Introduzione 
 
                                                                              VII 
• imporre una corrente di eccitazione costante al banco freno; 
• ricevere e visualizzare la misura della corrente di armatura e di eccitazione del banco 
freno; 
• ricevere e visualizzare la misura della corrente sul bus dell’inverter che controlla il 
banco freno; 
• ricevere, visualizzare e memorizzare le misure delle tre tensioni di fase e delle tre 
correnti assorbite dal motore sotto test; tali misure sono effettuate da un circuito di 
condizionamento esterno collegato al dSPACE; 
• ricevere, visualizzare e memorizzare la caratteristica meccanica del motore sotto 
test; la velocità viene ricavata da un encoder avente 160 impulsi/giro e la coppia 
viene misurata da un torsiometro. 
 
Il sistema presente in laboratorio, su cui è stato realizzato tutto il software necessario al 
funzionamento, è rappresentato dal seguente schema: 
 
 
 
 
Figura 0-1 : sistema su cui è stato realizzato il software
 8 
Capitolo 1  Controllo digitale del 
motore in corrente continua 
 
1.1 Principio di funzionamento  
La corrente elettrica in un conduttore è dovuta al moto degli elettroni sotto l’azione del 
campo elettrico applicato tramite un generatore. Quando il conduttore percorso da corrente è 
immerso in un campo magnetico a ciascun elettrone è applicata la forza di Lorentz: 
 
Ld
FevB=−× [1.1]
dove: 
-e
  
= carica elettrica dell’elettrone; 
ݒ
ௗ
  = velocità di deriva dell’elettrone; 
B  = campo magnetico. 
Attraverso gli urti che gli elettroni in moto hanno con gli ioni del reticolo cristallino tale 
forza è trasmessa alla massa del filo conduttore (che si suppone indeformabile). In un tratto 
di conduttore lungo ds e di sezione Σ sono contenuti nΣds elettroni e la forza risultante è 
 ()
Ld
dF n dsF ds nev B dsJ B==− ×=×
∑∑ ∑
[1.2] 
Da questa espressione, essendo Σds uguale al volume infinitesimo dτ, si vede che la forza 
agente per unità di volume sul conduttore è 
 FJB
τ
= × [1.3]
dove Ј rappresenta la densità di corrente. 
Riferendosi a un conduttore filiforme e ricordando che ΣЈ è la corrente i che percorre il filo, 
orientando ds come Ј si ottiene 
 dF ids B= × [1.4]
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 9 
Questa relazione si chiama seconda legge elementare di Laplace ed esprime il fatto che la 
forza magnetica su un tratto infinitesimo di filo percorso da corrente è ortogonale al filo e al 
campo magnetico ed è orientata in modo da formare, con ds e B, una terna vettoriale 
destrorsa (Figura 1-1). Da osservare che la forza è in ogni caso proporzionale all’intensità di 
corrente. 
 
Figura 1-1: terna vettoriale destrosa 
 
E’ fondamentale il caso particolare in cui il campo magnetico è uniforme e il conduttore 
rettilineo di lunghezza l. Si ottiene allora 
 F il B= × [1.5]
in modulo 
 ()F ilBsen= θ  [1.6] 
 
Consideriamo ora una spira rettangolare, di lati a e b, percorsa dalla corrente i e orientiamo 
il versore u
n 
della normale al piano della spira secondo la convenzione della vita destrorsa. 
La spira è immersa in un campo magnetico B uniforme, che forma l’angolo θ con u
n
. 
 
 
Figura 1-2: spira immersa in un campo magnetico 
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 10 
 
Come si deduce dalla Figura 1-2, le forze magnetiche F
3
 e F
 4
 sui lati RS e PQ sono uguali e 
contrarie e hanno la stessa retta d’azione: ciascuna di esse è la risultante di un sistema di 
forze parallele, applicato nel centro del lato, e nel loro insieme formano una coppia di 
braccio nullo e quindi di momento nullo. Le forze F
1
 e F
2
 sui lati QR e SP, ciascuna di 
modulo ݅
B in quanto B è ortogonale ai lati a, sono anch’esse uguali e contrarie, ma 
costituiscono una coppia di braccio bsenθ. Tale coppia tende a far ruotare rigidamente la 
spira in verso antiorario (visto dall’alto) e quindi a far diminuire l’angolo θ. Per θ = 0 la 
spira non è più soggetta alla coppia, mentre per θ < 0 la direzione della coppia si inverte, 
impedendo di fatto la continuazione della rotazione. Se consideriamo ora un sistema campo-
spira più realistico, cioè più vicino ad un motore in c.c. reale, ci rendiamo conto del fatto 
che per rendere continuo il movimento rotatorio sarebbe sufficiente invertire il verso della 
corrente nella spira ogni volta che il suo piano passa per l’asse neutro (Figura 1-3). Da ciò 
nasce l’idea di realizzazione di un apparato, detto collettore, che modifica il collegamento 
tra il rotore (che è il “supporto” della spira) e la sua alimentazione, in modo da permettere 
una rotazione continua. 
 
FF
 
 
Figura 1-3: collettore 
 
In genere il rotore non ospita una sola spira, perché la coppia generata sarebbe scarsa e 
molto variabile con la posizione angolare, fatto questo che renderebbe impossibile 
raggiungere una velocità di rotazione uniforme. E’ norma comune quindi inserire un numero 
elevato di spire, che trovano posto nelle cave sulla periferia del rotore. 
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 11 
1.1.1 Struttura 
 
Il motore in corrente continua è costituito da uno statore, atto a generare un campo 
magnetico stazionario normale all’asse longitudinale della macchina, e da un rotore (Figura 
1-4) contenente un avvolgimento distribuito su spire radiali che dividono in parti uguali la 
sezione trasversale. L’accesso a tali spire è reso disponibile all’esterno, in funzione della 
posizione angolare del rotore, dal già citato collettore a lamelle (apparato di Pacinotti) sul 
quale “strisciano” due spazzole solidali con lo statore. 
 
 
 
Figura 1-4: rotore di un motore in cc; sono visibili il collettore a lamelle e gli avvolgimenti 
 
Il campo magnetico stazionario può essere generato da magneti permanenti oppure, come 
nel caso in questione, da un elettromagnete. L’avvolgimento costituente l’elettromagnete è 
detto “eccitazione” della macchina e richiede generalmente correnti modeste in 
funzionamento nominale. Per il motore utilizzato l’alimentazione del circuito di eccitazione 
è separata da quella del circuito cosiddetto “di armatura”; per questo motivo, una volta 
fissato, il campo stazionario non entra più in alcun modo nel modello dinamico del motore. 
Posta in essere l’eccitazione, la macchina viene alimentata attraverso le spazzole, che sono 
collegate, per ogni posizione angolare del rotore, ad una parte dell’avvolgimento rotorico. 
 
 
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 12 
1.1.2 Equazioni 
 
Il circuito di armatura del motore in c.c. è rappresentato in Figura 1-5. 
 
 
Figura 1-5: schema elettrico del circuito di armatura 
 
Si può scrivere l’equazione della maglia secondo il principio di Kirchoff: 
 
 
a
aaa
di
veRiL
dt
=+ +  [1.7] 
dove: 
v
a
 = tensione di armatura; 
e = forza contro-elettromotrice; 
R
a
i
a
 = caduta resistiva nel circuito; 
dt
di
L
a
a
 = caduta induttiva nel circuito (non nulla in condizioni non stazionarie). 
E’ importante notare che la forza contro-elettromotrice è contraria a v
a
 nel senso della 
circuitazione,
 
cioè tende a far diminuire la corrente circolante nelle spire. Per una macchina, 
come quella in oggetto, in cui il flusso è costante si può scrivere anche che: 
 
e
ek= φω [1.8]
 
E
Ra
La
Va
Ia
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 13 
con 
k
e
 = costante (dato costruttivo); 
Φ = flusso concatenato; 
ω = velocità angolare del rotore. 
Nel caso in oggetto però la macchina ha un flusso costante, quindi l’equazione precedente 
diventa  
 
m
ek= ω [1.9]
 
con k
m
 = costante di macchina con eccitazione nominale. 
Per ricavare la coppia si scrive un bilancio energetico. Moltiplicando ambo i membri della 
[1.7] per ݅
 si ottiene: 
 
 
2
a
aa a aa a a
di
vi ei Ri L i
dt
=+ +  [1.10] 
 
Il termine al primo membro è la potenza elettrica fornita al motore, cioè la potenza assorbita 
(P
ass
 = v
a
i
a
); al secondo membro il secondo termine è la potenza dissipata per effetto Joule 
nei fili dell'avvolgimento (P
J
 = R
a
i
a
2
) e il terzo termine non dà contributo in quanto le 
componenti induttive possono solo immagazzinare e cedere energia, non generarla o 
trasformarla. Si è così identificata la potenza elettrica trasformata in potenza meccanica, che 
usando la [1.9] diventa 
 
em a m a
Peiki= =ω [1.11]
 
La potenza meccanica all’albero è invece 
 
m
PC= ω [1.12] 
 
con 
C
m
 = coppia motrice.  
 
 
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 14 
Eguagliando [1.11] e [1.12] e ricavando la coppia si trova: 
 
 
mma
Cki= [1.13] 
 
esiste cioè una relazione di semplice proporzionalità tra corrente di armatura e coppia 
motrice. E’ evidente allora che controllare la corrente nel motore equivale a controllarne la 
coppia. In genere è desiderabile controllare anche la velocità di rotazione del motore. La 
relazione che comprende la coppia meccanica all’albero è: 
 
mr
d
JCC
dt
ω
= − [1.14]
con: 
J = momento d’inerzia; 
C
r
 = coppia resistente. 
Si nota subito che la coppia resistente in generale non è nota, e quindi non può essere 
inserita nel modello del motore: essa sarà considerata come un disturbo. Trasformando 
secondo Laplace le [1.7], [1.9], [1.13] e [1.14] si ottengono le equazioni del modello del 
motore: 
 
aaa
VERIsLI= ++ [1.15]
 
 
m
Ek= ω [1.16] 
 
 
mma
CkI= [1.17]
 
 
m
sJ Cω =  [1.18] 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 1  Controllo digitale del motore in corrente continua 
 
 15 
1.2 Il controllo 
 
Le equazioni trovate si possono scrivere anche nel modo seguente: 
 ()
aa
aa
I
I VE
RsL
= −
+
[1.19] 
 
 
m
E
k=
ω
 [1.20]
 
 
m
m
a
C
k
I
= [1.21] 
 
 
1
()
mr
CC sJ
ω
=
−
 [1.22] 
 
Da queste equazioni si ricava lo schema a blocchi (Figura 1-6) che descrive il 
funzionamento interno del motore in corrente continua a magneti permanenti o ad 
eccitazione costante. 
 
Figura 1-6: schema a blocchi del motore in cc 
 
Dallo schema a blocchi si può notare che il motore in c.c., essendo di per sé un sistema in 
retroazione negativa, è stabile. Se infatti supponiamo che, con V
a
 costante, aumenti C
r
, si ha 
una diminuzione di ω, quindi un aumento di ΔV che porta ad un aumento di I
a
 e di C
m
; il 
sistema tende cioè ad opporsi alle variazioni di velocità causate da cambiamenti della coppia 
resistente.