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Per molte fasce di popolazione dimenticate 
dalla cultura del design oggettuale, (perché 
meno convenzionali di quelle a cui forse 
siamo soliti), l’abitare urbano è diventato 
sempre più diffi cile; peraltro la loro 
diversa origine e l’età sempre diversifi cata 
ne aggrava la condizione. Non si sta 
parlando solo delle punte più eclatanti 
dell’immigrazione clandestina, ma anche 
di situazioni di disagio (peraltro ben più 
nascoste) che vanno dall’abbandono degli 
anziani in strutture spersonalizzate, alla 
snervante ricerca di posti letto in affi tto per 
studenti pendolari o fuori sede. 
L ’accoglienza abitativa degli universitari 
nelle città sede di ateneo, rappresenta una 
grave questione irrisolta nella già pesante 
situazione del mercato generale dell’affi tto. 
Lo studente risulta così essere il destinatario 
di strutture fornite in locazione privata, 
altrimenti escluse dal mercato immobiliare. 
È quindi evidente che, solo il concorso tra 
operatori, sia pubblici che privati, e non 
l’offerta puntuale di proprietari privati, potrà 
presentare soluzioni soddisfacenti, sotto 
l’aspetto architettonico e gestionale, nonché 
quantitativo.
I temi che un tale abitare pone, si correlano 
inoltre a questioni essenziali: 
 • integrazione con la vita della città
 •modelli architettonici adattabili 
alla rapida trasformazione dei modi di vita
 •controllo dei costi di realizzazione 
e di gestione
Ci sono poi delle variabili derivate 
diffi cilmente rapportabili a dati statistici 
o numerici. L ’abitare per uno studente 
è la prima occasione di autogestione, di 
autorealizzazione, di indipendenza dalla 
famiglia, ed è anche un abitare nel quale si 
socializza.
Questa confusionaria fase della vita è 
particolarmente ricca di signifi cati: è un 
momento di crescita culturale, formativa 
e psicologica; è un’occasione di scambi, 
incontri e confronti; è una fase importante 
nello studio e nella formazione professionale.
Ne deriva che l’utente dispone del suo 
abitare su tre livelli fruitivi:
 •|sfera della collettività|l’ambiente 
urbano, del tempo libero e del rapporto con il 
quartiere e l’università 
 •|sfera della socialità|l’ambiente 
dello spazio privato all’interno del nucleo 
abitativo e gli spazi di relazione con gli altri 
studenti 
 •|sfera dell’individualità|l’ambient
e delle esigenze abitative personali 
L ’abitare da studente è al confi ne tra due 
mondi |dell’Urbano e dello Studio|, ma 
soltanto l’idea di due sistemi non chiusi ne’ 
impermeabili, sono un terreno fertile per le 
nuove condizioni abitative e dello studio.
La rilevazione annuale degli iscritti e dei 
laureati nelle università italiane, pubblicata 
dal Ministero dell’Università, dimostra che 
nel 2008 sono diminuiti i laureati e sono 
aumentati gli studenti fuori corso. Secondo 
le statistiche, infatti, il numero degli studenti 
che non riescono a terminare gli studi 
in tempo non aveva mai raggiunto una 
percentuale così alta negli ultimi 30 anni. Per 
quanto riguarda poi i laureati, se negli ultimi 
Il tema della “fluidità” e in una accezione 
più ampia il carattere “liquido” della 
nostra società, è diventato un argomento 
ricorrente nella critica al design degli 
ultimi anni. 
Quei modelli di cultura che trovavano il 
loro fondamento nella ricerca di soluzioni 
immutabili nel tempo, hanno invece 
lasciato spazio allo smarrimento.
il tempo dell’iperspazio
la città periferia di sè stessa
4 tematica tematica
normative 
scenario 
anni c’è stato un aumento notevole, nel corso 
del 2008 si è registrata una forte frenata 
rispetto agli anni precedenti.
Occorrerà costruire residenze universitarie 
non destinate al generico bisogno di casa dei 
più giovani, ma atte a favorire lo studio e la 
socializzazione di chi vi abita.
In Italia, il modello storico di localizzazione 
centralizzata delle università, che è il modello 
urbano, da un lato è ragione di pendolarismo 
di massa (sia giornaliero che settimanale), 
dall’altro causa di un aumento sempre 
costante della domanda di alloggi. Peraltro, 
la parcellizzazione delle sedi distaccate 
in città più decentrate, è cagione di una 
richiesta sempre più delineata ed esigente di 
residenze speciali. 
È suffi ciente allontanarsi di poco, dalla realtà 
italiana, per scoprire ricerche ordinariamente 
condotte sia in Gran Bretagna  che 
Scandinavia. Esse spaziano dalle case-
albergo per immigrati, ai collegi per studenti 
e dottorandi, fi no alle residenze per anziani. 
In esse si portano all’evidenza innovazioni 
tipologiche e tecnologie sperimentali tali da 
contraddistinguere una Società sensibile 
all’interesse comune|collettivo e alla qualità 
generale degli spazi abitati.
Probabilmente, sul piano politico risolvere 
tali esigenze, comporterà un carico di una 
più severa selezione delle aree di intervento 
pubblico e inciderà sul livello generale dei 
consumi; ma soprattutto inciderà sul mercato 
privato che ad oggi, risulta essere l’unico 
mezzo con cui gli studenti si arrangiano nel 
trovare una precaria sistemazione fuori casa.
Le città sede di Ateneo dovrebbero tener 
conto di queste esigenze con una congrua 
offerta bipolare, valida sia sul fronte 
didattico-culturale, sia sul fronte residenziale. 
Così come gli ambienti di studio dovrebbero 
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Francesca Silveri
Entropia III
Acrilico su  tela
 cm  80 x 80
Collezione privata
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usufruisce solo per i bisogni di prima 
necessità; è un riparo. Non è una dimora, 
perché lo studente vi risiede per un arco 
di tempo limitato; è un rifugio. Non è una 
casa, perché lo studente non ha il senso 
di proprietà ne’ di appartenenza; è un 
nascondiglio.
Università – città – servizi – ricettività 
– per un abitare che sia totale integrazione 
all’interno dei tessuti urbani. Soggetto 
– destinatario – ideatore – fruitore per 
un’utente temporaneo di nuovi spazi abitativi, 
provvisori e transitori.
Il lavoro che segue, vuole essere una 
proposta che si aggancia ad una complessa 
elaborazione storica di studio, che trova 
le sue radici nel secolo Illuminista. 
Sperimentazioni, utopie, attese, e anche 
aberrazioni, hanno messo in evidenza quelle 
che oggi ci sembrano ovvie implicazioni 
socio-culturali. Così, attraverso un 
essere al contempo tranquilli, stimolanti 
e brulicanti di attività e di iniziative. Ne 
consegue la necessità di dotarsi di strutture 
di servizio che siano integrazione delle 
classiche attività di studio.
Soltanto se si riscopre il valore collettivo 
di settori fi nora inesistenti, si potrà avviare 
un rinnovamento del senso civile che 
l’architettura e il design hanno. Per senso 
civile si intende propriamente il signifi cato 
attribuito al progetto, nel momento in cui 
salvaguarda valori di aggregazione sociale e 
professionale. Tale senso permette di creare 
le proprie radici a chi è lontano dalla propria 
città, e vuole ricostruire un nuovo gruppo, 
denominato da alcuni non-famiglia. 
Si evince che i bisogni espressi dall’utenza, 
defi niscono un ambiente che non è 
qualifi cabile nei termini di “casa”, almeno 
non di una casa tradizionale. Non è 
un’abitazione, perché lo studente ne 
ragionamento sul senso e signifi cato degli 
spazi, e sulle relazioni da questi interposte, 
si ricavano indicazioni generali di progetto, 
in una situazione di quasi totale assenza di 
normative uffi ciali. Ciò che contraddistingue 
la situazione italiana è una assenza di un 
piano operativo generale, di strumenti di 
censimento, di associazioni che conducano 
tali studi e di un sistema di controllo sulle 
condizioni del mercato privato; il quale è 
del tutto avvallato a presentare un livello 
qualitativo assai carente, a fronte di alti 
profi tti e interessi privati.
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6 tematica tematica
normative 
scenario 
L’attuale “economia politica dell’incertezza” non 
si limita a rendere poco più che formale il diritto 
di autoaffermazione: essa mira a rendere da 
subito il disagio del singolo non cumulabile in 
una causa comune. In questo modo scongiura 
la costruzione di alternative a se stessa, 
spingendo l’autonomia sul binario morto del “fai 
da te”.
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Giacomo Balla
Velocità d’automobile (Velocità n. 1)
China acquarellata su carta foderata,  
cm 46,5 x 60
Mart, Deposito Collezione L.F .,  Rovereto 
1913
8 analisi
normative 
scenario 
9
ANALISI
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degli Enti regionali per il diritto allo studio 
sono state indirizzate nella messa a 
norma delle strutture in genere (L.818|84, 
46|90, 626|96) e nella manutenzione 
dell’esistenza, (in considerazione del fatto 
che il bisogno di qualità richiesta si è molto 
innalzato)
 •La domanda di residenza da 
parte di studenti universitari svolge un ruolo 
economicamente consistente all’interno 
del mercato immobiliare privato, sul 
quale gravano interessi tali da lasciare le 
strutture pubbliche in uno stato di carenza 
generalizzata
Le vicende del Design Italiano negli anni 
Settanta, hanno portato il suo senso sociale 
ad un defi nitivo disinganno nel decennio 
successivo. La cattiva gestione della cosa 
pubblica ai vari livelli, commistionata a 
ignoranza e improduttività, ha esercitato per 
lungo tempo un taglio costante sulla spesa 
per le forniture.  La cieca burocrazia delle 
Amministrazioni Pubbliche in materia di 
qualità del disegno, esauriva il tutto a livello 
di esercitazione accademica in alcune scuole 
di design.
Così, in questi ultimi due decenni, vediamo 
riemergere un rifl usso del “ritorno al privato” 
e un accumulo di disponibilità economica 
all’interno delle famiglie. Ma questa quantità 
sempre crescente di beni privati ha portato 
anche ad un degrado dei beni collettivi, 
siano essi spazi urbani o aperti oppure 
infrastrutture pubbliche o servizi sociali.
All’efficienza del sistema universitario generale di un paese, 
concorrono sia i fattori politici, sia quelli amministrativi, e nondimeno 
quelli relativi alle residenze universitarie, le quali sono oggetto di 
confronto in ambito europeo e mondiale. Se poi consideriamo il 
fattore sempre crescente dei programmi di scambio culturali e 
formativi internazionali, ma anche il nuovo assetto organizzativo 
imposto dalla riforma ministeriale, vediamo come aumentino 
vertiginosamente: la frequenza degli studenti, il numero delle 
mobilità, le iscrizioni di chi sceglie di spezzare il percorso formativo 
tra due atenei diversi. E di conseguenza aumenta anche il numero 
delle domande per posti letto.
Eppure, nonostante tutte queste “occasioni”, 
il tutto rimane “potenziale” anzichè sfruttato: 
a fronte di un’offerta nazionale di circa 
33.000 posti letto (in grado di soddisfare la 
domanda del 5% degli universitari italiani), in 
Francia i posti disponibili coprono il 10% degli 
iscritti, in Germania il 12%, in Gran Bretagna 
i valori variano dal 17,7% per i politecnici, al 
40% per le università; in Svezia gli studenti 
che usufruiscono di una casa dello studente 
sono il 40% degli iscritti.
Si evince per cui, il totale disinteresse nei 
confronti di questo settore da parte delle 
politiche nazionali per i diritto allo studio, e 
quindi uno stato di ineffi cienza del sistema 
residenziale italiano. Prediamo in analisi due 
fattori:
 •Le già scarse risorse a disposizione 
la cultura del progetto
disattenzione ed interessi
10 analisi analisi la cultura del progetto quale utente
normative 
scenario 
Vivere da studente
In Italia, con un ritardo di almeno 40 anni 
rispetto agli altri stati europei, sono state 
recentemente condotte delle indagini, da 
parte del CENSIS, dal CNR e dal Ministero 
dell’Università. Il focus di tali studi era 
diretto sulle condizioni di vita degli studenti, 
rilevando bisogni, attese e problemi, al fi ne 
di tracciare il profi lo generale dello studente 
universitario medio. È necessario prendere 
atto, prima di procedere alla descrizione, 
che quella dello studente è una categoria 
eterogenea e complessa, tanto abbastanza 
da essere in mutazione costante nel tempo; e 
volere tracciare un profi lo preciso e “a fuoco” 
sarebbe soltanto pretenzioso. 
Dai risultati tratti si evince che egli è un 
individuo di età compresa tra i 18 e i 24 
anni per il 60%, tra i 25 e i 29 per il 26%, 
oltre i 30 per l’8% dei casi. Il 50,9% di sesso 
femminile, contro il 49,1% di sesso maschile. 
In genere non è coniugato (93,4%), anche 
se negli ultimi anni si sono verifi cati frequenti 
ritorni allo studio. Nella maggior parte dei 
casi (54%) non svolge attività lavorativa 
a tempo pieno, praticata per lo più dagli 
studenti più anziani. Le occupazioni sono 
volentieri saltuarie (28%) e part-time (6,9%). 
Dipende economicamente dalla famiglia, 
che spesso ne indirizza le scelte, infatti solo il 
3,6% è completamente indipendente. Il 20% 
proviene da un nucleo familiare di reddito 
e di livello culturale medio-alto, il 35,6% 
da famiglie con reddito medio, il 42% con 
reddito medio-basso. Gli interessi variano e 
spaziano nei settori più diversi; dalla cultura 
quale utente
una categoria confusionaria
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Stool
 Nomade Design
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Cassa punk
Giorgio Seletti
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allo sport, dalla politica al teatro; svolge 
attività associative, ricreative e sociali.
La partecipazione alla vita universitaria 
si differenzia  a seconda della città e della 
facoltà; solo il 42,2% frequenta regolarmente 
i corsi universitari, il 32% ha una frequenza 
non regolare, il 24,2% si reca all’università 
solo saltuariamente.
Sul piano psicologico e sociale il carattere 
dello studente si connota per un’alta 
instabilità, data dalle trasformazioni 
caratteriali ed emotive che lo accompagnano 
per tutta questa fase di vita e di crescita. 
Due sono i principali atteggiamenti che si 
tracciano nella convivenza e nella socialità: 
da un parte il senso di solidarietà con il 
gruppo, dall’altra quello di competitività con 
i componenti dello stesso o di altri gruppi. 
I coetanei diventano il riferimento per 
atteggiamenti, comportamenti e scelte, la cui 
collaborazione e partecipazione in gruppo 
genera una “famiglia anomala”, arrivando 
così, in tante occasioni a supplire quella di 
origine laddove questa non arriva a insegnare 
e far crescere.
Abitare da studente
L ’attuazione della politica di decentramento 
delle sedi universitarie sul territorio, ha 
moltiplicato il numero degli atenei; ma se 
questo ha ridotto le distanze dalle sedi 
universitarie, ha d’altro canto accentuato 
il fenomeno del pendolarismo, con diverse 
forme di mobilità, sia settimanali, mensili, 
che quotidiane, arrivando a toccare punte 
del 20% su tutta la popolazione studentesca. 
La condizione di pendolare non si pone 
solo come un accidente logistico, ma in 
realtà vincola la gestione del tempo e del 
rendimento nella partecipazione alla vita 
universitaria: ciò comporta un coinvolgimento 
sempre e comunque parziale, legato alla 
frequenza e alla disponibilità dei mezzi di 
trasporto, vincolato dagli orari e dai “tempi 
morti” degli spostamenti.
Il 32,8% degli studenti è residente nella 
città in cui studia, il 25,2% proviene dalla 
provincia, il 26,4% abita in altre province, 
il 15,6% risiede in un’altra regione. Il 
67,3% risiede con la famiglia d’origine, e il 
rimanente 32,7% si trasferisce nella città 
sede di studi.
12 analisi quale utente legiferazioni imprenditoriali
normative 
scenario 
legiferazioni imprenditoriali 
lo scenario attuale
La prima legge in questione risalente 
al ’63, istituisce l’assegno di studio per 
garantire “agli studenti capaci e meritevoli, 
privi di mezzi, il diritto di raggiungere i 
gradi più alti degli studi”; ma l’attribuzione 
dell’assegno escludeva il diritto al posto 
letto. Se l’opzione per la residenza collettiva 
diventava facoltativa, nei fatti allontanava 
molti degli universitari che vedevano questa 
soluzione come “dormitorio economicamente 
vantaggioso”. Poi, a partire dagli anni 
’80, quando il “Diritto allo Studio” rientra 
nelle competenze delle regioni, si registra 
un aumento dei posti alloggio disponibili; 
ciononostante non si può avviare una 
radicale politica dei mutamenti gestionali.
Mancavano, ancor prima dei fi nanziamenti, 
delle leggi che questi fi nanziamenti li 
assicurassero, fatta eccezione per la L. 
50|76, che riservava una modesta quota 
dei fondi per l’edilizia universitaria alla 
realizzazione di strutture e servizi. 
L ’intervento delle regioni è da considerare 
anche nell’erogazione di contributi monetari 
e convenzioni per il reperimento di ulteriori 
posto-letto oltre a quelli pubblici, spesso 
in alberghi o pensioni. Dall’inizio degli anni 
’90, sono state intraprese nuove strade di 
fi nanziamento sia sul fronte privato che su 
quello pubblico, per ciò che concerne la 
costruzione di residenze universitarie. Con la 
L.179|92, legge di fi nanziamento del piano 
quadriennale 92-95 dell’ERP si permette 
di affi dare parte delle stesse risorse ERP 
alle residenze universitarie, riconoscendo 
il fabbisogno abitativo degli studenti 
assimilabile a quello delle utenze protette. 
A distanza di 40 anni dal primo intervento 
in materia di legge, il collegio è di nuovo 
considerato sì luogo di formazione personale, 
ma anche di supporto nella socializzazione, 
se alla normale attività di studio si affi ancano 
servizi come tutoraggio, conferenze, incontri, 
attività ricreative.
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il mercato abitativo 
un “fai da te” solo italiano
Se in Germania vengono svolte con 
periodicità triennale indagini sulle condizioni 
abitative degli studenti dal 1951; se in 
Francia esiste un Osservatorio Nazionale 
che fa il punto della situazione per nuove 
prospettive future; nel nostro paese è 
totalmente assente una base di dati sulla 
quale studiare condizioni di vita e attese 
degli studenti. Gli unici studi in merito sono 
stati condotti dal CENSIS nel 1989|90 e nel 
1996|97 da Euro Student.
Offerta abitativa 
pubblica e privata
La situazione attuale del mercato degli 
alloggi per studenti, presenta una grave 
e netta carenza in termini di quantità e 
standard qualitativi, specie se poniamo 
il nostro paese al confronto con le altre 
nazioni europee. La tradizione italiana delle 
residenze per studenti risale soltanto a 
pochi decenni fa e tale defi cit si è tradotto 
in diretto appannaggio delle iniziative 
private “altamente creative”, dai caratteri 
improponibili in qualsiasi altra realtà 
straniera. Anche laddove l’offerta  di collegi 
o case dello studente fosse istituzionalizzata 
da interventi pubblici o parastatali, ciò non 
costituisce una valida soluzione al fenomeno 
del pendolarismo.
Non solo i privati hanno letteralmente 
monopolizzato il mercato, ma tale 
operazione si è potuta svolgere nella totale 
assenza di vincoli che imponessero opere 
di adeguamento spaziale, strutturale, 
impiantistico. Il tutto a prezzi esosi, tra i 
più alti d’Europa e a fronte di un’invasione 
nella sfera privata degli studenti: si 
dettano regole di orari di accesso per ospiti 
negli appartamenti; si pongono vincoli 
discriminatori rispetto ai sessi; si limita la 
gestione  e fruizione di spazi e attrezzature.
Defi nizione della domanda
Secondo le indagini, il fabbisogno di 
residenza degli studenti universitari non 
corrisponde affatto all’ammontare delle 
domande ogni anno presentate agli enti 
per il diritto allo studio. Rispetto alla 
totalità, questa parte della domanda è solo 
quella espressa agli enti preposti. Invero 
in due casi lo studente neanche presenta 
la richiesta: quantitativamente laddove 
il numero di posti-alloggio è veramente 
esiguo; qualitativamente dove gli standard 
dell’offerta sono veramente alla soglia della 
14 analisi il mercato abitativo
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Distribuzione dell’offerta di residenzialità 
per gli studenti univeristari
DOMANDA DI 
RESIDENZA
PROVENIENTE 
DAGLI STUDENTI
OFFERTA 
PUBBLICA
OFFERTA 
PRIVATA
POSTI 
CONVENZIONATI 
IN ALBERGHI E 
PENSIONI
COLLEGI 
RICONOSCIUTI DAL 
MINISTERO
PENSIONATI E 
COLLEGI GESTITI DA 
RELIGIOSI
ALLOGGI IN AFFITTO
POSTI LETTO 
PRESSO 
AFFITTACAMERE
ALLOGGI E 
MONOLOCALI IN 
AFFITTO
RESIDENZE, 
COLLEGI, CASE 
DELLO STUDENTE
250.000
24.000
3.000
800
2.500
10.000
200.000
10.000
normative 
scenario 
suffi cienza. In questi casi scatta la ricerca 
sul mercato privato, avulso da ogni forma 
di adeguamento agli standard previsti dalle 
leggi. Quello che si innesca è una ricerca 
“fai da te” dove ci si arrangia nel trovare una 
stanza presso una famiglia, una camera in 
condivisione con altri studenti e in pochissimi 
casi un appartamento monolocale per 
l’accesso solo a pochi agiati.
La domanda abitativa proviene 
prevalentemente da: 
 • studenti fuori sede, iscritti ad 
una sede universitaria diversa dal luogo di 
residenza:
si tratta in realtà di una mobilità a diverse 
scale, da quella provinciale, a quella 
regionale o infi ne interregionale;
 • studenti stranieri, iscritti ad 
università o a corsi di specializzazione:
data la distanza dai luoghi di provenienza, 
sono circa 28.000 gli studenti che hanno 
bisogno di una sistemazione abitativa;
 • studenti stranieri, che soggiornano 
in Italia per un periodo circoscritto:
nell’anno accademico 2000/01 il numero 
degli studenti Erasmus, in costante aumento 
dall’inizio del programma nel 1987, ha 
continuato a crescere. Dal 1987/88 al 
2000/01, ha studiato all’estero sotto 
gli auspici del programma Erasmus un 
totale di 851.415 studenti (3.200 nel 
1987/88, 111.100 nel 2000/01). Nell’anno 
accademico 2002/03 il totale degli studenti 
che hanno benefi ciato dell’azione Erasmus 
ha superato il milione.
Offerta abitativa pubblica
Fatta eccezione per l’Università della Calabria 
presso Arcavacata (CS), che nasce già in 
origine come università residenziale, l’offerta 
del mercato abitativo non riesce a saturare 
la domanda di posti letto, se non per il 10 % 
delle domande degli studenti regolarmente 
iscritti. Ecco in quali termini.
Le residenze collettive pubbliche offrono 
prezzi vantaggiosi e condizioni ragionevoli, 
rispetto alle offerte del mercato privato; 
ma molte di esse hanno il defi cit di essere 
dislocate in periferia cittadina e, ancor più 
grave, sono mal collegate dai mezzi pubblici. 
Senza considerare il fatto che, l’utenza 
studentesca per il 90% non è automunita, 
quindi sottoposta a orari e frequenze dei 
trasporti urbani. 
Da quei pochi studi condotti si evince che 
nel 2002, a fronte di 1.400.000 studenti 
iscritti alle Università, erano disponibili solo 
22.000 posti-letto pubblici; un letto ogni 55,6 
studenti suddivisi in:
 • soluzioni di tipo collettivo 
| 24.000 posti in oltre 160 strutture: 
residenze, pensionati, collegi, case dello 
studente
 • soluzioni di tipo individuale | circa 
3000 posti-letto in appartamenti e mini-
alloggi
 • soluzioni per convenzione statale 
| 800 posti convenzionati con privati presso 
appartamenti in affi tto, alberghi e pensioni
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grafico 2
Distribuzione degli studenti e dei posti 
letto per grandi ripartizioni geografiche
sud
centro
nord
31.8 % 40.0%
28.2%
33.2% 38.7%
28.1%