INTRODUZIONE
PLATONE E IL CONCETTO DI CENSURA
“Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l'entrata aperta alla luce […]
pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro sin da fanciulli, incatenati gambe e
collo sì da dover restare fermi e da poter vedere solo in avanti, incapaci, a causa della
catena, di volgere attorno il corpo. Alta e lontana brilla alle loro spalle la luce d'un
fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corre rialzata una strada. Lungo questa pensa di
vedere costruito un muricciolo, come quelli schermi che i burattinai pongono davanti
alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. […] - Immagina di vedere
uomini che portano lungo il muricciolo oggetti di ogni sorta sporgenti dal margine
[…] e come è, naturale, alcuni portatori parlano altri tacciono – Strana immagine la
tua, disse, e strani sono quei prigionieri. - Somigliano a noi, risposi; credi che tali
persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre
proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? […] - Se quei
prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare
oggetti reali le loro visioni? […] - Per tali persone insomma, feci io, la verità non può
essere altro che le ombre degli oggetti artificiali”
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.
L'immagine della caverna creata da Platone è un'allegoria che vuole esplicare come i
filosofi siano gli unici in grado di comprendere e vedere la vera realtà: il compito dei
filosofi, infatti, secondo Platone, è quello di uscire dalla caverna e contemplare il
Sole, sollevarsi dalle cose sensibili alle idee per ritornare al mondo, governandolo nel
migliore dei modi. In particolare ho utilizzato questa immagine per spiegare in che
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Citazione tratta da: Platone, La Repubblica, Bari, 2013, (pp. 229-230).
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modo agisce la censura: le ombre proiettate sul muro della caverna sono per la
pubblica opinione la realtà quando invece sono solo una versione distorta della stessa
realtà.
Bisogna sottolineare il fatto che Platone è stato, a suo tempo, un sostenitore del
meccanismo della censura, necessaria per l'esistenza stessa dello Stato egli si scagliò
contro artisti e musici perchè le loro opere avrebbero potuto danneggiare o minare lo
Stato e distogliere i cittadini dal proprio dovere.
In particolare poesia e canto, mai come altro, sono in grado di scuotere le passioni
degli uomini.
Oltre a temere le ripercussioni dell'arte, Platone considera le opere artistiche come
mere imitazioni che si allontanano dalla realtà. Temi come la morte, la paura, la
fame, il dolore, le ingiustizie e le credenze religiose erronee non potevano essere
trattati o divulgati e dovevano essere assenti dall'educazione dei fanciulli. Sono solo i
filosofi a comprendere la vera realtà?
La verità è prerogativa solo dei filosofi? E quindi la realtà è di chi governa una
società? Di certo chi comanda ha l'interesse di “possedere” la verità ( reale o presunta
non fa differenza ) e imporla ai sottoposti per meglio governarli.
“La censura è una forma di controllo sociale che limita la libertà di espressione e di
accesso all'informazione basata sul principio secondo cui determinate informazioni e
le idee e le opinioni da esse generate possono minare la stabilità dell'ordine sociale,
politico e morale vigente”
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. Applicare la cesura significa avere il controllo
sull'opinione pubblica, avere il controllo su cultura, idee sociali, idee politico-
religiose e morali attraverso la manipolazione dell'informazione e della
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Citazione tratta da: Victor Zaslavsky, Censura, in Enciclopedia delle scienze sociali, Roma, 1991.
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comunicazione al fine di legittimare il detentore di qualsivoglia potere su chi è
“dominato”.
È inoltre possibile suddividere, al suo interno, la censura secondo l'oggetto in
religiosa, politica e morale, anche se spesso queste distinzioni vanno a sovrapporsi o
a coincidere: eresia, empietà, peccati, impurezza, laicità e ideologie pericolose
costituiscono i bersagli principali della censura religiosa.
I governi degli Stati nazionali orientano la censura contro le idee politicamente
sovversive.
La censura morale è diretta contro le morali o i costumi che vanno contro la condotta
in vigore.
Un monarca la cui autorità è legittimata da ideologie religiose e dalle autorità
ecclesiastiche avrà l'interesse di difendere le proprie posizioni politiche e religiose
censurando quelle contrastanti. Si pensi, ad esempio, a un regnante incoronato dal
Papa
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: sarà suo interesse che la religione di Stato sia quella cristiano cattolica e di
difendere gli interessi papali nel suo Stato.
L'estensione e i metodi della censura variano secondo l'ordine sociale che essa cerca
di difendere, la tipologia di governo e secondo i mezzi di comunicazione che
prevalgono in una data società in un determinato periodo di tempo.
Il primo capitolo espone sinteticamente le definizione del concetto di opinione
pubblica confrontando le due definizioni principali attraverso la visione di due
intellettuali come riferimento. Inoltre vi è il riassunto storiografico dell’evoluzione
del concetto di opinione pubblica in relazione alla censura e alla propaganda. Infine
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Si può citare, ad esempio, Carlo Magno, incoronato da Papa Leone III nella notte di natale dell'anno
800: egli fece in modo che Papa Leone III venisse definitivamente riconosciuto come pontefice in
cambio del titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero.
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si conclude con l’esempio delle tre rivoluzioni che hanno modificato e segnato
profondamente la storia dell’Occidente.
Il secondo capitolo offre una sintesi storica di come si sia organizzata la censura e
delle logiche che hanno animato le intenzioni degli organismi che ne hanno fatto uso
e in che modo e con quali modalità essa viene applicata.
Il terzo capitolo illustra dettagliatamente in che modo, durante i secoli in cui ha
potuto godere di un potere sia spirituale che temporale, la Chiesa di Roma ha usato lo
strumento della censura. Il capitolo si chiude analizzando come alcuni governi degli
Stati europei si siano rapportati con lo strumento della censura ecclesiastica.
Il quarto capitolo infine espone in che modo la censura laica si sia organizzata,
sostituendo di fatto quella ecclesiastica, ripercorrendo i cambiamenti politici e sociali
dei secoli XVIII e XIX. Portando a esempio i casi di censura nel campo
cinematografico e di Internet nei secoli XX e XXI.
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CAPITOLO I
OPINIONE PUBBLICA E CENSURA
Il termine opinione pubblica può assumere svariati e complessi significati.
Due sono i principali:
- Comunità di persone che tramite l’uso della ragione formano un proprio giudizio
sugli avvenimenti in divenire in un determinato periodo di tempo in ambito politico,
morale e religioso.
- Comunità di persone accomunate dalle stesse idee in ambito politico, morale e
religioso.
1.1 HABERMAS E LOCKE, DEFINIZIONI A
CONFRONTO
Il filosofo tedesco Jürgen Habermas, notevolmente influenzato dal pensiero
illuminista, imputa alla stampa periodica e alla progressiva eliminazione della
censura nei secoli XVII e XVIII la genesi di una “sfera pubblica borghese” cioè di un
pubblico di lettori colti e alfabetizzati, non più passivi ma critici nelle proprie letture
e dediti alla condivisione di idee e opinioni. Un’ opinione pubblica la cui natura è
razionale, critica nei confronti del potere e autonoma da esso
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.
John Locke che nel Saggio sulla intelligenza umana, stampato nel 1690,attribuì
all'opinione pubblica una funzione di controllo nella società, stabilendo una
distinzione precisa tra la legge morale, espressa appunto dall'opinione pubblica, e la
legge civile, emanazione del potere politico.
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Jürgen Habermas, Storia e critica dell’opinione pubblica, Roma-Bari, 2011.
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La natura dell’opinione pubblica è tacita, consensuale, non razionale e
profondamente influenzata dalle consuetudini di una comunità. Il termine “umore”
ben può rappresentare l’inclinazione profonda, “biologica”, che caratterizza il
comportamento dei popoli.
1.2 COMMON LAW E LOCKE
Il sistema di leggi in vigore nei paese anglosassoni basata sulla consuetudine fa
presupporre che la possibilità che le leggi e un pensiero politico possano essere
trasmesse da generazione in generazione, oralmente o in forma scritta, sia realtà. La
possibilità che esista quindi una “biologica” capacità di giudicare inconsciamente e
non razionalmente
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le decisioni di chi governa possa essere possibile. La natura
intrinseca di quest’aspetto nell’uomo porta a pensare che il concetto di Common Law
possa travalicare il limite dei paesi in cui è formalmente in vigore verso paesi in cui
non lo è. Questo forma un paradigma etico-legislativo che si fonde con la cultura, la
morale e la storia che diviene propria e unica della tradizione di ciascun paese.
1.3 EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI OPINIONE PUBBLICA
Gli studiosi sembrano d’accordo sul fatto che il concetto di opinione pubblica sia
diventato di uso comune come categoria ad uso politico in Europa tra il XVII e
XVIII secolo, periodo in cui i regimi assolutistici europei entrano in crisi.
Analizzare storicamente il concetto di opinione pubblica significa comprendere le
condizioni che hanno portato all’avvento di un pubblico capace di esprimere giudizio
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John Locke, Saggio sulla intelligenza umana, Roma-Bari, 2006.
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