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ABSTRACT 
 
This thesis aims at studying, delving into and revising the topic of interpersonal 
relationships and how they can be expressed considering the different 
communication contexts, backgrounds and cultures which comprise psychiatric 
rehabilitation and the current organization implemented within the mental health 
facilities.  
The aim is to investigate and study the relationship on a general basis and later as a 
therapeutic tool for those working in this setting, focusing on the various techniques 
adopted in psychiatric rehabilitation which cannot exclude the relational and 
communicative dimension specificities. 
The closing down of mental health hospitals in Italy in 1978 and the end of the 
guardianship era which has always characterized mental illness, led psychiatry to 
become an integral part of the National Health Services, as  warrantor for the  
prevention, treatment and psychiatric rehabilitation through a complex structure of 
local services and, minimally, hospitalization. Such a process would have not been 
desirable and it is still unthinkable without profound and practical reconsideration for 
social, interpersonal and communication aspects surrounding psychiatric patients, as 
well as all human beings. In fact, an interpersonal relationship must be considered in 
its entirety as a possible bond, means or resource, as well as the objective and the 
ultimate goal to structure successful individual rehabilitation plans but also in the 
planning of the psychiatric service structures. 
In practice,  the course of my practical training within the hospital and territorial 
structures of the Department of Mental Health ASL TO3 and the organization and 
implementation of the training pilot project for volunteers called: "We would all need 
a Friend”, which I have attended, was underway. The project consisted of a group of 
volunteers who, after being trained, were sent to two ASL TO3 Mental Health 
Centers to do voluntary activity conducted by the team in order to facilitate their 
relationship with the psychiatric service clients.
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This project was so successful, added to the experience of three years of training 
takes place in contexts in which it implements the psychiatric rehabilitation, as to 
testify that relationships and communication often represents an essentials tools for 
the rehabilitation projects, therefore they should be established as a mainstay for 
theoretical and practical training for all staff working in mental health services.
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INTRODUZIONE 
 
 
 
 
Che ruolo hanno le 
relazioni interpersonali 
nel comprendere ed 
approcciarsi alla 
malattia, 
nell‟affascinante mondo 
della psichiatria? 
 
In quale misura relazione e 
comunicazione incidono nei 
processi di recupero e 
riabilitazione psichiatrica? 
 
Quale rapporto sussiste tra 
comunicazione/relazione e tecniche 
riabilitative in campo psichiatrico? 
 
In che modo la 
riabilitazione psichiatrica 
può essere considerata 
come processo per il 
recupero di abilità sociali, 
relazionali  e 
comunicative? 
 
Quale scopo ha trattare il tema della 
relazione/comunicazione in campo psichiatrico 
secondo una prospettiva  medica,  sociale e 
riabilitativa?
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Le precedenti domande rappresentano i motivi d‟interesse fondamentali dai quali 
sono partito nell‟osservazione del nutrito argomento delle relazioni interpersonali e 
della comunicazione umana nell‟ambito della riabilitazione in campo psichiatrico che 
ho deciso di portare come tema fondamentale della mia tesi di laurea. L‟interesse per 
tali ragionamenti è maturato nel corso dell‟intero percorso di studi da me effettuato: 
in qualità di studente del Corso di Laurea triennale in Tecnica della Riabilitazione 
Psichiatrica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga (presso l‟AOU 
San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) dell‟Università degli Studi di Torino).  
 
Questa tesi ha l‟obiettivo di osservare, studiare e riportare in maniera personalmente 
rivisitata gli argomenti e gli studi di autori significativi nel campo della riabilitazione 
psichiatrica per quanto riguarda il campo della relazione, in generale, e del modo in 
cui essa si concretizza, ovvero la comunicazione, quindi analizzare le conseguenze 
teoriche e pratiche, di cui fa parte il comportamento, che essa implica negli individui 
e, di conseguenza, nei sistemi umani e collettivi in cui essi sono inseriti, ma 
soprattutto come possa “abbracciare” in maniera avvedutamente provata il campo 
d‟intervento medico e sociale che la materia sanitaria, in particolare psichiatrica, 
comprende. 
La tematica della relazione non dovrebbe mai essere dimenticata o tralasciata poiché 
coinvolge la persona che soffre per un disagio psichico sin dalle più precoci fasi 
dello sviluppo: il contesto di vita e la famiglia di cui fa parte sin dai primi istanti di 
vita, la società che la circonda, i servizi collettivi, sociali e sanitari, con cui entra in 
contatto prima e dopo l‟avvento della malattia; quindi, le relazioni che instaura con il 
personale, gli operatori sanitari, gli assistenti sociali. Sono questi elementi che vale la 
pena considerare per poi renderli parte integrante di un progetto terapeutico e 
riabilitativo di successo. 
Pertanto, ritengo l‟argomento che verrà affrontato un tema di importanza basilare in 
ambito psichiatrico, in particolare perché, per sua natura, esso si svincola in maniera 
evidente dall‟illusione oggettiva e razionale della scienza medica empirica, rendendo 
le dimostrazioni scientifiche lunghe, laboriose e comunque non sempre dirimenti se 
isolate dal contesto sociale e relazionale in cui si manifestano.
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Penso, inoltre, che esso si debba imporre, in particolar modo, in campo riabilitativo 
come caposaldo nella nuova, eterogenea ed emergente professionalità del Tecnico 
della Riabilitazione Psichiatrica (T.R.P.).  Le professionalità specifiche in ambito 
riabilitativo, nelle quali è inclusa la figura del T.R.P., si possono considerare uno dei 
ruoli in campo sanitario ritenuti fondamentali nella società contemporanea per 
garantire i processi di cura e riabilitazione. Le competenze spaziano dalla “cura di 
Sé” a quella del corpo, dell‟anima, a quella familiare e quindi medica, sociale e 
politica. Lo sviluppo della funzione di cura è un criterio per testare lo sviluppo 
antropologico e sociale dell'essere umano a cui questa tesi vorrebbe dare un piccolo 
contributo. 
 Il Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica potrà dare il suo contributo per 
incrementare teorie, esperienze e tecniche riabilitative specifiche e complesse,  
realmente incentrate sull‟individuo sofferente come persona costantemente in una 
relazione unica, irripetibile ed originale. Qualunque sia la storia, la persona è degna 
di essere protagonista di un rapporto relazionale e di comunicazione efficace,  pena il 
fallimento del trattamento.  
 
Esposti i presupposti e le motivazioni a questo elaborato si veda come verrà 
articolata nel corso dello svolgimento. 
Il titolo della tesi rappresenta l‟obiettivo fondamentale che mi sono posto durante la 
sua stesura: argomentare e dimostrare come la relazione interpersonale rappresenti 
un vero e proprio strumento di terapia e riabilitazione, fondamentale ad un processo 
di cura e guarigione. Per spiegare come il pensiero di autori importanti sia fondato e 
a tutt‟oggi valido, ho cercato di argomentarne le teorie e poi applicarle nel pratico 
alle esperienze che ho avuto modo di sperimentare personalmente. Nella sua 
composizione, quindi, il lavoro di tesi si suddivide fondamentalmente in due parti: 
una di tipo maggiormente osservativa e teorica, l‟altra di tipo esperienziale e 
sperimentale. 
In particolare, una parte osservativa, di ricerca bibliografica e sitografica, di 
riflessione degli argomenti trattati e delle esperienze pratiche di tirocinio che ho 
effettuato nel corso dei tre anni di studio a lezione, nella quale ho cercato di
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descrivere, analizzare, rivisitare personalmente e sviluppare in linea parallela due 
temi, che ritengo fondamentali. 
1. La relazione e la comunicazione in quanto tali e come strumento 
terapeutico (capitoli 1 e 3).  
Nel primo capitolo si introduce l‟argomento in esame riprendendo ed accostando più 
temi ed autori con lo scopo di confrontare più teorie, provenienti anche da ambiti 
diversi da quello prettamente medico, al fine di fornire una panoramica ampia del 
tema e poterlo dunque approfondire focalizzandosi sull‟ambito riabilitativo e 
psichiatrico.  
Nel terzo capitolo, le teorie “di base”, comuni verranno approfondite per permettere 
di capire come possano essere applicate specificatamente ad un approccio 
riabilitativo in senso ampio, quale reale influenza esse abbiano e come possano 
essere utilizzate in ambito psichiatrico. La relazione può essere considerata come 
strumento di valutazione nel porre diagnosi, come fattore facilitante (qualora siano 
possedute abilità o competenze relazionali, la persona sia inserita in contesti sociali 
che favoriscano le possibilità di guarigione) o contrario (nel caso che le competenze 
siano poco o per nulla possedute e la persona si trovi inserita in una rete sociale priva 
di stimoli al miglioramento delle condizioni) alla progettazione di un buon intervento 
riabilitativo. Si cercherà di dimostrare come relazione e comunicazione 
rappresentino, insomma, la base per costruire quel modello strutturale di cui 
qualsivoglia progetto di riabilitazione in ambito psichiatrico. 
2. Il ruolo che comunicazione e relazione assumono nella Psichiatria 
moderna e nella riabilitazione psichiatrica, nonché nella attuale 
organizzazione in cui questi due campi operano (capitoli 2 e 4).  
I capitoli che approfondiscono le teorie non troverebbero compimento e 
perderebbero valore pratico senza una descrizione delle normative, nonché della 
situazione giuridica, politica e sociale attuale e concreta in cui opera la psichiatria, la 
riabilitazione psichiatrica e dunque la professione del Tecnico della Riabilitazione 
Psichiatrica. Entrambi i capitoli riflettono la mia personale esperienza nei servizi del 
Dipartimento di Salute Mentale dell‟ASL TO3 e AOU San Luigi Gonzaga di 
Orbassano (TO) a cui fa riferimento il Corso di Laurea in Tecnica della 
Riabilitazione Psichiatrica di Torino. Oltre che alla letteratura scientifica, spesso si fa
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riferimento alle normative vigenti poiché esse stesse danno un contributo importante 
nel descrivere la funzionalità dei servizi psichiatrici oggi, come sono intesi (e come 
io personalmente li ho vissuti), perché funzionano e con quali peculiari 
caratteristiche, quindi che ruolo assumono le tematiche relazione e comunicazione al 
loro interno. In particolare il secondo capitolo risulta maggiormente teorico, il quarto 
capitolo realmente incentrato sulle esperienze pratiche. 
Una parte sperimentale, che comprende il quinto capitolo, descrive l‟osservazione di 
un progetto di volontariato “Ci Vorrebbe un Amico” (il nome di questa esperienza 
fornisce il tiolo “artistico” alla tesi, in quanto ha rappresentato la dimostrazione alle 
teorie elaborate nei capitoli precedenti) a cui ho avuto modo di partecipare in qualità 
di organizzatore e tutor, all‟interno del San Luigi Gonzaga di Orbassano, in 
collaborazione con l‟Università degli Studi di Torino, i  Dipartimenti di Salute 
Mentale dell‟ASL TO3 e il Rotary Torino Club negli anni 2009- 2010, il quale vuole 
essere esempio di come le teorie esposte possano trovare ampi consensi nella realtà 
di tutti i giorni anche tramite esperimenti innovativi e moderni nel difficile e vasto 
campo della riabilitazione psichiatrica. Nel corso di tale progetto si sono formati ed 
inseriti, in alcuni Centri di Salute Mentale del territorio di competenza, dei volontari i 
quali hanno messo in pratica competenze relazionali personali innate ed apprese 
durante il corso, ponendosi cosi come strumento aggiuntivo per le equipe dei centri 
di riferimento. Durante il loro percorso sono state raccolte esperienze, informazioni, 
dati e risultati a test che hanno permesso una valutazione globale dell‟esperienza, 
oltre che dal punto di vista emotivo, anche da un punto di vista pratico e concreto. 
Tale esperienza si presenta come ulteriore dimostrazione del fatto che 
l‟apprendimento di capacità relazionali, quando ci si approccia alla malattia mentale, 
risultano assolutamente efficaci. 
Si cercherà dunque di trarre sommarie linee guida di come in futuro potesse 
riproporsi e svilupparsi l‟esperienza alla luce dell‟esperienza appena conclusa.  
Infine, nelle Conclusioni, ho ritenuto di dover elaborare una riflessione che 
riguardasse entrambe le parti di cui è composta la tesi e nello stesso tempo riflettesse 
quello che è stato il percorso di studi in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, 
specialmente come mi abbia permesso di sviluppare, potenziare e riflettere su 
l‟acquisizione di generiche e specifiche competenze, oltre che mediche, psicologiche
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e pedagogiche, soprattutto relazionali e comunicative, indiscutibilmente utili, se non 
necessarie, per potersi approcciare alla professione di operatore in ambito 
psichiatrico. 
 
Tutto ciò che verrà esposto, infine, non vuole essere un tentativo di tracciare linee 
guida su cui fossilizzarsi nella professione di Tecnico della Riabilitazione 
Psichiatrica, proprio perché le competenze relazionali, per essere tali devono 
prevedere qualità come l‟eterogeneità e la disponibilità al cambiamento, in quanto 
possono e devono modificarsi a seconda dei contesti e delle persone coinvolte con 
estrema flessibilità e massima propensione alla critica costruttiva. Tali caratteristiche 
dovrebbero, infatti, caratterizzare tutti coloro che lavorano in ambito riabilitativo e 
psichiatrico, il quale richiede costantemente capacità di revisione, rinnovamento, 
trasformazione, messa in discussione e creatività quando si progettano interventi 
riabilitativi di lunga veduta, siano essi incentrati sulla persona o sulla formulazione e 
progettazione di nuovi e sempre più efficaci servizi per la salute e la riabilitazione. 
Non è, infatti, una novità che la scienza psichiatrica subisca continui e sostanziali 
mutamenti derivabili dalla differenziazione dell‟utenza che afferisce ai servizi di 
salute mentale, sia delle patologie che essi manifestano le quali, a tutt‟uno con lo 
sviluppo dei sistemi sociali, sono in rapido mutamento e mettono in discussione 
molte precedenti organizzazioni e prestazioni riabilitative. Un esempio tra tutti di 
questo fenomeno è rappresentato dal notevole bisogno di cambiamento nella 
progettazione di servizi e programmi riabilitativi che in questi ultimi anni vedono un 
sostanziale cambiamento della popolazione che affluisce ai servizi psichiatrici: non 
più una popolazione di provenienza dall‟Ospedale Psichiatrico, ma già nata e 
cresciuta senza la presenza di tale struttura totalizzante, quindi sempre seguita 
tramite strutture prevalentemente territoriali e sotto l‟influenza di teorie innovative 
per l‟epoca in cui sono state formulate, ma che andrebbero riadattate ai nuovi 
contesti in cui il disagio psichico si manifesta. 
 
Trovo corretto scrivere fin da subito che le argomentazioni che verranno sviluppate, 
pur comprendendo una notevole quantità di informazioni estrapolate da materiale 
didattico che ho avuto modo di studiare ed approfondire nel corso degli anni, si
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basano fondamentalmente su quello che sono i miei personali giudizi, motivati da 
una grande dose di curiosità ed interesse verso il campo medico psichiatrico. Molte 
affermazioni potranno apparire eccessive o mal interpretate, ma vanno intese come il 
frutto di una grande passione per la teoria e la pratica che l‟elaborazione di questa 
tesi mi ha permesso di mettere per iscritto.
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Prima parte: aspetti teorici 
 
Capitolo I 
L’UOMO, LA RELAZIONE E LA COMUNICAZIONE 
 
1.1 Premesse e riferimenti 
 
In questo primo capitolo, si chiarirà come l‟essere umano non possa non essere in 
relazione, ovvero non esprimersi tramite la comunicazione, non rapportarsi all‟altro 
da sé poiché questo non concernerebbe la propria natura, che lo vede costantemente 
un essere in relazione, dal momento in cui prende vita da altri esseri viventi, con i 
quali non si possono non instaurare dei rapporti relazionali, di qualsivoglia 
significato. Inoltre, le relazioni che gli esseri viventi instaurano con l‟ambiente 
circostante e gli altri esseri viventi che li circondano rappresentano il 
comportamento, ovvero come l‟individuo risponde a stimoli ambientali ed è il mezzo 
tramite cui è possibile la conoscenza, nonché la valutazione dello stato di salute 
psichica.  
 
La natura della relazione 
Se analizziamo lo sviluppo della relazione in termini evoluzionistici e storici, 
possiamo senza dubbio affermare che dalla nascita della vita sulla terra, circa quattro 
miliardi di anni fa, il rapporto tra elementi chimici, inizialmente, ed esseri viventi, 
poi, e ambiente abbia posto le basi per lo sviluppo della vita in generale e che si sia 
andato a specificare sugli aspetti di rapporto interindividuale circa due miliardi di 
anni fa con l‟inizio della riproduzione di tipo sessuale e della comunicazione. 
Con l‟evoluzione delle specie, poi, la nascita di organismi sempre più complessi 
(cinquantamila anni or sono compare l‟homo sapiens sapiens: la specie umana 
attuale) ha accompagnato lo sviluppo di rapporti relazionali, permettendo la 
comparsa di fenomeni, come l‟aggregazione, che hanno permesso la successiva 
comparsa di gruppi di individui, ovvero, società, agglomerati urbani, linguistica, 
parola parlata, espressioni di tipo musicale, grafico-plastiche, pitture, scrittura e 
alfabeti, culture da tramandare e via dicendo fino ad arrivare ai giorni nostri, dove