 cicli di cremazione, evitando interruzioni o 
rallentamenti nella normale attività degli operatori e raccogliendo in questo periodo di 
campionamento un volume di gas campionato tale da raggiungere i limiti di rilevazione 
strumentale. 
Alcune indicazioni tecniche indicano un tempo di campionamento globale in cui 
eseguire una serie di misure, di almeno quattro cremazioni/giorno, dove applicabile. 
La normativa tecnica tedesca considera il tempo globale di campionamento su cinque 
cremazioni/giorno. 
I campionamenti sono eseguiti sulla condotta di scarico dei fumi, posta alla fine della 
catena tecnologica di depurazione dei fumi, su apposito bocchello di prelievo fumi 
dotato di idonea piazzola di campionamento. Per la caratterizzazione della composizione 
dei fumi emessi in atmosfera sono di riferimento le specifiche norme UNI-EN, che per la 
loro applicazione in campo richiedono figure professionali specializzate con elevata 
esperienza nel settore…….omissis